venerdì 29 novembre 2019

Nessun obbligo.

Io voglio ringraziare Boog perché, proprio nel giorno del Grazie, ci ha raccontato una bella storia, che sono andata a cercare sulle pagine lombarde. È un Grazie che esistano i due operai che non hanno esitato meno di un nanosecondo a salvare il pensionato scivolato in Po, prima che la corrente diventasse troppo forte da trascinarlo via: visto che il Grande Fiume è tornato "normale", come dice Boog, ma non va mica piano. 
Invece, non c'è proprio nessun pensiero positivo da esprimere per la storiella di oggi. Vi dirò di più: è la classica faccenda noiosa, scontata nella sua pochezza, che se la si racconta in coda  dal panettiere, la gente si stufa perché sono sempre quelle. Tristezza nella tristezza.
La Ragazza Venuta Alta vive con la famiglia in un alloggio di un condominio di 10 piani, ovviamente  dotato di ascensore. 
Mercoledì la mamma, chiacchierando con i vicini di condominio,  scopre che l'ascensore verrà bloccato dal lunedì al venerdì nella settimana del 9 dicembre,  e sarà completamente inutilizzabile. Vuol dire che la Ragazza Venuta Alta non potrà uscire di casa.
Attenzione: la mamma l'ha scoperto da chiacchiere casuali, che vuol dire che, se per qualunque motivo, lei non avesse incontrato i vicini, che ne so, fosse stata bloccata in casa dalla tareffaggine per qualche giorno, o fosse stata via, non l'avrebbe saputo o l'avrebbe saputo all'ultimissimo momento, la mattina stessa del blocco, per intenderci.
Non era apparsa nessuna comunicazione ufficiale, e, soprattutto, non era stata contattata per segnalare quello che per questa famiglia è evidentemente un problema.
I vicini sono veramente caduti dal pero: perché nell'assemblea condominiale, che aveva deliberato i lavori e la conseguente spesa, loro avevano ricordato la presenza della ragazza e quindi la necessità dell'informazione, e l'amministratore aveva detto che si sarebbe provveduto.
Il problema è  irrisolvibile proprio solamente per la ragazza,  perché tutti gli altri possono accedere ai loro appartamenti passando dall'ascensore della scala adiacente, uscendo sulla terrazza e facendo un giro che fa rientrare sul pianerottolo: non è comodo ma nemmeno impossibile per i camminanti. Il problema è che questo percorso non è accessibile per una carrozzina per la presenza di gradini.
La mamma, assai inferocita, chiama l'amministratore, e lì comincia il palleggio, che manco Pelè: doveva essere il suo padrone di casa ad informarla. Il padrone di casa dice che tanto lui alla riunione non c'è andato, e che comunque lei come inquilina potrebbe chiedere i verbali delle riunioni stesse. Nuovo palleggio sull'azienda che deve fare il lavoro che pare fosse stata incaricata di avvisare: che peraltro c'entra proprio poco, oserei dire.
Insomma: bene che vada, se ne sono dimenticati. Oppure,  meno bene ancora, se ne sono proprio fregati.
A questo punto, ieri, giovedì, appare la comunicazione ufficiale appesa nei vani comuni. Così la Madre Isterica è contenta.
E, tristissimo, il succo è stato questo: è ovvio che tutto richiede una manutenzione, ed è ovvio che uno che vive in una casa con un ascensore deve sapere che ogni tanto può capitare; ed è, soprattutto, altrettanto ovvio che, uno che ha dei problemi, deve sapere che deve sempre arrangiarsi in ogni momento, perché le emergenze possono capitare: e quindi la mamma della Ragazza Venuta Alta è tenuta ad avere sempre delle soluzioni. La Madre Isterica, sempre ovviamente.
Peccato che però questa non sia stata un'emergenza:  non è stato un guasto che si è verificato improvvisamente, caratteristica essenziale dell'emergenza, e che richiede un blocco prolungato per la sua complessità di soluzione.
Si tratta di manutenzione ordinaria, che poteva essere, ovviamente, sempre ovviamente, comunicata: e soprattutto, in questa situazione particolare, concordata.
Visto che era stata inadempiente, la madre isterica si è eccome procurata coppia del verbale dell'assemblea condominiale: nella quale viene deliberata la spesa, ma non c'è nessuna indicazione sull' emergenza e sull'urgenza del lavoro. Evidentemente sarebbe stato possibile pianificare questo lavoro, già nel passato, nel corso dei mesi: ad esempio parlando con la Madre Isterica, e, consci dei disagio, cercando di pianificarlo in un momento in cui, per esempio, la famiglia andasse in vacanza o comunque avesse meno problemi nell'organizzarsi.
Ovviamente non si sta commettendo un crimine, ponendo la  famiglia in una situazione come quella che potrebbe capitare, per esempio, con un terremoto, per cui vengono buttati sotto i ponti. 
Però è stato creato un disagio oggettivo: perché la soluzione è semplicemente rimanere a casa al caldo. La motivazione di tale comportamento risiede nel fatto che non ci fosse nessuna necessità di avere delle particolari precauzioni nella gestione di questa particolare situazione, perché questa famiglia è, a tutti gli effetti, rappresentata da condomini come gli altri come gli altri.
Gli altri si arrangiano, lo dovete fare anche voi: non avevamo particolari obblighi verso di voi.
Peccato che non sia vero, perché la Ragazza Venuta Alta non è un condomino come tutti gli altri.
Quindi non è commesso un crimine, ma il  ritenere che sia un dettaglio che la ragazza rimanga chiusa in casa è quantomeno una leggerezza.  Peraltro rimanere chiusa in casa improvvisamente, perché,se la mamma non avesse chiacchierato per caso, non l'avrebbe mai saputo se non a frittata fatta.
Perché è vero che la ragazza non morirà di fame e di freddo, rimanendo chiuso in casa:  ma non potrà frequentare il posteggio diurno, e sarà quindi necessario pianificare un'assistenza in casa che non è scontata. Come non è scontato che la ragazza non abbia delle cose importanti da fare, che in effetti ha: perché la fisioterapia, per esempio, è essenziale per non avere dolori e per la patologia specifica non è fattibile a domicilio. E anche l'isolamento sociale non è comunque da sottovalutare. Anche decidendo di fare i reclusi, è comunque una situazione che va pianificata per tempo. 
Ovviamente la famiglia sta già cercando una soluzione, che vuol dire un trasferimento per quei giorni: ma i giorni davanti per trovarla, questa soluzione, sono solo 10. Che non sono mica tanti per trovare una sistemazione accessibile e gestibile, per un disabile adulto, con quindi una misura di carrozzina (che non è la carrozzina di uno che gioca a basket, ma un sistema posturale di una persona che non ha il controllo di capo e tronco, giusto per rovinarvi completamente la giornata con i pensieri) che richiede degli spazi specifici. Con una accessibilità che sia anche economica.
Però io ve l'avevo detto che era una storia noiosa, che sono sempre quelle. Non cambiano proprio mai.
Buona Giornata.
Angela

giovedì 28 novembre 2019

Ringraziamento.

