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giovedì 29 maggio 2025

Ancora. Così.

 Ho spiegato al Medico Santo Subito, dopo l'ennesima notte insensata, estenuante, infelice e sconsolata, che avevamo la necessità assoluta di capire almeno la parte respiratoria: perché non succede niente di grave (traduzione: non andiamo in rianimazione), ma il respiro è cambiato. Per questo avevamo necessità di comprendere se fosse cambiato perché c'erano delle ostruzioni oppure no.

Quindi il Medico Santo Subito, sempre poiché Santo Subito, è arrivato a vederlo,  e lo ha visitato bene. Gli ho spiegato che non avevamo ancora fatto la fisioterapia respiratoria nella mattina, e che l'ultimo giro era stato sotto svolto più o meno alle quattro del mattino perché necessario.

Lui mi ha guardato con la faccia più sconvolta che mai. Probabilmente non sconvolta quanto la nostra, anche se con modalità di sconvolgimento differenti.

Comunque l'aria passa bene dappertutto, non ci sono né ostruzioni né segni infettivi o infiammatori. Secondo lui il diverso suono della respirazione è proprio dato da una meccanica più profonda in conseguenza dell'uso degli oppioidi. E bon, lo sappiamo e va bene così.

Mi ha anche detto che dobbiamo attendere ancora per capire se ci sono effetti sia degli oppioidi a dosi molto basse come stiamo utilizzando, sia per l'aumento degli antiepilettici.

Lui pensa che il dosaggio del cerotto andrà aumentato.

Inoltre, ha confermato che proseguirebbe su questa linea del macrogol dato al mattino per fare lavorare bene l'intestino, perché è l'unico modo perché il fastidio sia ridotto al minimo, per quanto non eliminabile.

Insomma, non stiamo sbagliando niente: è talmente tutto difficile che avevamo veramente la necessità di capire se fosse vero.

Ho spiegato che gli episodi di grosso dolore nella giornata ci sembrano, talvolta, un pochino pochino in miglioramento, chissà se è perché di giorno facciamo tantissimi passaggi di posizione anche in carrozzina, cosa che non è sostenibile la notte. E se così è, se sia ipotizzabile che a questo punto il dolore stia davvero un pochettino scendendo e quindi possa poi migliorare anche la situazione del sonno di tutti quanti noi, ovviamente partendo da Fabullo.

Il Medico Santo Subito lo spera tanto, ma ha anche detto che, se non vediamo dei cambiamenti notturni nel giro di due settimane al massimo, proviamo a sentire gli specialisti se ci concedono di dargli qualcosa di molto buono per dormire anche solo una notte e recuperare un pò: perché è necessario per noi, e non ha specificato che sembriamo degli spettri brutti che non vorrebbero in nessun castello scozzese, ed è importante per Fabullo perché se è tanto stanco non si capisce più niente ed è sempre più rigido e quindi dolente.

Ancora giorni che passano. Così.

Buona giornata.

Angela

martedì 27 maggio 2025

Le spunte.

Gli obbiettivi di ieri sono stati raggiunti.

Romantiche azioni in direzione esterna eseguite da parte di Fabullo, senza procedere con modalità invasive. Spunta blu.

È arrivato il terapista alle 10 e Fabullo era tutto lavato e medicinizzato e aveva anche fatto il primo ciclo di respiratoria. Spunta blu.

Ho scritto all' Epilettologa Santa Subito per aggiornarla. Spunta blu .

Siccome è Santa Subito ha risposto in meno di mezz'ora e ha proposto di aumentare la cannabis serale e abbiamo appunto cominciato ieri sera. 

Ho scritto all' anestesista per aggiornare anche lei. Spunta blu.

Lei non ha ancora risposto ma lo farà.

Tutte le varie ed eventuali della giornata, lunga lunga: spunta blu.

Non è invece stata assolta la funzione di rimozione dolore da Fabullo e di conseguente riposo per tutti: zero su zero.

Si vede che non l'ho scritto in agenda, sarà per quello.

Però vi conto una cosa.

C'è stato un momento (letteralmente: sto parlando di qualche minuto, bisogna sempre usare i nostri parametri di misura delle cose e degli eventi) in cui Fabullo, in carrozzina, ha chiuso gli occhi e pensavo dormisse un po', stava ascoltando la musica: la Melody Gardot, a Fabullo piace veramente tantissimo, la segue sempre attento, come chi gusta ogni nota. 

Poiché mi sembrava si fosse addormentato davvero ho pensato di provare a mettergli la musica del mare, così, per cambiare. 

Lui ha spalancato gli occhi, perché non era evidentemente vero che dormiva, e ha fatto un immenso sorriso di meraviglia e gratitudine.

Che commozione, che emozione. 

Anche che dispiacere. 

Poi, comunque, il momento è passato, come è proprio di ogni momento: e ha cominciato a piangere per il dolore. Così non c'è stato modo di affliggersi per il nodo in gola testè sopraggiunto.

Vantaggi della mancanza di tempo.

Buona Giornata.

Angela

lunedì 28 aprile 2025

Implacabile pestello.

 Abbiamo trascorso giornate implacabili, con eventi di per sé non neutri ma comunque non drammatici, per i nostri estremi parametri; i quali eventi, però, hanno scatenato tristezza e un sordo dolore che ha faticato moltissimo a ricomporsi, e non erano le tessere preziose di un mosaico bizantino. Nel senso che, il dolore, non se ne è ovviamente andato, ma ad un certo punto abbiamo ricominciato a riconcentrarci sulla quotidianità. 

Allora: eravamo d'accordo con i nostri medici che dovevamo capire cosa fare, perché tra ginocchio stomaco peg non sapevamo più da dove partire. Sicuramente era necessario curare il dolore in qualche modo, però anche capire come gestire meglio questa peg, perché non era normale continuare a trafficare, i tessuti ne risentivano, anche valutando la quantità di infiammazione che c'era lì dentro a quello stomaco. 

I nostri medici ci hanno chiamato felici, dicendo che avevano una soluzione, perché avevano parlato con un bravissimo gastroenterologo, che aveva guardato i video della peg tenuta troppo stretta che fa decubitare tutto e della peg tenuta più larga che però perde, e aveva proposto la soluzione tecnica. 

Questo gastroenterologo endoscopista si occupa abitualmente di una casistica come quella di Fabio, che vuol dire di peg messe su soggetti giovani e non su anziani allettati, che vuol dire che hanno una conformazione fisica e delle contrazioni muscolari ovviamente diverse.

