martedì 28 luglio 2020

Mica pozzanghere.

E figuratevi voi che cosa ha  pensato la Famiglia Isterica in oggetto. L'essenziale, e anche il difficile, è mantenere la massima calma, per non passare mai dalla parte del torto. 
Che fa abbastanza ridere da dire, fatto sta che.
Vabbè, allora ve ne conto un'altra, che riguarda la piccola Miriam. Che sta sempre male, in cambi farmaci, medici che non si trovano, quindi bisogna trovarne altri, e poi i primi che non sono d'accordo con i secondi, sempre senza un intervento vero: nel senso che la famiglia è sola, si fa tutto al telefono, passa ogni tanto la pediatra, ma non viene mai strutturato un intervento domiciliare da parte degli specialisti, modalità che è assolutamente prevista ma che va organizzata.
Però la piccola Miriam deve recarsi alla visita di controllo per il rinnovo dell'utilizzo domiciliare dell'ossigeno e del saturimetro.
Per cui: di questi tempi è meglio limitare al minimo i contatti con il personale sanitario perché è pericoloso, per cui le visite che servono non si fanno. Ma, lo stesso ospedale in cui tutti la conoscono, che le ha concesso un day hospital dopo lunga e penosa trattativa, e nel day hospital non ha nemmeno fatto degli esami del sangue completi, la fa andare, sostanzialmente, per una scartoffia. Basterebbe che un reparto parlasse con un altro, tutto qui.
Insomma, che grande tristezza. 
Il mondo della malattia non è una montagna: la montagna si può valutare, si può cambiare via, ci sono le corde, e c'è aria pura e cieli alti.
Il mondo della malattia dei bambini è una palude, in cui ci si sforza come matti, cercando di fare i passi giusti, ma quei passi non poggiano mai su nulla. E, quando sembra di aver trovato un passaggio, immediatamente i piedi vengono artigliati da qualcos'altro. 
Se funziona la scuola, il bambino sta male; ci si mette mesi e anni a trovare una quadra, e non funziona più la scuola, così i vantaggi dei miglioramenti non sono più a disposizione. Allora la famiglia cerca di sostituire le pecche scolastiche: Signora Mia, tutti gli alunni presentano le loro vacanze all'inizio dell'anno, fatelo anche voi un lavoretto estivo sul pc, così suo figlio lo farà vedere agli altri: e la famiglia lavora per fare felice un pochino il proprio figlio. E, in tutto l'anno scolastico, non si trova mai il modo di farlo vedere questo lavoro: perché non c'è l'insegnante, il tempo, il cavetto di connessione.
Si ottiene l'assistenza necessaria, ma solo nei giorni pari delle settimane dispari del plenilunio calante. 
Si hanno gli ausili, ma è talmente lunga che arrivano quando non servono più. 
Le famiglie fanno tanto per avere cure migliori, magari lontano, e poi  le strutture territoriali dicono che queste scelte hanno portato a peggioramenti, per cui bamblinano, prendono tempo per prescrivere, che ne so, un paio di tutori, così i peggioramenti arrivano davvero perché tutto si perde. Vede, Signora Mia? Non serviva a niente andare lontano.
Il mondo del terzo settore si finanzia con progetti che richiedono il coffee break invece che la medicazione delle piaghe da decubito: ma certo, perché quelle procedure sono standard e non devono essere garantite del Terzo Settore, che invece può offrire cinema teatro elicotteri. Però lo standard non è garantito, ed eccoci al primo passo della palude irrespirabile.
Che vi devo dire. Sarebbe bello dire che si è depressi, perché si esagerano piccoli avvenimenti quotidiani e comuni, facendoli sembrare insormontabili: che ne so, un bottone che si stacca e bisogna cambiare camicia all'ultimo e quindi il conseguente outfit. Il panettiere ha chiuso un minuto prima, e quindi pane a cassetta per cena. L'ibisco ha mille boccioli, ma le cimici cinesi se li sono mangiati (e io non vivo di quello, non coltivi ibischi perché li vendo al vivaio). È tutto il giorno che sogni i fusilli a cena, e poi scopro di avere solo più le mezze penne.
Perdonatemi, non mi sembra proprio la stessa cosa.
Quelle sono pozzanghere.
La palude è qualcos'altro.
Buona Giornata.
Angela



4 commenti:

Paola ha detto...

non so neanche che scrivere...
paludi gigantesche anzi paludi di sabbie mobili che ti tirano giu' con forza e si annaspa... da togliere il respiro.
Le convenzioni sociali ci impongono di dire un cordiale... ti capisco... ma ahime' certe cose si capiscono solo vivendole....
Un abbraccio enorme
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FORZAFABULLO
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FORZAAIMO
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FORZA MAMME ISTERICHE
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Luana ha detto...

Una palude dalla melma infinita. Mammamia. Mi associo alla Paola nel non saper che scrivere.
Dico solo che appena finito di leggere il post è entrata una signora tutta trafelata perché gli si è staccato un coprifilo che gli avevamo messo quando gli abbiamo montato una zanzariera. Un coprifilo che ha la solo funzione estetica e che, con questo caldo, ci può stare che si sia staccato, basta fissare un appuntamento per andare a rincollarlo. E invece dal suo comportamento sembrava fosse crollato il muro! E' vero che non si doveva staccare, ed è vero che dobbiamo andare a rincollarlo ma si tratta pur sempre di un coprifilo, di un piccolo problema (chiamarlo problema è comunque sempre amplificato) risolvibile in 2 minuti senza conseguenze.
Questo per dire come ognuno di noi percepisce gli ostacoli che si presentano. Gli ho detto di sedersi, di prendere fiato e che questo inconveniente non è in realtà un problema. I problemi sono ben altri. Il problema sono le paludi.
Vi mando un caloroso abbraccio a voi e a tutte le famiglie speciali.
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FORZA!

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
FORZA MAMME ISTERICHE!!!
FORZA FORZA FORZA FORZA FORZA
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Nonna Roby ha detto...

Le paludi, sì, difficili da scavalcare… Si rischia di affondare dentro le medesime! Ognuno di noi vede i problemi dal proprio punto di vista: a volte sono problemi piccolissimi in confronto a quelli descritti da Angela, però possono risultare enormi per qualcuno, dipende sempre dall’importanza che si dà.
Un abbraccio grande alle famiglie speciali e pensieri positivi.
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