La prima cosa di cui ringraziare è che non ci è franato niente sotto i piedi In questi giorni, il che, ormai, è davvero una fortuna. E anche che abitiamo in una casa calda ora ma fresca d'estate, con tutti i vestiti puliti, e che non si allaga.
Indubbiamente non è piacevole pensare al conto di ciò che non si fa, soprattutto quando fior di psicologi insistono sull'importanza delle piccole cose nella grande economia cosmica. Per cui in questo anno abbiamo rinunciato al profumo delle pizze e delle torte che cuociono nel forno: ringraziamo perché, comunque, in casa nostra le cose buone entrano comunque dalla porta già fatte, soprattutto quando mi vedono  con la faccia un po' più così del solito. Mi sono fraccata la decima costa, e non è stata una passeggiata, ma ringraziamo perché era solo la tosse. Abbiamo rinunciato al giardino d'estate, ma ringraziamo gli ibischi e il rosmarino che son venuti lo stesso, perché madre natura arriva dove non arriviamo noi. Abbiamo, ad oggi, anche rinunciato al giardino d'autunno: ma ringraziamo perché non ha ancora cominciato a ghiacciare, e quindi possiamo ancora sfoltire e coprire. Abbiamo, di recente, rinunciato a lavare e pulire e cucinare verdure fresche, perché non riuscivamo più: ma ringraziamo, perché alla fine anche quelle nei piatti ci sono. Abbiamo rinunciato a vacanze da copertina, ma ringraziamo perché comunque, dopo due interventi in dieci giorni, siamo comunque andati in una collina fresca e in una casa molto più che confortevole. Abbiamo rinunciato a invitare gli Amici a sedersi a tavola con noi, perché non riusciamo più tanto a sederci a tavola, ma ringraziamo perché loro entrano  comunque anche se noi non facciamo salotto, il caffè se lo autogestiscono, e chiacchierano, e ci portano notizie dal mondo, e intanto tengono d'occhio le nostre giornate. E se mettiamo fuori la testa, quando capita, senza organizzare niente perchè niente si può organizzare, qualcuno che ci dedica un saluto c'è sempre. E abbiamo rinunciato a frequentare regolarmente la biblioteca, ma ringraziamo perché, quando ci andiamo, a noi è concesso un carico di libri che ci vuole la carriola, e, comunque, sempre grazie agli Amici, un libro a settimana da leggere c'è sempre. 
E lo scorso novembre avevo cucinato un pezzo di fesa  di tacchino frullandoci insieme i mirtilli e facendo la purea con la patata americana, e ci eravamo sentiti molto oltre oceano; e ieri ci ho rinunciato a preparare per oggi, perché ero più stanca di un asino. Ma ringraziamo, perché, comunque, del cibo ci sarà per tutti quanti: oltretutto, è pure un periodo in cui Fabullo mangia proprio volentieri, e lì altro che ringraziare. 
Sia reso Grazie  sempre a voi Amici perché non siamo soli, perché il trucco è tutto lì.
Buona Giornata.
Angela

mercoledì 27 novembre 2019

Stare al mondo. Questo mondo.

Apperò, "solo" 4 e 40 il Po? Gulp, però se Boog è tranquillo come un papa, e va con la bici,  noi deglutiamo e siamo contenti. Deve essere impressionante, per noi che non siamo abituati. Immagino che per Boog, e per gli Amici che guardano il fiume, sia qualcosa che si ha dentro, il fiume come il sangue, per cui si impara a sapere che, sostanzialmente, comanda lui, e bisogna aspettare che passi, tutta quell'acqua.
Un grosso pezzo della nostra famiglia arriva da quelle sponde, e diciamo sempre che dobbiamo far vedere ai Bambini (!) quelle rive lì; poi, ovviamente, sono decenni che non ci andiamo.
Speriamo vada liscia davvero, oggi viene di nuovo giù che Dio la manda, ma pare duri poco. Certo che piove sul quel che è già bello zuppo, fà che non frani più niente.
Vi conto del numero di ieri, suvvia.
Insieme al giro del Terzo Settore stavamo analizzando una serie di iniziative: c'è un bando, rivolto a famiglie con fragilità economiche di vario tipo, di quelli promossi da una fondazione famosa, molto vip, e dai vip molto promossa.
Leggiamo bene: viene pubblicato di venerdì, la scadenza della presentazione delle domande è dopo 15 giorni, è necessario (nonché giusto) fornire il modello isee, e viene sottolineato chiaramente, nel senso che è scritto bene: ricordatevi che ci vogliono almeno 10 gg per averlo. 
Appunto: e quindi metti la scadenza dopo 15 giorni, partendo da un venerdì? Sono stata guardata male perché non si dicono certe cose su istituzioni che fanno tanto del bene. Ma no, ma leggi bene. 
Leggo bene, conto sulle dita, e mi scuso: la scadenza è dopo 16 giorni e non 15. Non mi sembra proprio una differenza determinante.
È appunto un bando rivolto a soggetti fragili,  che non è detto che abbiano la certificazione pronta (anche perché peraltro ormai ha una durata brevissima e poi va rifatta), magari si tratta di soggetti che vanno aiutati a fare quella certificazione, e quindi diciamo che è un bando meraviglioso? Mah. 
Così è se vi pare,  diceva uno geniale.
Oggi si potrebbe aggiornare così: così è se così lo si pubblicizza.
Lo ammetto, mea culpa,  anche questa volta: la disonestà intellettuale mi manda in bestia, penso che sia una grande causa di malfunzionamento di tante cose. 
E quindi: si poteva fare quelli che semplicemente andavano oltre senza dire alla fondazione stravip che non si concorda? Si poteva. 
Dimmi che non hai litigato con quelli lì, mia cara, dice LA PAOLA.
Ma certo che lo dico,  perché non ho proprio litigato.  Ho espresso un punto di vista, ecco tutto. Peraltro un punto di vista fatto di numeri scritti nero su bianco dalla fondazione stessa.
Mi sa che quelli che stanno stare al mondo abitano da un'altra parte, dice LA PAOLA. 
Buona Giornata.
Angela

martedì 26 novembre 2019

Aggiornamenti dagli Amici.

