Stamattina è uno di quei giorni dal risveglio sociologico.
Allora: molti genitori si rivolgono alla Onlus per avere informazioni su proposte terapeutiche che trovano in giro. Che ovviamente va benissimo.
E noi ci informiamo, parliamo con i riferimenti, e poi cerchiamo di dare messaggi chiari e onesti intellettualmente.
È, talvolta, un discorso delicato: perché è fondamentale che non passi l'idea che si vuole sminuire il lavoro degli altri, perché non è vero.
Semplifichiamo: avete presente quando voi fate un lavoro e lo fate con serietà, competenza, esperienza nel tempo, e aggiornamento continuo. Poi arriva un tizio, fa esattamente le stesse cose (non analizziamo la competenza e la modalità), ma a questo fare le stesse cose dà un nome, inventa un metodo, lo pubblicizza bene, lo vende a prezzi importanti: attenzione, inventa un metodo vuole solo dire che inventa solo il nome del metodo, ma le cose fatte sono sempre quelle.
Penso che il quadro sia chiaro.
Questa situazione mettetela nel contesto della famiglia che farebbe qualunque cosa per garantire il meglio per il proprio figlio sfortunato: e giustamente, perché il servizio pubblico è solito mettere in croce le Famiglie Isteriche che cercano soluzioni, avanzando contemporaneamente delle proposte riabilitative indegne e ridicole, e chiudiamo subito questo argomento.
Appunto, questo contesto: le famiglie hanno bisogno di capire, è giusto rispondere bene alle domande, motivando bene tutto, cioè le basi neurofisiologiche su cui si basa ogni proposta: però senza fare credere che ci si sente i più intelligenti di tutti, perché non è vero, perché c'è sempre da imparare da tutti, perché cambiare gli stimoli talvolta può fare molto bene al paziente.
Detto tutto questo, la famiglia deve capire, è timorosa, talvolta si è confrontata con altri ambiti professionali, come dire, un pochino aggressivi nell'offrire il "prodotto".
Per cui, quando si è gentili, aperti al dialogo, e accoglienti, ad un certo punto arriva la domanda che tutto regge:
Ma se l'approccio riabilitativo è praticamente lo stesso, com'è che quelli il metodo lo fanno pagare almeno 3 volte tanto? Sono loro bravissimi o sono incapaci quelli che si fanno pagare meno? O ci prendono in braccio, con la scusa del metodo?
Ecco, noi tendenzialmente non rispondiamo a questa domanda: ci limitiamo a dire che noi siamo sempre a disposizione per chiarire ogni scelta terapeutica.
Io credo che la gentilezza e l'accoglienza facciano parte integrante del progetto riabilitativo, non siano un di più. E che nei confronti di chi è evidentemente sfortunato, proporre un "prodotto" con modalità commerciali aggressive sia indegno.
Buona Giornata.
Angela