La soluzione era facile, e era quella che si faceva sempre con tutti, ed era strano che Fabullo non ci fosse ancora arrivato: passando dallo stomia già esistente, con un lavoro in endoscopia di pochi minuti e una lieve sedazione, avremmo semplicemente allungato la sonda fino a fare superare il duodeno e arrivare direttamente in intestino, così lo stomaco non si sarebbe più riempito con le pappe, non ci sarebbero stati più vomiti nonostante le crisi epilettiche, tutto sarebbe guarito, con questo lavoretto semplicissimo e anche scontato e fatto abitualmente. 

Noi abbiamo fermato tutto, perché abbiamo spiegato che noi conosciamo benissimo quella tecnica, nel senso che ci è già stata illustrata: si chiama peg j, ed è vero che è una roba che ha un impatto chirurgico irrilevante, ma si tratta di una tipologia di sonda che quando si rompe o si disloca prevede un ingresso in ospedale per la sistemazione, e questo avviene circa ogni due massimo tre mesi. 

I nostri medici ci hanno detto che sì in effetti è vero ma è una roba che viene fatta in day hospital: vero, ma queste cose accadono anche la notte di Natale, il sabato mattina, il venerdì sera, e si fa tutto, ma è necessario in quei momenti attendere l’arrivo del medico reperibile. Per cui: sappiamo già a prescindere che dobbiamo andare in ospedale più spesso, non un ospedale qualsiasi ma a Torino, attendendo eventualmente tra altri pazienti di tutti i tipi.

Inoltre, questa tipologia di sonda richiede l'utilizzo di pappe che non possono essere ipercaloriche come quelle usate attualmente e che prevedono un utilizzo lentissimo della pompa, tanto è vero che le persone che la utilizzano devono rimanere collegate per un numero importante di ore durante la giornata e che diventa scontato utilizzarla anche la notte perché altrimenti diventa impossibile: Fabio di notte, essendo comunque cognitivamente brillante, con una percezione importante, perché comunque ricordiamoci che la PEG è stata messa per una micosi e quindi è arrivato sin lì con uno stomaco che ha sempre funzionato, non sopporta di mangiare la notte perché poi tutti gli stimoli conseguenti gli danno fastidio. Non ultimo il fatto che è comunque continente, e che il problema è nostro se non riusciamo a portarlo in bagno perché lui è in grado di controllare tutto, se gli diamo da mangiare la notte diventa pazzo per i movimenti intestinali. 

In cifre: al momento i tempi di peg sono di circa sei ore, in quel caso arriviamo a 12-18 ore. I fatti. 

Per cui è chiaro che è una soluzione da prendere in considerazione se proprio non ce ne sono altre, ma che pensiamo non sia logico valutarla basandosi esclusivamente sui video della pancia senza conoscere la persona. Sarebbe ad esempio possibile spiegare bene il caso di Fabio a questo gastroenterologo così bravo? 

Sì, quando andate lì per fare questa procedura il medico vi parla. 

E no: perché quel giorno lì, un endoscopista così bravo ci potrà dedicare sì e no cinque minuti, perché sarà giustamente pieno di pazienti; e poi comunque quando arriviamo lì la decisione su cosa fare è già stata presa non è stata valutata. 

Quello che in più abbiamo pensato e non abbiamo detto per educazione é che questo medico sarà indubbiamente bravissimo, ma propone una soluzione tecnica che è quella che fa di solito lui perché nella vita fa benissimo quello: che non è detto che sia opportuno per Fabullo ora; diciamo che è una procedura da tenere in considerazione, se non fossero possibili altre opportunità che devono partire da una diagnosi specifica.

I medici ci sono rimasti male, come se noi fossimo degli ingrati che non accettano nessuna soluzione. 

Noi vorremmo solo che Fabio venisse valutato per quello che è, anche cognitivamente, anche perché ci sembra che il non averlo fatto in passato qualcosa dovrebbe avercelo insegnato. 

Nuovamente i fatti: tutto ciò è cominciato con l' ibuprofene per il ginocchio. Potremmo capire quanto fa male quello stomaco, partendo di lì? Possiamo capire se curando il dolore dappertutto, ginocchio compreso, potrebbero diminuire le contrazioni dello stomaco? Potremmo aspettare l’elettroencefalo per capire quanto incidano le crisi su tutto?

Solamente qualche settimana fa, banalmente, se non avessimo insistito noi a togliere il catetere dopo una banale ritenzione urinaria da mal di pancia, se lo sarebbe tenuto per chissà quanto in attesa di accertamenti, perché tutti i disabili come lui hanno anche una paralisi vescicale. E invece ovviamente non era vero. 

Quindi adesso è tutto per aria completamente, tutto è fermo; ma la cosa che ci ha colpito (proprio nel senso di: riempiti di mazzate) di più è ancora una volta non essere stati creduti, e essere catalogati nel genitore addolorato che non accetta le condizioni del figlio. Continua a sembrarci impossibile che nei confronti di queste persone non vengano mai tentate le diagnosi, ma vengano sempre e solo attuati dei protocolli standardizzati, indipendentemente dal fatto che siano giusti o no. 

In più, siamo ovviamente preoccupatissimi perché la tensione generata dal sembrare degli ingrati potrebbe fare sì che Fabullo non venga più seguito bene come è stato fino ad ora. 

Così ho personalmente pianto 48 ore di seguito, senza tregua, di giorno e di notte, perché di meglio io non ho saputo cosa fare.

E poi niente. 

Quando ho finito di piangere ancora non sapevo cosa fare, ma mi sono rimessa a cantare mentre facevo il bagno a Fabio, sempre perché non sapevo cosa fare. 

I Baustelle e La Municipal, perché quando ci vuole ci vuole. Anche Jaded, degli Aerosmith. 

É come essere pestellati all'altezza dello sterno. 

Buona Giornata.

Angela

mercoledì 23 aprile 2025

Mica per sbaglio o per niente.

 Per il post Pasqua ho investito il Medico Santo Subito con tutti i problemi, tutti. Secondo me mi ha visto come la Dora Baltea sotto Ponte Vecchio giovedì scorso, che vi assicuro essere stata uno spettacolo mica divertente. Nel senso: l'idea di essere travolti da quella massa lì era quanto meno sconcertante. Ecco, probabilmente ho investito il Medico Santo Subito allo stesso modo, che mi vergognavo come non so nemmeno cosa. E più raccontavo e più si aggiungevano fatti, eventi, problemi, evenienze, disastri: solo che siamo sempre lì, è tutto vero. I fatti, Amici Amatissimi, i fatti. 