Qui, improvvisamente, alle quattro di ieri ha smesso di piovere ed è venuto fuori un cielo turchese con le nuvole che correvano che manco l'Irlanda. Era l'autunno più dorato che ci fosse, brillante. Lucidissimo, con quel che era venuto giù. Le montagne bianche abbaglianti. In compenso sulla strada si vedevano, sempre lucidamente, buche da tutte le parti. E qui roba piccola, che non blocca nulla, per cui bisogna solo andare piano. Tutto il resto della regione è in panne. 
Oggi sarà di tregua, e pare ricominci tra stanotte e domattina: sembra una roba da poche ore, per fortuna, su una situazione però già zuppa, per cui  vediamo cosa ne esce.
E oggi aspettiamo invece notizie da Boog, si spera in perlustrazione in bici e non in barca, per la piena che sta arrivando. Che il Grande Po sarà anche affascinante, ma lo è di più quando sta bravo. Mi pare di capire che l'onda sia prevista per il pomeriggio.
Facciamo tutti  grandi e grandi complimenti alle due ragazze quadrupedi sul Golfo, dove mi pare invece che la poesia sia un tantino messa da parte, in questi giorni, a favore di parole che non fanno rima, non allitterano, sono poco metaforiche e tanto terra terra, ecco. Soprattutto la collaborazione tra la nera e la bionda nel fare danni ha un suo perché, che parte, comunque, dal come accidenti ha fatto un cane di 10 kg a lussarsi la rotula. Come dire, gli Amici di Fabullo non conoscono noia, quella meravigliosa con le ciabatte e la copertina.
Fabu è stato a scuola tutta la giornata senza mal di pancia, forse l'abbiamo sgamata. O meglio: per ieri l'abbiamo sgamata di sicuro, la mezzanotte è oggettivamente passata. I professionisti del vivere alla giornata.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 25 novembre 2019

Qui sotto controllo.

Aspettiamo notizie dagli Amici di Fabullo, soprattutto quelli sul Golfo e quelli sul Po, che forse quelli sull'Arno stamattina tirano il fiato.
Fabullo ha avuto mal di pancia da venerdì pomeriggio a sabato sera, ieri è andata liscia, se è finita così siamo signori davvero.
Però a fare musicoterapia oggi non ci andiamo, e abbiamo bloccato tutto quanto in onlus: parecchi bambini dovevano spostarsi parecchio come noi, terapista compresa, ed è tutto troppo difficile.
Nei km qui intorno, a differenza che in tutto il resto del Piemonte e della Valle, la situazione è sostenibile, nel senso che non ci sono grosse frane, non sono crollati ponti, gli allagamenti sono piccoli. Però non è roba da mettersi a fare tanta strada, che i punti chiusi sono tanti e, dove si passa, sarà un traffico poco sostenibile. 
Paulo Aimo Pendolare ha preso il treno, perché molti erano soppressi ma il suo c'era, e adesso speriamo che vada liscio con tutti i ponti da attraversare. In compenso nel sottopasso della stazione scende acqua dal soffitto, sopra il cui soffitto passano i binari. Vabbè.
Buona Giornata.
Angela

venerdì 22 novembre 2019

Possibilissimo.

Fuori vien giù che sembra l'acqua della doccia: pare che sarà un fine settimana di allerta meteorologica con poca neve in alto perché fa troppo caldo, per cui i torrenti si riempiranno, e scendono ripidi, e quindi saranno subito fiumi pieni.
Per fortuna noi andiamo in terapia a mezzogiorno, quando la tangenziale, in teoria,  non è troppo piena: e, se marca male, è più facile capirlo e tornare indietro. E Paulo Aimo Cittadino fa il provinciale  lavorando da casa, perché c'è sciopero dei mezzi a Torino. Il che potrebbe anche, in effetti, far piantare talmente tanto la tangenziale che a mezzogiorno è un delirio comunque. Vabbè, vedremo un po'.
Il primo obbiettivo è più, come dire, terra terra: sperare che non diluvi proprio quando, nei vari giri casa scuola terapia casa, bisogna caricare e scaricare Fabu su e giù dalla rampa in macchina: perché siamo maestri nel non farlo bagnare, cappello da pioggia (vietato perderlo vietato perderlo) e giacche lunghe e anfibi ai piedi,  in modo da non fermare la carrozzina sotto l'acqua e girare noi tra le pozze e nelle pozze; maestri sì, ma stanchi morti. 
Uhhh, dicono Quelli Che Sanno, ma possibile che siate sempre stanchi? Possibile, dico io.
Buona Giornata.
Angela

giovedì 21 novembre 2019

Storie di Spati.

La nebbia, mammasantissima, che qui non c'è mai, e invece stamattina non si vede oltre al garage. Speriamo sia solamente qui, nebbia alta, dopo tutta la pioggia. Perché se invece è solo   la coda di ciò che c'è scendendo in pianura, non la voglio pensare la tangenziale.
E quindi continuo a contarvi della onlus, si vede che questa settimana gira così: ieri sono arrivati 4 colli di materiale, ne ho sdoganato altro che arriverà oggi, insieme ad altro ancora che, per fortuna, è europeo, così un lavoro in meno.
Tra le varie cose che faremo oggi ci sarà anche iniziare a smistare un carico di vestiti: che verranno, a seconda delle taglie, passati alle diverse famiglie e al centro rifugiati, con consegna diretta nelle mani della responsabile. Sempre a proposito di cose usate ma nuove, arriva anche un carico di libri: che verranno tenuti per le terapie in sede, dati alle famiglie per la stimolazione a casa, portati nelle scuole per i lavori con i singoli bambini in carico, messi nella sala d'attesa dove i fratellini di passaggio potranno prenderli e portarli anche a casa, divisi anche con il centro rifugiati se la responsabile dice che ce n'è necessità.
I terapisti si occuperanno dei libri, perché sanno loro di cosa è utile  pensando ai pazienti; io dei vestiti, che verranno caricati sul furgone e portati a casa  per dividere con calma. 
Il tutto, tangenziale permettendo, sempre lì si arriva.
Ve ne conto un'altra: che stamattina parlavo con Spathiphyllum, Spati per gli amici, e mi chiedevo, e gli chiedevo, com'è che sopravvive da tanto, mette sempre foglie, ma piccole, non fiorisce mai, poi le foglie diventano marroni e brutte, ma tanto ne mette sempre altre, però è sempre poverino.
Perché gli parli, mia cara, dice LA PAOLA, e pure gli canti, sempre mia cara. Può essere, dico io, in effetti. Ma il mio primo pensiero è che è come noi, che resiste. Adattamento all'ambiente, mica me lo sono inventato io. Buon Spati a tutti, per intenderci.
Buona Giornata.
Angela

mercoledì 20 novembre 2019

Lavoretti.

Ieri mattina alle sette Paulo Aimo Pendolare, uscendo, mi ha detto: apro un po' il rubinetto della cisterna di raccolta dell'acqua (la usiamo per bagnare il giardino) che non trabocchi. Chiudila a metà mattina. 
Come no. Figuriamoci se io mi ricordo. Infatti l'ho chiusa ieri sera, dopo 12 ore, quando Paulo Aimo Accampato è stato un'ora e un quarto a Porta Susa in attesa che qualcosa partisse, per un guasto elettrico che ha paralizzato tutto per più di due ore. E figuriamoci cosa c'è nelle principali stazioni torinesi all'ora del rientro, i marciapiedi si sono riempiti di centinaia di persone, anziani che non stavano più in piedi dalla stanchezza ma le panchine sono 4 in croce, ad un certo punto partiva un piccolo locale che però è stato fermo 20 minuti perché non riuscivano a chiudere le porte, gente che urlava, insomma, quando la città diventa un'entità insostenibile. Paulo Aimo ha poi preso il suo solito treno partito con 70 minuti di ritardo. 
E, intanto, io tardocca ho chiuso l'acqua. Però va detto che, con tutta quella che è scesa ieri, per il momento difficilmente ci disidratiamo. E quindi, chissà Luana, dalle notizie l'Arno sembra tranquillo, chissà che preoccupazione però.
A mia parziale discolpa, va detto che ieri ho cominciato a sdoganare il materiale che abbiamo ordinato per la onlus e che sta cominciando ad arrivare dagli Stati Uniti, e io odio sdoganare: perché è un lavoro che bisogna fare in quel momento lì, senza smettere, finché non si è finito, e danno le informazioni con il contagocce, per cui tutto va rifatto cento volte.
E poi arrivano Quelli Che Sanno: ma perché Lei ha questa mania di rivolgersi all'estero, e poi chissà cosa compra, perché quello che non c'è qui vuol dire che non va bene e non serve.
Vi giuro che ancora si dicono simili cose: nella assoluta incomprensione dei meccanismi economici. Ma senza fare in complottisti o i polemici, è solo un dato di fatto: ci sono materiali che non hanno ancora un importatore, e sono materiali assolutamente autorizzati, solo da sdoganare. Soprattutto perché, se Quelli Che Sanno continuano ad avere servizi di riabilitazione con solo un pallone e un tappeto vecchio e sporco, e continuano ad esserne soddisfatti, non si crea la domanda per cui ad un'azienda convenga importare, non ci sono i numeri. Oppure, ci sono già materiali equivalenti importati, ma che costano il triplo per i vari passaggi da fare dai vari operatori coinvolti, che giustamente vanno pagati. 
È chiaro che è un lavoro: ma se ce la faccio io, tardocca e volontaria, vuol dire che si può fare, in maniera regolare, con tutte le procedure e le fatture a posto. Eh, ma sa com'è, continuano Quelli Che Sanno, alla fine si danno più soldi agli enti benefici che a noi che lavoriamo tutti i giorni. 
Portate pazienza: la onlus fa questi investimenti ogni tanti anni, quando ha soldi in cassa, e, nello specifico, stiamo parlando di 2000 euro. Io non ci credo che un servizio,  che fa girare in vari modi ben altre cifre, non possa parlare di 2000 euro. Che noi invece ci mettiamo anni ad accumulare e a chiedere.
E bon, oggi si continua, man mano che arriva la roba, il tutto incastrando l'assistenza di Fabu.
Buona Giornata.
Angela

martedì 19 novembre 2019

Il dire del non dire.

Mammasantissima, che paura tante cose, ma stamattina che paura che fa l'Arno per il lavoro di Luana. Ci mancherebbe questa, pensando a che fatica si fa già a tirare la carretta nelle piccole aziende. Non so cosa si dica a Firenze con questi pensieri, forse si chiamano in causa maremme varie. Nel profondo nord ovest diremmo boiafàus con aria pensierosa, allargando per bene la a.
Qui siamo sempre tranquilli, ma continua a piovere. E quindi pensiamo eccome a Luana, la pensiamo tanto. 
Vi conto che ieri mattina una compagna di mille avventure mi chiedeva ridendo com'è che si può inventarsi ogni giorno qualcosa da raccontare. E poi si è fermata perché si è resa conto di sapere già la risposta. Che il problema, ma quello grosso, è l'opposto: cioè la quantità di cose che non si raccontano. 
Non si possono raccontare perché bisogna sopravvivere: è vero che è sempre tutto documentato, che non facciamo  un passo senza produrre un documento inattaccabile, e quindi ci si può sempre difendere. Ma difendersi costa un'immensa fatica, e anche un immenso dolore.
Ed è la frase tipica delle Madri Isteriche: lo so che è così, lo so che dovremmo fare, lo so che non dovremmo permettere, ma non abbiamo tempo, non abbiamo voglia, è una battaglia persa, in qualche modo poi la paghiamo. Se volete ve lo giurano, sempre con il sangue.
E beati voi che tirate fuori il senso di persecuzione dei depressi: è invece una sacrosanta verità. 
Perché poi, gira e rigira, qualche dispetto viene fuori. E nel grande marasma dell'inadempienza, che è veramente immenso, poi questi sono dettagli: per cui queste persone rimangono sempre lì. 
Ellosò che è una tristezza, ma non so che dirvi. Se non tutto quello che vi dico. E non vi dico.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 18 novembre 2019

Autoreferenziale. Spudoratamente.