Ma uno non è Santo Subito per caso, per sbaglio, per niente: ha ascoltato pazientemente, riflettendo, scrivendo. 

E poi ha cominciato a parlare con il chirurgo, che sta pensando, e che ieri è stato intanto in sala a permanenza.

Ieri sera abbiamo nuovamente trafficato in questa benedetta peg, e poi abbiamo fatto mille video per fare vedere il disastro: chiudi troppo e fa male, chiudi poco e perde e macera la cute.

Ci siamo risentiti a sera, tutti disarmati. Proprio nel senso di senza armi. 

E non per scelta pacifista, in questo caso. Per caduta braccia.

Non andiamo a fare il Vibra, non si può. Ci serve perchè il ginocchio è flesso, fa tanto male, ma non si può. 

Buona Giornata.

Angela

martedì 18 marzo 2025

Adesso.

 È arrivato il Medico Santo Subito, e lo ha visto il bugnùn, e tutta la pelle tesa ed edematosa. 

E si, avete ragione, non va bene: non ha ancora fatto il vulcano, ma gli spasmi e l'infiammazione hanno fatto aderire la PEG alle pareti interne e il palloncino, che fa fa da fermo, punta, è quello il bugnun. 
Abbiamo sgonfiato, tolto, rimesso, in tempo zero tutto si è sgonfiato.
Dottore, non va bene.
Non va bene, ha detto lui. Torniamo a dose massima di gastroprotettore; e basta, curiamo questo dolore a prescindere, ho solo paura del rallentamento gastro intestinale. 
Dottore, Lei ha ragione, ma anche il dolore un pochino lo causa, il non poter fare fisioterapia.
Va bene, chiedete all' Epilettologa il permesso di usare una dose minima di morfina, pensiamola per un periodo.
Dottore, noi lo sappiamo che è una roba che fa tanto effetto da dire, questa cosa della morfina; ma Fabullo prende 30 gocce di benzodiazepine al giorno, più tutto il resto: e anche quello fa effetto da pensare; e anche essere impotenti quando lui piange per ore fa effetto.
È vero, sentiamo l'Epilettologa per le interazioni e poi capiamo. 
Ci guardava anche in faccia, ormai nemmeno al Museo Egizio ci vogliono in una teca.

C'era il sole, dopo tanti giorni di pioggia, in cui comunque siamo stati più fortunati che intorno a Luana. Si stava così bene nel primo pomeriggio.
Abbiamo pensato che, soprattutto quando non si sa cosa sarà di noi, non bisogna mai perdersi i raggi primaverili, sono un regalo, che abbiamo ora. Adesso. Poi chissà.
Così abbiamo riparato Fabullo con le coperte e lo abbiamo tenuto fuori, all' arietta, si cinguettii, ai profumi per mezz'oretta. Era tutto in dono, per lui.
Buona Giornata.
Angela

lunedì 3 marzo 2025

Il citofono.

 Astenersi dalla lettura se non si amano gli aspetti non propriamente romantici della vita: consiglio l’alternativa di feisbùc o istagràm.

Qui già non è che si partisse proprio benissimo, per cui l’obbiettivo era arrivare oggi alla visita del Medico Santo Subito, che sta per arrivare, per decidere quali accertamenti fare, se farli, cosa fare con i farmaci, o se decidiamo che si è semplicemente rotto un equilibrio (che fa ridere da dire, ma ogni disequilibrio ulteriore fa definire tale il pregresso) e nulla si può fare: in tal caso, però, noi vogliamo della roba molto buona per togliere il dolore, così è indegno per Fabullo sopravvivere.

Così partivamo.

Ma poi.

Venerdì pomeriggio Fabullo ha cominciato a piangere, a piangere e a piangere. Non era stata espletata la romantica attività di fare la cacca, fatto non normale, per cui abbiamo pensato che l’aumento del dolore fosse legato a quello, ma perché; e abbiamo alzato le antenne.

Così ha pianto tutta la notte, poi tutto sabato, sempre più estenuato.

Sabato alle 18 abbiamo deciso che era necessario provvedere, e non avevamo materiale opportuno in casa, perché solitamente non avviene. Per cui non vi forniamo dettagli operativi con siringhe e sonde e camomille.

Ha funzionato un po'.

Ma ha continuato a piangere, piangere, piangere, tutta la notte. Sempre più rigido, un disastro girarlo di qua e di là.

Domenica mattina era un cencio: tutti lo eravamo, ma lui faceva tanta pena.

Poi ho guardato il buco della peg, per meditare: faceva paura, rosso fuoco, non si poteva toccare, e lì forse si era spiegato l’aumento del dolore, come accade tutte le volte che c’è un problema addominale, eravamo anzi stupiti che non fosse ancora capitato.

Così ho chiamato il Medico Santo Subito, previo invio foto, Fabullo piangeva sempre di più, Dottore non è ancora gonfio come un vulcano ma questa storia l’abbiamo imparata, il tubicino non si muove già più, va a finire che la peg verrà espulsa con un dolore micidiale. Per carità, non proviamo nemmeno a tirare avanti con le medicazioni, la cambi immediatamente e vediamo.

Paulo Aimo era uscito per commissioni, pur mollando tutto lì aveva mezz’ora di strada. Così è arrivato il Vicinato in assistenza e il lavoro è stato fatto. Siamo stati bravissimi. Ha fatto molto male a togliere e praticamente nulla a rimettere, e quasi subito Fabullo si è addormentato.

Ovviamente il cane e la coda, l’uovo e la gallina, non è dato comprenderli.

Poi il Vicinato, benedetto, è andato, io ho fatto il bagno a Fabullo anche se era stanco, perché prima aveva anche vomitato ed era necessario lavare i capelli.

Alla fine ho cominciato a riordinare, non si camminava più dal pasticcio, l’abisso della stanchezza stremata.

Qui viene la parte migliore: suona il campanello, che era strano, di domenica mattina non aspettavamo infermieri o corrieri, il Vicinato entra e basta; alzo il citofono: Buongiorno, volevo solo farLe gentilmente una domanda, cosa pensa del futuro?

Giuro.

In quel momento lì.

Ho riagganciato dolcemente e silenziosamente. Signorilmente.

Buona Giornata.

Angela

martedì 25 febbraio 2025

Sequenza aggettivale.