Che bella l'immagine di Mercurio di Salvatore. Galattica letteralmente, stavolta, e piena di poesia.
Dateci vostre notizie meteorologiche: perché leggiamo i giornali ed è veramente tutto che, in tanti modi, si sgretola, dall'Arno in poi. Qui sembriamo un'isola felice, con mezzo Piemonte senza luce e franato, noi, in quest'area, siamo tranquilli, strade libere e ponti aperti, nonostante la tanta pioggia. Ci siamo anche salvati dalla neve, che è vicina ma non qui.
Proseguiamo con l'opera di auto incensamento della onlus: ieri ho ordinato 2000 euro di materiale grazie ad un finanziamento arrivato proprio per quello scopo. Si tratta di materiale di uso molto quotidiano, che verrà offerto alle famiglie, come i cerotti per intenderci, o fatto girare, come alcuni giochi terapeutici, che servono per rinforzare a casa ciò che si fa in terapia.
Siamo contenti prima di tutto perché è un maggiore supporto che si offre, certamente. E poi, davvero, anche per orgoglio: perché è davvero un finanziamento arrivato per premiare la bravura dei terapisti. Nel senso che, in quanto piccola realtà, magari facciamo fatica ad accedere a grandi bandi, come quelli europei, in cui bisogna, giustamente, dimostrare competenze economiche e numeriche molto ampie; però arrivano i riconoscimenti concreti, di chi vede il lavoro quotidiano, concreto, tangibile, davvero a favore dei pazienti e non dell'associazione in sé, e quindi decide di aiutare. 
E siccome che sono lanciata nel lodare e sbrodare, ve ne conto un'altra: la settimana scorsa una terapista ha accompagnato una famiglia dal fisiatra per la prescrizione di un ausilio, per illustrare allo specialista perché è stato scelto quello. È il medico del servizio territoriale, che vediamo quindi spesso perché ha in carico parecchi pazienti. Prescrive sempre, ma fa anche sempre molte domande: perché questo, avete valutato che, eccetera: giustamente, sia per tutelare i pazienti, sia per fare prescrizioni congrue, visti i costi e il fatto che è poi lui il responsabile in caso di contestazioni da parte dell'economato dell'Asl.
La settimana scorsa ha ascoltato la terapista, guardato tutto, è stato zitto, e poi ha detto: certo che voi non ne sbagliate una.
Insomma, ogni tanto un po' di sano auto spargimento di polvere dorata male non fa.
Però adesso basta, la pianto.
Buona Giornata.
Angela

venerdì 15 novembre 2019

Effettivamente, non proprio uguale.

Mah. Ieri Fabu ha avuto 4 crisi motorie in un'ora. Speriamo sia un caso: ogni tanto, sporadicamente, senza spiegazione, capita. Ovviamente, però, è più probabile capiti se c'è un disequilibrio: sostanzialmente, vista la sottoscritta solo l'altro ieri, speriamo non stia covando l'influenza.
Facciamo che andiamo oltre e vi conto il carro davanti ai buoi, nel senso che non è fatta ma siamo ottimisti.
Ieri la onlus ha chiesto ad un ente benefico un regalo: un test sul cognitivo di quelli che servono alle scuole per chiedere, per esempio, le certificazioni. La onlus ha gli operatori qualificati per somministrarlo, ma non ha il test in sé. Quando ce l'avremo, sarà possibile aiutare le famiglie, è le scuole, offrendo anche questo servizio,  che vogliamo gratuito: nel senso che così non dovranno più fare lunghe liste d'attesa nel sistema pubblico. E l'omologazione del test è legata al numero di licenza del test e dell'operatore, non al timbro del sistema pubblico: per cui sarà un servizio davvero.
Non sarà domani, ma siamo molto ma molto ottimisti: i rappresentanti di questo ente avevano la faccia di chi lo dava per scontato; oltretutto uno di loro, per ragioni professionali, sapeva molto bene di cosa stiamo parlando, per cui hanno proprio apprezzato l'idea.
Quello che ci ha reso molto ma molto orgogliosi, è stato il vedere che hanno dato per certa la qualità del lavoro offerto dalla onlus, come qualcosa di assodato nel territorio. Come dire: il buon lavoro porta sempre grandi cose. 
Insomma, ieri sera, dopo le crisi di Fabullo, nel delirio della tangenziale, che veramente ormai c'è da pregare di uscirne vivi ogni volta, con una pioggia che complicava tutto, camion lunghissimi che cambiavano corsia suonando, corsie da cambiare che in realtà non c'erano, lampeggianti della polizia che cercavano di moderare il pericolo, inserimenti inventati, io ho saltato Cohen, i Clash, i Dire Straits e compagnia cantante: e sono passata a Shakira. Quando ci vuole ci vuole.
Eri uguale, mia cara?, dice LA PAOLA, che usa la tangenziale per ascolti più intellettuali. 
Vabbè, adesso. Dico io.
Buona Giornata.
Angela

giovedì 14 novembre 2019

Niente lussi, attenzione al budget.

Al risparmio, lentamente, oggi è così, ma siamo ottimisti.
Perché ieri notte non mi sentivo proprio benissimo, ma niente di grave; all'alba un po' di nausea, ma la giornata si è avviata come al solito.
Alle dieci ho portato a scuola Fabu  e tutte le volte che muovevo la testa la nausea aumentava. Sono tornata a casa che sempre lei, la nausea, andava e veniva che neanche la marea in Normandia, ma non così poetica, con onde sempre più lunghe e più alte. Con l'aggiunta di brividi e male ai capelli alle unghie alle sopracciglia, dappertutto.
Ok, è tareffaggine fulminante, fa che duri pochissimo. 
Nussgnùr ci ha messo la mano: perché è capitato in un giorno in cui Fabu non aveva pomeriggio, ma Paulo Aimo faceva solo mezza giornata di lavoro da casa. E quindi io mi sono sdraiata con coperta e borsa dell'acqua calda; e lui è andato a prendere Fabu e si è occupato di lui, ha sparecchiato la colazione e tutto è stato sospeso. Ci siamo dati come unico obbiettivo la lavatrice, perché la settimana si è già abbastanza imballata così. 
E poi, verso le tre, la marea pian piano si è ritirata, è veramente stata una roba fulminante ma breve, per fortuna, e per fortuna ieri, oggi sarebbe stato tutto peggio. Ieri sera solo più i dolori, stamattina neanche quelli, solo il senso di un carro armato passato e ripassato su ogni ossicino: da cui il procedere con calma e al risparmio, perché oggi sarà campale, dobbiamo anche andare a fare fisioterapia. Ma siamo contenti sia andata così, perché l'influenza è un lusso che non rientra nel nostro budget.
Però la macchina organizzativa impostata ha funzionato da sé: ieri mattina erano pronti gli rx, la segretaria del cup li ha ritirati, li ha portati alla Zietta vicina di casa e ieri pomeriggio li avevamo: e sono invariati, ed è una grandiosa vittoria!
Poi sono arrivati i preventivi per tutore della mano e standing di Fabu: i terapisti avevano tutto pronto, relazioni, foto, misure articolari, hanno mandato tutto alla dottoressa e si sono sentiti, la dottoressa ha già preparato le prescrizioni, in questi giorni qualcuno passerà allo sportello a ritirarle.
Insomma, nel nostro più totale delirio, siamo delle macchine perfette. Però, ora, al risparmio. Nuovamente testa appoggiata per un attimo, solamente in poltrona, mettendo la sveglia tra 5 minuti. Stasera mozzarelle per tutti.
Buona Giornata.
Angela

mercoledì 13 novembre 2019

Conflitti.

Nei nostri confronti in rete, di Quelli Che Fanno, emergono due modalità di rapporto con Quelli Che Sanno. Le Madri Isteriche come me, che partecipano solo alle iniziative utili, o, meglio, alle iniziative che ritengono utili: e già lì nasce il problema. E certo, signora mia, perché lei non lo sa che cosa è utile per lei, glielo diciamo noi, ma lei rifiuta tutto. 
Ok, dico io, ma e se fosse che tutto quello che mi proponete è inutile? Anche questo è un punto di vista. 
E lì si pianta tutto, è un punto di non incontro.
Poi c'è l'altra corrente di Madri Isteriche, che partecipano nella speranza che ne esca qualcosa e perché non sanno dire di no.
Attenzione: non sono giudizi sulla forza di volontà, intendiamoci. Era proprio un confronto per la valutazione dei servizi offerti in cui sono emerse considerazioni personali sul perché se ne usufruisce oppure no.
In realtà il tirare le fila non è stato confortante sotto nessun aspetto.
Prima di tutto: le famiglie più partecipi, diciamo così, hanno figli meno gravi. Attenzione ancora: è un dato di fatto, non un dato polemico. Certo che è abbastanza lecito pensare che, è possibile, per le situazioni più gravi manchi il supporto che permetta loro di essere partecipi.
Poi: le famiglie meno partecipi non vengono nemmeno più invitate; viene talora il dubbio che non vengano invitate perché poi tirano fuori problemi che nessuno vuole sentire. Detto questo, non vengono mai considerate nelle offerte, e pare sia perché sono le famiglie stesse che rifiutano e quindi è una scelta loro non usufruire dei servizi: questa è la risposta data da Quelli Che Sanno.
E qui emerge, dati alla mano, che però ci sono situazioni che non vengono contattate da alcun servizio da anni: che è quello che poi diventa evidente quando si leggono sui giornali vicende di abbandono medico-sociale  che finiscono in tragedia, il mitico Nessuno ne sapeva niente.
Sull'altro versante ci sono le opinioni delle famiglie partecipi: che riferiscono come la partecipazione porti a qualcosa di utile in rarissimi casi. Spesso la frase ricorrente è: è stato faticoso andare lì, avrei preferito fare altro, non è servito assolutamente a niente, ma non siamo capaci di dire di no perché abbiamo paura ci trattino male quando abbiamo bisogno di loro.
Ma quando avete bisogno venite ascoltati? No, perché ci viene risposto che non è quello il servizio che può aiutarci. 
Insomma: è abbastanza evidente che emerga sempre una situazione di conflitto tra servizi, in vari settori, che esistono per supportare utenti fragili e gli utenti stessi. 
È abbastanza evidente che ti cerchi sempre rogne, mia cara, dice LA PAOLA. 
Quello che dico io è che ieri ha centrato il punto Boog, mito riconosciuto: che certi inghippi che si creano sono "criminali".
Buona Giornata
Angela

martedì 12 novembre 2019

Tutto è bene. Mah.