Ieri era lunedì, e quindi in giornata abbiamo fatto il punto con il Medico Santo subito, come facciamo di settimana in settimana per decidere cosa fare di tutti questi farmaci che Fabullo sta prendendo.

Sicuramente va meglio rispetto ad un mese fa, ma i dolori sono ancora parecchi, e molto debilitanti; quindi, da un lato abbiamo paura a togliere qualcosa che poi finisce che torniamo indietro, e dall'altro dobbiamo veramente capire cosa succede e che cosa abbia, approfittando del fatto che ora è tutto più tranquillo.

Non è detto che capiremo mai che cosa abbia: però, se non lo capiamo, dobbiamo prendere delle decisioni importanti per la gestione di questo dolore.

Per intanto il Medico Santo Subito fa un passo alla volta: la prima cosa è riportare a livello di base il gastroprotettore senza toccare nient'altro, così se la faccenda peggiora di nuovo abbiamo già una prima discriminante.

Poi farà lui direttamente una prima ecografia addominale, per avere una valutazione almeno di massima, dobbiamo solo vedere quando sarà possibile.

Siamo tutti molto stanchi.

Avviliti.

Scoraggiati.

Pazienza.

Buona Giornata.

Angela

 

lunedì 24 febbraio 2025

L'altra clessidra.

La famosa legge, approvata, sul progetto di vita dei disabili, diretta discendente della convenzione Onu che l’Italia ha firmato, doveva essere attiva su tutto il territorio nazionale da gennaio 26.

Invece, senza alcuna spiegazione, è stata posticipata, al momento al 2027.

Contesto immediato: gli organismi di governo sembrerebbero abbastanza abituati a decidere senza spiegare, a non rispondere, il che non è proprio consono alla definizione di democrazia. Quindi, forse, la vicenda non è proprio occasione di stupore.

Allora, non stupiamoci, però due parole facciamole.

Che a grandi propositi non corrispondessero grandi fatti, era abbastanza evidente: gli stanziamenti erano nulli. Gli attori in causa, per l’attuazione dei progetti personalizzati, tendenzialmente, erano nervosi e pronti, come dire, al boicottaggio: la scusa ufficiale era che la sperimentazione era attiva solo in 5 regioni, fino al 2026. Risposta sbagliata: la sperimentazione limitata non era comunque una buona ragione per ignorare la legge approvata, soprattutto a parità di risorse economiche. Cioè: se stanziate 600 euro per quella figura professionale che per quella Persona è inutile, solo perché fa comodo proporre il pacchetto prefatto, ecco, allora la stessa cifra la date al professionista che mi è effettivamente di aiuto. Se per Voi (servizi sanitari e socio sanitari) è un problema, perché non avete competenze, Vi arrangiate; se non riuscite perché è un lavorone e non avete personale, fate emergere il problema, e non dite sempre che siete bravi, che raggiungete i risultati, ai danni della Persona che dovreste tutelare.

Ecco: figuriamoci ora che tutto si è fermato.

L’irritante sta: nella non comunicazione delle motivazioni con grande presunzione e disprezzo di una legge approvata; nel fatto che questa legge era un po' un’emanazione del PNRR e qualche malpensante potrebbe immaginare che sia un’altra delle situazioni in cui siamo lievemente in ritardo e quindi si proceda a fare finta con elegante nonchalance.

Ma questi sono pensieri di altissimo livello sociologico, analitico.

Rimaniamo terra terra: la nostra fiducia rimaneva poca a prescindere, sinceramente. Ma atteniamoci ai fatti: si rimanda, avanti nel tempo.

Il punto è sempre quello: che per i disabili il tempo non scorre allo stesso modo. I minuti non pesano quanto quelli degli altri, serve proprio una clessidra diversa.

Buona Giornata.

Angela

 


lunedì 27 gennaio 2025

Paralizzati.

 Così è andata. Così.

Che sono arrivati i risultati degli esami del sangue e vanno bene: nessun valore né infettivo né infiammatorio.

Intanto che parlavamo di questa cosa con il Medico Santo Subito al telefono, passava il venerdì mattina. E Fabullo non faceva la pipì: ma non come quando è passata l’infermiera all’alba per i prelievi, che ha solo aspettato che uscisse per dispetto.

No no.

Passavano le ore dalla volta precedente della sera prima: 12, 13. Il Medico Santo Subito non era contento, oltretutto con la concomitanza di questi dolori addominali da chiarire. A mezzogiorno è arrivato l’Infermiere, che aveva già parlato con il Medico. Abbiamo messo un catetere, il Medico ha dato ordine di lasciarlo lì perché dovevamo arrivare a lunedì senza finire in pronto soccorso. L’Infermiere, che è altro che Santo, nonché Meraviglioso, e ha un’esperienza da manicomio nei reparti critici, ci ha guardato in faccia  (la nostra di faccia, quella annichilita) e ha detto la sua: allora, non c’è stato il minimo problema nella manovra né nel successivo drenaggio, non so che cosa stia capitando ma non dà l’idea della compressione da parte di qualcosa, proviamo ad aspettare; lo tolgo, se entro le quattro di oggi pomeriggio Fabullo non fa nulla, torniamo, rimettiamo e a quel punto se lo tiene, perché sarà evidentemente indispensabile. Aggiorniamoci entro le 16.

Paulo Aimo Operativo era a casa anche lui, ed eravamo prostrati, annullati, stravolti. Dopo la notte complicata il futuro immediato era pauroso.

Quando si vive la malattia, il tempo è sempre sospeso, sempre. Quando è così, è paralizzato.

Abbiamo fatto le cose essenziali, quelle per Fabullo.

Io ho lavato i capelli: per essere pronti ad uscire senza sapere quando si rientra, fa parte delle manovre che rimangono sempre in mente anche nei pensieri confusi.

Paulo Aimo Senza Parole andava avanti e indietro in cortile, perché c’era il Vicinato impegnato in lavoretti vari, che aspettava con noi.

Però una cosa importante andava fatta, ed è stata una notizia da respiro profondo, che restituisce vita: abbiamo contattato l’Epilettologa spiegando tutto, ma proprio tutto. Anche che non sapevamo come sarebbe finita la giornata ma che era necessario pianificare un controllo, che non sapevamo come gestire per lo spostamento da lei in ospedale, ma cominciamo ad avere un appuntamento.

La Dottoressa, più che mai benedetta, ha capito e  organizzato tutto per noi: il 5 febbraio, se sarà possibile, l’Ingegnere verrà a casa a misurare la batteria e saremo connessi con la Dottoressa. Ovvio che mettiamo la firma per non fare nessuna sostituzione, ma facciamo un pensiero alla volta, per carità. Siamo fortunati ad essere così supportati. Intanto ci hanno tolto un problema.