Ahhhh, i mestoli e i paccheri: sono storie meravigliose perché ci fanno, come dire, sentire tutti nella stessa barca. Quella del Nussgnùr tènme le màn, come si dice da queste parti!
Però l'idea delle calze post basket che finiranno sul banco di scuola è uno spettacolo; ed è ancora più uno spettacolo immaginare la faccia di Quel Matematico che, semplicemente, prende la calza e la sposta di fianco all'astuccio, tutto preso a calcolare limiti e iperbole, o quelle cose che fa lui che solo Dio sa e io no di certo.
Oggi la pianto con i deliri che mi invento, i possibili scenari di certi pensieri in evoluzioni, fiduciosa che tanto non capitano.
E vi conto invece una storia giurabile con il sangue in qualunque istante, perché è successa ad una famiglia della onlus tra venerdì e ieri.
Allora: venerdì in tarda mattinata una Madre Isterica chiama la onlus disperata: è appena arrivato il verbale di revisione perché siamo andati a visita e ci hanno tolto la 104.
La 104, per intenderci è la condizione di handicap, il passo successivo all'invalidità, quella che definisce la necessità di assistenza.
Per altro, in base all'ultima normativa, quel bambino lì non doveva nemmeno essere richiamato alla revisione, ma andiamo oltre in questo momento.
Non possono avervi tolto la 104, mandaci il verbale, intanto che la mente lavorava febbrilmente: quel bambino è stato messo in piedi, non è più necessario portarlo in braccio, per intenderci, non è in carrozzina, per intenderci, ma non è diventato sano, che cosa accidenti possono avere fatto.
Arriva il verbale: la 104 era stata concessa con il comma 1 e non il comma 3. Il comma 3 è quello che definisce l'handicap in condizione di gravità, che, per intenderci, in un caso come questo dà diritto dell'insegnante d'appoggio, per esempio.
La cosa più assurda era che la diagnosi era corretta: una malattia neurologica, genetica, e rara, da cui non si guarisce; un'epilessia farmaco resistente, che vuol dire che non è controllata; ed era scritto bene che il bambino non parla. Insomma, non proprio un quadro sano.
Ma soprattutto: era la stessa, identica, papale papale, dicitura della volta precedente:  quando però il comma 3 era stato concesso.
Ci sentiamo tutti quanti, Autorità compresa, e concordiamo tutti sul fatto che non può essere che un errore.
Però un bel problema: perché l'unica cosa da fare era fare ricorso; ma un ricorso su questi verbali non significa solamente dire: Io non sono d'accordo, torno a visita e ne parliamo, inserendo una richiesta sul portale dell'INPS.
È un ricorso che va fatto al giudice facendosi assistere legalmente, la cosa più semplice e rivolgersi ad un patronato che mandi avanti   le procedure. Ma non è certamente una storia breve. 
Il primo pensiero di tutti è stato: Ma quindi da lunedì gli tolgono la maestra di sostegno?
Concordiamo però tutti sul fatto che valeva la pena fare prima un tentativo: andare banalmente all'Inps e fare presente che poteva essere un  errore di battitura. Sperando di trovare l'impiegata che provava a capirci qualcosa, perché la procedura in sé impone davvero il ricorso: per cui l'impiegata in questione sarebbe stata autorizzata a lavarsene le mani. Insomma era tutto in pasto ad un eventuale buona volontà.
Ovviamente la famiglia era disperata. Per favore, provateci ad andare all'Inps e vediamo cosa succede.
Purtroppo si poteva fare solamente il lunedì, con un fine settimana di mezzo pieno di angoscia.
La Madre Isterica, giustamente, fa gli unici tentativi che si potevano fare a quell'ora, e intanto ci tiene tutti aggiornati. 
Prima chiama Quelli Che Sanno sul versante medico territoriale: che dicono che lo avevano comunicato anche a loro, che non sapevano proprio che cosa farci, che poteva essere che decidessero di togliere il comma 3, che loro non potevano proprio aiutarli.
E lì ci sono cadute le braccia, tanto per cambiare: perché obiettivamente un dirigente medico poteva provare a telefonare all'INPS, lui sarebbe sicuramente riuscito a farsi passare un funzionario, e a capire subito come procedere. Ovviamente l'ASL non poteva cambiare quel verbale, ma aveva più mezzi informali per provare a risolvere la problematica.
Seconda telefonata,  e qui abbiamo raggiunto l'abisso delle braccia cadute. La Madre Isterica si è rivolta ai funzionari del territorio dal punto di vista sociale e assistenziale:  insomma, ha chiamato il suo Ambito.
Ed è successo quello che vi dicevo ieri: siamo mortificati,  ma non sappiamo proprio cosa fare (alzare il telefono non era evidentemente contemplato); provate ad andare a sentire la Medicina Legale responsabile del procedimento.
La Madre Isterica ci chiede:  ma veramente devo andare alla medicina legale?
Ma no, la medicina legale sono parecchi anni che non si occupa più di questa cosa, che l'Ambito non lo sappia è allucinante.
Per cui, sostanzialmente, la famiglia passa un fine settimana da manicomio: pensando a cosa sarebbe successo il lunedì in attesa di fare ricorso e avere un nuovo verbale.  Niente insegnante di sostegno, niente facilitazioni lavorative per cui il padre avrebbe dovuto ricominciare a fare le notti, lasciando la mamma sola nell'assistenza, eccetera eccetera.
Ieri mattina vanno all'INPS  e viene fuori che: si trattava effettivamente di un errore di battitura, se ne erano già anche accorti,  però non avevano avvisato la famiglia che il verbale che sarebbe arrivato non era da considerare perché era già stato annullato. Peraltro, non lo avevano affatto annullato.
Quindi l'impiegata ha provveduto ad annullarlo in quell'esatto istante,  grazie a Dio, e ne arriverà un altro. E loro adesso sono semplicemente nella situazione di chi ha fatto la visita e sta aspettando il verbale a casa,  e andrà tutto bene.
Il fatto che la famiglia abbia passato 3 giorni da manicomio; che eventualmente questi tre giorni li paghi con ulcere, ansie, pianti da stress, eccetera eccetera, non è un problema che possa riguardare qualcuno, ognuno deve essere padrone delle proprie emozioni, perché tutto è bene quel che finisce bene.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 11 novembre 2019

Deliri, seconda puntata.

Proseguiamo con le riflessioni a catena, così, davanti al thè, due chiacchiere. Ovviamente, probabilmente assurde e tirate per i capelli, frutto di una mente ossessiva che tira l'acqua al proprio mulino. Meno male che li posso fare con gli Amici di Fabullo questi pensieri qui.
Allora: ci sono persone con niente. E niente vuol dire niente, se non la propria, appunto, Persona.
Per raggiungere la possibilità di sopravvivere, di mangiare vestirsi chiudere gli occhi e riposare senza paura di violenze attraversano situazioni che sono per noi impensabili. Evidentemente impensabili, perché se sapessimo pensarle sarebbe più semplici.
Arrivano e non dico la medaglia, ma magari si aspetterebbero, che ne so, un abbraccio più o meno metaforico, il Ce l'avete fatta, raccontateci cosa succede in quell'altro mondo li, voi che siete sopravvissuti a fatiche immense e disumane.
Non va proprio così.
In fondo, non è andata così per molto tempo anche per gli scheletri con la testa rasata che tornavano dai campi: nessuno li ascoltava, nessuno voleva sapere. Non abbiamo imparato niente.
Però non è che possiamo occuparci di tutti, con tutti i problemi che abbiamo già, possiamo mica sprecare risorse per loro. (Non è chiaro esattamente quali risorse, ma comunque.)
Adesso tiriamo i ragionamenti da Madri Isteriche. L'handicappato si alza la mattina dopo una notte nella stessa posizione se non è riuscito a chiedere di essere girato e se nessuno ha provveduto. Spera di essere lavato, accudito, nutrito. Non è detto che possa chiederlo, magari può solo sperarlo. Non è detto che non capisca nulla, magari vede tutto, afferra tutto, vorrebbe dire tutto. Cerca di farlo con sguardi e espressioni. Se qualcosa va male, non può nemmeno difendersi.
Vorrebbe dire a tutti quanto è stato bravo ad affrontare tante cose, ma bisogna almeno che qualcuno lo guardi in faccia. Poi passa la giornata in qualche Posteggio, e l'handicappato è contento, perché avrà modo di esprimersi, di far capire che è prigioniero solo nel corpo. Ma viene messo davanti alla televisione, e quei tizi lì dentro parlano da soli. Qualcuno, ogni tanto, passa e lo saluta, l'handicappato; e poi dice: hai visto? L'ho salutato e mi ha sorriso, come sono stato bravo!
Vabbè, ma l'importante è che non vengano picchiati, poi la vita va avanti, non è che si possa investire in qualcosa che poi non rende, con tutti i problemi che già abbiamo.
Secondo voi: sono di nuovo pensieri che fanno rima?
Ma no, Signora Mia, suvvia, non è così, queste cose non capitano, e poi si chiamano disabili, lo spieghiamo sempre agli innumerevoli incontri a cui Lei non partecipa e non La invitiamo neanche più perché è un'ingrata.
Dicono Quelli Che Sanno.
Sono molto ma molto sollevata, dico io. Tenendo conto che sono gli stessi che, venerdì scorso, hanno spiegato ad una Madre Isterica che doveva andare in medicina legale perché le procedure per la 104 le seguono lì, quando è tutto in carico all'Inps ormai da anni. E, dopo che è stato espresso che non era l'ufficio giusto e quindi si trattava di un giro inutile,  hanno quindi spiegato che non è che possono sapere loro queste cose. 
Calcio spettacolo: ma l'Europalì, la Cempionslì, mica la Coppa del Nonno.
I risultati degli rx arrivano questa settimana: a vederli così sembravano invariati, ma aspettiamo che la dottoressa misuri bene gli angoli del femore. 
Ma  Quel Matematico di Firenze, come va?
Vi abbraccio.
Buona Giornata.
Angela

venerdì 8 novembre 2019

Che sollievo.

Facciamo un pensiero filosofico: partiamo dal presupposto che abbiamo paura del futuro per noi e per i nostri figli, perché il sistema socio-economico fa più acqua che il nostro giardino qui fuori stamattina. È innegabile: il mondo del lavoro è precario nel senso che anche le figure formate hanno incarichi brevi, non dignitosi nei ritmi richiesti, e sottopagati. Il che vuol dire crisi di tutti i consumi e di chi i prodotti li vende; vuol anche dire, però, crisi di un sistema basato sulla contribuzione, perché non ci sono le basi per contribuire (vi prego, andiamo oltre al fatto sacrosanto che non farebbe schifo che contribuissero quelli che non l'hanno mai fatto, altrimenti non ne usciamo più), quindi non possono essere finanziati scuole, pensioni, sanità, tutto quanto. Ok? Presupposto talmente ovvio da dare la nausea.  Che si unisce all'evidenza del fatto che, al momento, non se ne esce perché le proposte di tutti gli ultimi anni agli alti vertici sono penose e ai bassi vertici poco si fa perché è sempre concesso (pensate alla storia dell'Ambito, per esempio).
Di qui pensiamo a tutto l'odio verso chi ci minaccia: fanno paura quelli che vengono da lontano, con niente, dimmi te se dobbiamo spendere per loro, è tutto lì il problema, ci portano via tutto; fanno paura quelli che decidono di sposarsi con una Persona che sembra non congrua, perché quando le famiglie erano normali andava tutto meglio, è tutto lì il problema, cosa dobbiamo dare assegni familiari a quelli lì, potrebbero darli a noi che facciamo tutto bene; la follia è quando diciamo che le Signore anziane non dovrebbero andare in parlamento (S di Signora maiuscola, seguente p minuscola) a fare le commissioni di controllo perché non possiamo nemmeno più  esprimere delle opinioni e poi si lamentano che la gente per bene ce l'ha con loro.
Ok? Passo successivo.
Secondo voi, quei pensieri lì, fanno rima con i seguenti: adesso ci manca anche che spendiamo per fare le rampe e i bagni per disabili in tutte le scuole, basterebbe metterli tutti in un posto solo e si risparmia. Oppure: dimmi te se mio figlio non deve fare quella gita lì ma invece quella là solo perché in classe gli hanno messo quello lì. Oppure: si capisce che mio figlio non va bene a scuola, c'è in classe quello con i problemi che disturba, anche l'insegnante si lamenta che non può fare lezione, non che io ce l'abbia con gli handicappati, però, ci manca ancora che ci perdiamo noi. 
Non so per voi, ma per me tutti i pensieri precedenti stanno nello stesso capitolo.
Ma suvvia Signora Mia, lei tira sempre le cose per i capelli, è la sua angoscia di Madre Isterica è Sfortunata che le fa dire questo,  non capitano queste cose. Dicono Quelli Che Sanno.
Non è che si passi il tempo a portare i disabili al centro commerciale, cosa crede?
Meno male, dico io, mi sento molto sollevata.
Buona Giornata.
Angela

giovedì 7 novembre 2019

Anche con le gambe corte.

Di corsa, altro che trotto. Sarà bene passare al galoppo, e poi allungare anche il passo. Sarebbe bello saltare anche gli ostacoli, per esempio la tangenziale, che negli ultimi tempi è veramente un incubo: saranno i cantieri, o sarà che Torino è sempre più inestricabile, per cui gli ingorghi dal centro si sono piantati in periferia e poi in tangenziale. Fatto sta che.
Detto tutto questo, mia cara, dice LA PAOLA, quelli con le gambette non proprio lunghe difficilmente saltano come i purosangue inglesi. Ecco, me ne ero già accorta, dico io.
Per questo dico che sarà meglio darsi una sveglia: perché stamattina andiamo a fare le radiografie di controllo anche e colonna, e lì il traffico non lo troviamo, e non facciamo nemmeno la coda, e il radiologo è meraviglioso e si prende tutto il tempo per preparare Fabu.
L'obbiettivo è il solito che io dichiaro tutte le volte che arrivo lì: le anche non devono essere peggiorate, se vuoi usa anche Photoshop. Sostanzialmente la sinistra, che è quella sub lussata, deve essere uguale allo scorso anno, e a tutti gli anni precedenti. Questo è per noi un grande successo, l'aver evitato un intervento sulla struttura ossea, che questi bambini fanno solitamente entro i dieci anni. Appunto, è già un successo, ma saremmo ben contenti di procedere su questa strada, ecco: per cui, tutti gli anni, le radiografie un minimo di ansia ce la creano, anche se le gambette ci sembrano sempre uguali e non fanno male. 
Ma una mossa ce la dobbiamo dare per essere puntuali, perché il traffico non c'è, ma la possibilità della mietitrebbia sui tornanti non è remota.
Fatte le radiografie, voliamo a scuola, io torno a casa, in un paio d'ore come un ciclone riordino e riorganizzo il resto della giornata, mangio se ho tempo, poi alle due riprendo Fabu da scuola e lo porto a fare fisioterapia, e lì, appunto, incognita tangenziale, dove la mezz'oretta di macchina può essere tutto quanto: come preferire la mietitrebbia. Però ci dobbiamo andare, senza fare quelli stanchi, perché abbiamo appena fatto la botulina, quindi è più importante che mai.
Insomma, via.
Buona Giornata.
Angela