Dalle 14 in poi ogni 5 minuti abbiamo detto a Fabullo di fare la pipì. Sempre più preoccupati, sempre più senza parole, sempre più stanchi e spaventati.

Ogni minuto pesava un macigno, e tagliava a pezzi.

Alle 15.45 abbiamo avuto la buona notizia, tutto fatto, giuro. Abbiamo chiamato Infermiere e Medico, abbiamo sentito il loro respiro di sollievo tutti quanti. Adesso proviamo ad andare avanti. Il dolore addominale c’è, ma è quello, non sta aumentando, vediamo cosa succede. Gli esami vanno bene, non c’è un fatto acuto.

Ci siamo seduti con il Vicinato, perché eravamo così stremati che non stavamo in piedi. Abbiamo fatto il caffè. Fatto merenda con la testa appoggiata alle mani.

Poi tutto ha continuato a funzionare, sempre con il dolore, ma a funzionare. Oggi vediamo se ci sono idee su come procedere, il Medico Santo Subito sta pensando e parlando con gli specialisti.

Poi sono uscita a fare un po' di spesa, con le gambe che tremavano. Stavo nel parcheggio sul retro del supermercato, condomini anni 60 bassi, ripetitori, pali della luce, i cassonetti, il magazzino, insomma: poca poesia. Ma erano quasi le sei, c’era ancora luce perché i giorni si fanno più lunghi, le nuvole erano rosa e grige e d’oro, l’aria fredda sulla faccia: poteva essere il muro dietro al letto dell’ospedale, con i rumori delle pompe i campanelli l’ossigeno gorgogliante. E invece era un brutto parcheggio e un bellissimo cielo: sono stata proprio contenta di guardarlo. (Il pensiero a coltellata è stato: Fabullo non è nemmeno così fortunato. Pensiero immediatamente accatastato dietro ad una pila di roba, per necessità. Aria, colori, e basta.)

Buona Giornata.

Angela

 

 

martedì 21 gennaio 2025

Ma meno male.

 Uhhh povera Donna Paola, altro che camioncino l’influenza, almeno una bisarca carica di scavatori.

Papale papale: va bene che non abbiamo tempo di fare i disperati che si strappano i capelli, peraltro Paulo Aimo Punk avrebbe delle obiezioni in proposito. Ma neanche fare quelli che stanno seduti sul mitico taburetto a riflettere; o gli altri ancora che cominciano a cercare nella guida dei complotti quale scegliere per imperversare.

Meno male che non abbiamo tempo.

Perché la verità è che va proprio male e noi non sappiamo davvero cosa fare. Non lo sappiamo.

Prendete ieri: ho alzato Fabullo e c'era stato un pasticcio con la sacca del catetere esterno, per cui c'erano 1000 cose da cambiare nel letto; ma neanche troppe, perché siamo brillanti, o solo lungimiranti per stanchezza, e quindi avevamo foderato tutto bene. Ma intanto che trafficavo per alzare Fabio, è arrivata una crisi, e lui ha vomitato, e il tutto è andato a finire nell'unico microspazio non coperto da traverse. Così da cambiare c'era veramente tutto e intanto Fabullo povero era stravolto.

Ovviamente il cambio letto non aveva la priorità. Ho solo ficcato le cose peggiori in lavatrice per un primo giro rapido, a cui fare seguire un programma intensivo.

Il punto peggiore però è che siamo andati a fare fisioterapia e in macchina è stato un incubo all'andata e al ritorno: pioveva anche, ma le Nutrie Camminanti Sulle Acque hanno operato il miracolo, e quantomeno la tangenziale era vuota; quando siamo arrivati alla onlus urlava come un pazzo da circa mezz'ora, non aveva neanche più il fiato, dagli uffici del piano terra sono usciti tutti a vedere che cosa capitava, quando sono arrivata al primo piano la terapista veva già spalancato la porta e preparato il letto per sdraiarlo al volo. Al ritorno, appunto, idem con patate: massima concentrazione per guidare (nella pioggia, i cambi di corsia improvvisi e insensati di camion lunghi lunghi) e capire se la situazione si aggravava.

Che poi finisce per un poco non appena lo sdraiamo: ma poi ricomincia a piangere lo stesso, anche se di meno, così non capiamo quanto la posizione seduta sia un problema di per sé, o per qualcosa che arriva, che c'è anche da coricati ma da seduti è solo più doloroso. Oppure se il problema sia la carrozzina, ma forse lo sarebbe sempre.

Già tornare a casa con Fabio e smontare tutti i bagagli che ci portiamo dietro richiede almeno un'ora di lavoro, contemporanea alla cura di Fabio stesso. Nei giorni come ieri bisogna farlo cercando di rimanere lucidi dopo aver affrontato tutti i pensieri su questo grande dolore. E ovviamente c'era anche tutta la gestione del letto da rifare.

Però meno male, dico io: perché altrimenti c'erano delle buone ragioni per sedersi lì e piangere per svariate ore. E invece no. I pianti si rimandano, in agenda non c’è lo spazio.

Buona Giornata.

Angela

giovedì 16 gennaio 2025

Non sono bastate.

Abbiamo un enorme problema di trasporto di Fabio, che non si capisce se è legato allo stare in carrozzina, o al fatto che arrivino dei dolori indipendentemente dalla carrozzina, fatto sta che però quando poi lo corichiamo va tutto meglio. E in questo momento chissà dove sono questi dolori: la spalla, il ginocchio ci sembra di no, se arrivano le coliche addominali da seduto. Fatto sta che la mezz'ora abbondante per arrivare in Onlus è talvolta un incubo totale: ieri l'andata è girata liscia, chissà se perché gli avevo dato della Tachipirina prima di uscire, ha cominciato a piangere a cinque minuti dall'arrivo. Piangere piangere che tutti si sono spaventati e sono usciti a vedere cosa capitava. 

Al ritorno ha cominciato quando mancava ancora circa un quarto d'ora all'arrivo a casa. 
È tutto molto difficile, molto triste, uno deve guidare e cercare di mantenere la calma perché altrimenti le cose diventano pericolose, e nello stesso tempo bisogna andare avanti a guidare perché anche fermandosi non è che possiamo sdraiare Fabullo su un prato lungo l'autostrada, peraltro con queste temperature che non invogliano al picnic e all'elioterapia.
Non bastavano le montagne bianche da togliere il fiato sul cielo turchese smaltato a rendere la vita più luminosa, neanche bevendo fino all'ultima goccia l'unica uscita settimanale. Ieri proprio no.
Buona Giornata.
Angela

mercoledì 24 luglio 2024

Peggio no.

 Fabullo non va peggio. Nemmeno troppo meglio: o meglio: da quando abbiamo cominciato l’iboprufene si ragiona, ma ad ogni nuovo dosaggio non ci sono miglioramenti spettacolari. Il male c’è ancora, e basta. Proviamo a continuare, sempre per la solita e non originale regoletta: di meglio non sappiamo cosa fare. Se oggi alle 12 non è troppo drammatica, giocandoci la dose di farmaco, cerchiamo di andare a fare fisioterapia, con la carrozzina molto basculata indietro e bene in pendenza sulla rampa, così da scaricare al massimo il braccio. 

Il tecnico ha fatto dei piccoli aggiustamenti: lavori più sostanziali sono complessi, e, se non funziona, diventa difficile tornare indietro. Prima di intraprendere strade più complesse proviamo a disinfiammare ancora di più. 

E intanto i medici penseranno a cosa fare. 

Il punto è che si sopportano tante cose, sempre non avendo grosse alternative (fermi tutti: se qualunque membro della categoria di Quelli Che Sanno sta per dire che sbagliamo l’approccio e il punto di vista, e che ogni evento non è da sopportare ma da vivere come un momento di evoluzione, ecco,  vi prego: dategli un pugno in testa, alla Bud Spencer, fatelo per me). Però il dolore fisico, da vedere, è troppo.

Buona Giornata.

Angela 

lunedì 22 luglio 2024

Groppo

 Allora: non siamo proprio leggeri. No.

Lo specialista dei sistemi posturali ha fatto un lavorone, Fabullo sta seduto molto molto bene. Ma non va bene: o meglio: fino ad un certo punto è andata liscia, contento e rilassato. Poi non abbiamo capito più nulla. Ha cominciato a piangere tantissimo per stare seduto. È vero che deve abituarsi ad un sistema completamente nuovo: però il punto è sicuramente un altro, qualcosa di acuto. Anche perché in una prima fase andava, appunto, meglio; non la perfezione, ma meglio.

Ci sembra che il problema sia questo povero braccio. Chissà se è peggiorato perché gli abbiamo fatto male nel posizionarlo, mah.

Per tutto il fine settimana abbiamo fatto metti su e metti giù, per provare, per capire se è solo necessario abituarlo. Da ieri gli diamo la Tachipirina per il dolore, per vedere cosa cambia. 

Oggi sentiamo i medici, intanto domani torna lo specialista dei sistemi posturali, ma francamente non sappiamo cosa possa fare.

Abbiamo il groppo.

In gola. Nel cuore. Nell'ombelico. Sulla fronte. Che è meglio che non si sciolga altrimenti piangiamo tutto il giorno e non è un' attività che possiamo permetterci. Richiede tempo di svolgimento e di recupero: non sono disponibili né l’uno né l’altro.

Vogliamo portare Fabullo in montagna: è l' unica possibilità che ha in tutto l’anno di uscire di casa. Non sappiamo veramente più cosa fare.

Vi conto che sabato mattina alle otto era già stato organizzato un salvataggio riccio, che stava qui davanti alla vetrata, e non camminava più. È stato consegnato in una bella scatola, con una bottiglietta tiepida, ad una volontaria di un centro di recupero che l' ha portato alla clinica per animali non convenzionali.

Vi conto ancora che sabato gli Amici hanno preparato per noi una cena spettacolare, che non vedevamo da decenni, che ha coperto tutti i nostri pasti anche di domenica, mentre mettevamo su e giù, con la faccia dei disperati.

Buona Giornata.

Angela 

mercoledì 15 maggio 2024

Fabullo e le gocce.

 A Fabullo piace guardare la pioggia: quando non fa freddo sta con la coperta nella vetrata aperta con la zanzariera, che è come essere fuori: all'arietta, alle gocce che risuonano, agli uccellini che se la contano quanto quelli che parlano in strada, alle foglie che diventano lucide, al profumo di menta. É proprio una cosa che lo fa contento, che non vede l'ora.

É fondamentale sempre non inciampare: non solo nei pantaloni in discesa, che non c'è proprio da discutere; ma anche qui, anche stavolta, nei pensieri. Mai chiedersi perché Fabullo ama la pioggia, cosa gli piace, cosa vorrebbe fare, uscire e bagnarsi o essere contento di essere al caldo e, che ne so, accendere il bollitore. Mettere gli stivali. Cercare le lumache o i funghi. Uscire con l'ombrello, le gocce che fanno dondon sulla tela, e andare a trovare qualcuno. 

Mai. 

Mai fare una boiata del genere.

Vietato pensare. 

Buona Giornata.

Angela 

lunedì 6 maggio 2024

Ondeggiamo.

 Se il contrario di irrequietezza fosse quietezza, noi vorremmo sperimentarla. Poiché non è un termine tanto contemplabile, possiamo lasciare perdere: meno male, perché altrimenti non sapremmo tanto come fare, oggi come oggi.

Che, per altro, ieri è passato il Giro in fondo alla strada del paese e l’elicottero ha cambiato inquadratura proprio quando stava sulla nostra collina.

C’entra qualcosa, mia cara, con l’esordio,  tutto ciò? Mi sembri assai divagante, dice LA PAOLA.

Ma no che non c’entra l’elicottero, che qui si voli con i pensieri è noto, Pindaro era un dilettante.

C’entra l’irrequietezza? Mah, si, anche se non è forse la definizione più corretta: vuol dire che siamo sulle spine, per aria, perplessi, con il fiato non cortissimo ma il respiro non è profondo, sta a mezza via, ecco.

Perché tutto sembrava andare molto meglio con l’inizio della cura, negli ultimi due giorni invece ci siamo di nuovo lentamente attorcigliati a qualcosa. A non sappiamo cosa.

Fatto sta che Fabullo si è lamentato, è stato agitato: non come quando aveva chiaramente le coliche, nulla di così violento. Ma la faccia è stata stanca, triste, pallida,  tirata, non è riuscito a riposare se non per brevi intervalli.

Solo per dare un esempio in soldoni sonanti (non quelli veri, niente borsa di Prada, ditelo a Quelli Che Sanno): per quanto le nostri notte siano sempre fatte di grandi sonnellini a singhiozzo fino alle sei del mattino scarse, la domenica cerchiamo di stare comunque sdraiati fin verso le sette abbondanti, per dare riposo a muscoletti e ossicini vari.

Ecco, le ultime notti altro che a singhiozzo. Ieri mattina alle sette Fabullo era già in soggiorno per provare a farlo essere più contento, prima delle otto Paulo Aimo Giardiniere era già fuori a zappare e a seminare il prato e io piegavo ceste di roba pulita, tanto ormai la giornata era avviatissima.

Non abbiamo capito niente: se sia solo agitazione, che non è impossibile perché tutti i farmaci neurologici potrebbero avere un diverso assorbimento ed è possibile che servano alcuni giorni per trovare un equilibrio. Oppure ha un dolore, non troppo ma un po' sì.

Ieri alla fine, a metà mattina, abbiamo deciso che: ripristinavamo gli stessi fermenti lattici che avevamo ridotto qualche giorno prima; davamo della tachipirina per qualche dolore, chissà se e dove. E quindi, appunto, siamo ondeggianti: tra la preoccupazione, l’indeterminatezza, e vai a sapere che altro.

Tra poco arriva il Medico Santo Subito, gli abbiamo già preparato la colazione.

Buona Giornata.

Angela

giovedì 18 aprile 2024

Parmigiano al magnesio. E viceversa.

 Di solito Fabullo, poco dopo le sette, é alzato che imperversa.

Ieri mattina dormiva ancora alle otto e mezza: che non volevano dire ore e ore filate. Proprio no. Solo quello, che a quell'ora specifica dormiva.

Io stendevo fuori, asciugavo, caricavo, scaricavo, piegavo. Trottavo, insomma.

Poco prima delle nove una scampanellata maestosa.

Buongiorno sono l'infermiera.

Me ne ero dimenticata, completamente. Zero. Tabula rasa.

Nel tempo che la macchina è entrata, ha posteggiato, ha scaricato il materiale, è entrata in casa, io avevo sparecchiato la colazione, tirato fuori il quaderno infermieristico, staccato la peg che era già spenta, trasportato Fabullo in sala di corsa e sorridevo amabilmente facendo la splendida come se non avessi fatto altro che essere pronta.

Prelievo fatto al volo.

Poi era la giornata in cui si cominciava a regolare il seggiolino del bagno. 

Un disastro. 

Fabullo urlava come un’aquila perché aveva male.

In quell' istante ho capito che avevo fatto montare male le pelotte, perché Fabullo è storto, quindi devono essere asimmetriche. Ok, con Paulo Aimo Handy Manny, sarebbe stata la prima cosa da fare, appena possibile, chissà quando. L’altra sarà quella di rendere nuovamente utilizzabile il seggiolino vecchio, perché qualcosa dobbiamo avere, sarà un lavoro lunghissimo, quello di avere a posto il nuovo ausilio, e chissà se.

Alle dieci volevo piangere dalla stanchezza e ho preso il magnesio. Ho mangiato il parmigiano.

Al pomeriggio ci siamo rimesse a capire il seggiolino con l'assistente di Fabullo, per provare bene i comandi idraulici di salita e discesa e basculamemto. Io seduta sopra e lei che azionava i pedali. Abbiamo capito che può aiutarci moltissimo negli spostamenti, se riusciamo a regolarlo.

Hai visto la pettorina? Se riusciamo a fare stare seduto Fabullo il tempo di regolare quella, forse è più confortevole delle pelotte che puntano.

Mammamia, ci vorranno settimane, Fabu resiste pochissimo, bisogna sempre essere in due, uno tiene e l’altro regola, un pezzo alla volta. 

Dobbiamo arrivare ad avere le idee chiarissime e poi, se necessario, richiamare la tecnica per quello che non riusciamo a fare. 

L’idea davanti agli occhi che Fabullo non potrà più andare in bagno, perché comunque dobbiamo trovare una soluzione migliore, se c'è, al vecchio seggiolino, che non va più. E questo sembrava così bene, e ora non più.

Oggi andiamo a fare fisioterapia, e i lavori vengono sospesi.

Ogni tanto, nei giorni così, ci chiediamo se mai ci sarà un limite a tutto questo.

Buona Giornata.

Angela 


mercoledì 14 febbraio 2024

Solcati.

 Sì, è vero. Quando non succede niente dovremmo pensare che è bello, senza farla lunga. Però sarebbe qualcosa da capire in tempi, come dire, normali, ordinari, condivisibili come tipologia di avvenimenti quotidiani. Che poi: sarebbe da vedere se non succede niente per davvero, oppure se non ce ne accorgiamo. 

Perché poi, invece, ci accorgiamo di quanto è bello “annoiarsi” solo quando tutto diventa strano, vacillante, non richiesto. 

Ma comunque.

Siamo ancora belli frastornati. Che quasi ci vergogniamo di noi stessi, o, quanto meno, ci auto nominiamo piaghe d’Egitto: abbiamo sicuramente passato vicende più intricate e più lunghe da concludere. Molto più lunghe. 

Il mese di ottobre era stato un mese di squilibrio integrale, un mese intero. Adesso sembra che lo scorso venerdì ci abbia scavato i solchi, che non siamo ancora riusciti a rizollare; e non ci abbiamo piantato nulla, che ne so, la salvia, che fa sempre comodo. Rimangono solchi, profondi. 

Forse ci ha colpito il dolore, non quello sordo e continuo ma  quello che fa urlare così. Non eravamo pronti.

Così ieri pomeriggio erano le quattro e qui sembravano le nove del mattino: tutto ciò che riguardava Fabullo era stato regolarmente gestito. Per il resto, era ancora apparecchiata la tavola della colazione.

Poi mi sono pettinata, perché da qualche parte era necessario incominciare.

Buona Giornata.

Angela 

lunedì 12 febbraio 2024

Molto molto. Troppo.

 

E chissà se per la pioggia la discesa è diventata troppo viscida e vischiosa. O se avevamo le scarpe sbagliate, forse stare sempre in ciabatte va mica bene. O se non abbiamo ben guardato dove mettevamo i piedi, che ne so, io per esempio magari cantavo (starnazzando) con la testa per aria. O, semplicemente era una pista nera e noi l’avevamo scambiata per un baby. Meglio, per noi solo camminatori: pensavamo fosse il giretto del laghetto di Meugliano e invece era la Capanna Margherita in un giorno di tormenta.

Oppure, semplicemente, era impossibile. E basta. Non si poteva. Nessuno poteva passarla liscia.

Fatto sta che siamo precipitati. Ci siamo fermati su un piccolo pianoro, il gradino dopo era l’ospedale, e invece no.

Venerdì mattina l’infiammazione della peg non era passata, però non era peggio, che era qualcosa.

Meglio no. Quindi aveva male. Abbiamo medicato, dato tachipirina, rallentato l’infusione. Pregato che non vomitasse. Ha vomitato pochissimo. Mattina complessa.

Al pomeriggio l’ho girato pianissimo sul fianco sinistro per fare la fisioterapia respiratoria: è Fabullo ha cominciato a urlare in modo straziante, ogni urlo una coltellata. La peg era lì fuori, uscita. Uscita senza che si fosse rotta, senza che il buco si fosse allargato, come era successo ad ottobre che non se ne era nemmeno accorto. Invece stavolta il male era stato feroce, per forza, il palloncino della peg, quello che fa da fermo, uscito così. Come se ci strappassero le budella dall’ombelico.

Ho chiamato il Medico Santo Subito, chiuso in studio per tutto il pomeriggio con la sala d’attesa piena. Probabilmente l’infiammazione ha creato aderenze, in quel cambio posizione è stata spinta fuori. La cambi, ne metta un’altra e vediamo se tiene. Ma ha un male feroce, non posso dargli farmaci per bocca in questo momento, li sputerebbe, sta piangendo troppo. Ghiaccio per un quarto d’ora, poi inserisca la peg nuova, poi subito un antidolorifico. Mezz’ora dopo scarsa era tutto fatto e Fabullo dormiva. Non gli aveva fatto male il nuovo inserimento. Non perdeva. Era stravolto dal dolore di prima.

Che tristezza. Appunto: forse non era possibile non precipitare, era troppo. L’unica possibilità era solo fermarsi prima del fondo, ma rimanere in piedi non si poteva.

E poi niente.

Ha cominciato a sgonfiare tutto, come se fosse stato meglio togliere quella peg infiammata, come era successo ad ottobre. Però le Alte Sfere potevano dircelo, che ne so, un messaggio subliminale, un’apparizione: e noi avremmo cambiato la peg subito, facendola uscire con la siringa, come va fatto, senza nessun dolore.

Non così.

E basta. Adesso è ancora tutto rosso, forse ci vuole qualche giorno. Ha meno dolore, abbiamo già scalato la tachipirina un po'. Le crisi sono meno violente. Non ha più vomitato.

Siamo stati molto molto stanchi. Molto molto desolati e impotenti.

Buona Giornata.

Angela

 

 

venerdì 9 febbraio 2024

Discesa scoscesa.

 Era solo questione di attimi e la discesa è diventata ripida, scoscesa, e noi abbiamo cominciato: ad inciampare, a cadere ogni tre passi, a scivolare sui ciottoli, a sbucciarci polsi e mani per provare a tenerci. 

Ieri non siamo ancora rotolati giù, qualche radice per appigliarci l’abbiamo trovata. Oggi ve lo dico poi se precipitiamo, spelandoci il fondoschiena rotolando.

Sostanzialmente ieri mattina è diventato evidente che la peg è infiammata: già la sera precedente aveva dei dolori, ma vista tutta la giornata un tantino pesante, abbiamo archiviato tutto con un mal di pancia o di stomaco.

Invece l’inserimento della peg è gonfio modello vulcano, ma per fortuna piccolo, non quanto la volta scorsa; molto arrossato, molto dolente, anche toccando il tubo in distanza. Il Medico Santo Subito ha spiegato che con i vomiti si sono prodotti troppi acidi ed ora è un pasticcio. Abbiamo cominciato con le medicazioni e la Tachipirina per il dolore, se non basta passiamo all'ibuprofene. É venuta poi anche l'infermiera a monitorare. Abbiamo rallentato la velocità dell'infusione perché la vibrazione fa male. Mangia un po' meno, perché le ore del giorno quelle restano.

Non mi ricordo se abbiamo raccolto le braccia cadute. Boh. 

Ho aperto una latta di cannellini e li ho ficcati in padella. Ho pure bollito il riso, insomma, grande arte, è già tanto che abbiamo mangiato. Che poi: il riso bollito con cucchiaiate di parmigiano e la salsa di soia a me piace tanto, per una volta non è uva troppo verde.

Buona Giornata.

Angela 

giovedì 8 febbraio 2024

Non è poetico, non ve lo dico.

 Non posso raccontarvi proprio tutto, perché c'è un limite al realismo, al terra terra, al lasciar perdere l’eleganza, al porsi oltre l’aulico.

Vi dico solo che il fastidio per le crisi aveva creato una tale tensione muscolare da bloccare ogni attività spontanea dalle parti dell'addome, così aveva malissimo, e quindi più crisi, e quindi più vomiti per un doppio motivo.

E in casa non avevamo nulla di atto allo scopo.

Poi mi sono ricordata dei tubicini dell'aspiratore.

Però mi sentivo matta come un cavallo, altro che idee bislacche, mi sembrava una follia. 

Poi è arrivata l’infermiera, che invece mi ha detto che avevo avuto un’ottima idea, perché qualunque altra procedura sarebbe stata assai peggio.

Il resto, appunto, ve lo risparmio. 

Avevo parlato con il Medico Santo Subito spiegando che dovevamo trovare una soluzione whatever it takes, ma non avremmo ricevuto quello stipendio di quello che lo disse prima di me, che va detto che qualche competenza in più di me però la metteva in atto e su argomenti molto diversi. Il Medico Santo Subito ha concordato e ha risposto: great job, ma per quello stipendio là non aveva suggerimenti, e nemmeno lui le competenze.

Abbiamo anche condiviso il pensiero di essere un branco di matti, altrimenti non si spiegava l’enunciazione di tali boiate dopo le ultime 48 ore.

Contemporaneamente l'Epilettologa ha chiesto di aumentare un pochino la cannabis come prima cosa da fare, e intanto facciamo gli esami, e vediamo un pochino, per stressare Fabullo il meno possibile.

Il risultato di tutto è che a mezzogiorno mi sono lavata i denti, perché non sapevo più se era un lavoro già fatto, non avevo avuto il tempo di scrivere in agenda le azioni eseguite (non ridete, ma in agenda io scrivo amenità tipo mangiare e pettinarsi, altrimenti chi lo sa) e quindi, appunto, per non sbagliare io li ho lavati a prescindere.

Buona Giornata.

Angela