venerdì 28 novembre 2025

Lunga visita, per fortuna

 La nostra visita è durata dalle nove mezza alle 13 e sono stati sviscerati tutti i punti che potevano venirci in mente, e secondo noi è stato fatto un ottimo lavoro, di chiarezza assoluta. La dottoressa è simpatica, è molto bello averla qui con noi. 

Sono stati rivisti i referti della gastroscopia con le mandibole cadenti e le braccia per terra.

È stato assodato che, fatta salva la formalità, bisogna avere un altro punto di riferimento perché quel posto lì non va proprio bene.

Ho spiegato in tutte le lingue conosciute ma anche quelle di Atlantide , della Terra delle Amazzoni, di Timbuctù, tutte tutte tutte tutte, che noi vogliamo le Peg in casa. Ci hanno detto che hanno capito. Noi ne siamo sempre lieti.

Ci hanno confermato che l'oppio può avere sicuramente determinato un aumento delle problematiche respiratorie e che la nostra impressione può essere  giusta. Ovviamente ci sono tantissimi altri motivi, ma sicuramente l'oppio ha contribuito: visto che va tutto meglio, da ieri abbiamo ridotto la dose e aumentato un pochino quella della Tachipirina.

A questo punto dobbiamo farci ripreparare il galenico per aiutare il sonno.

Il sonno di Fabullo, ci sembra chiaro, perché il nostro non è da aiutare, potrebbe essere profondo anche da in piedi senza neanche appoggiarci al muro.

Che le Alte Sfere ce la mandino molto buona, con questi tentativi perché, visti i precedenti, al pensiero il nostro cuore fa un groppo.

La nostra cena del Ringraziamento è stata un successo, soprattutto quando ho rovesciato l'acqua sulle candele accese, allargando la tovaglia e riempendola di cera. Abbiamo riso tanto. Abbiamo ringraziato. 

Buona Giornata.

Angela

giovedì 27 novembre 2025

Ringraziamento del profondo nord ovest

 Noi oggi, oltre ad avere la visita, il passaggio dall'infermiera e della terapista, festeggiamo il Ringraziamento.

Poiché non abbiamo le praterie con i tacchini da farcire, ma fuori dalla finestra c'è il profondo ovest incastrato tra Graie e Pennine, festeggiamo con un pezzo di toma. Assembliamo riso e zucca, forse, incombenze serali permettendo, poiché la preparazione del risotto è un po' un lusso; poi abbiamo già approntata la purea (profondo nord ovest, appunto, non il puré) con la patata dolce e anche la crema di frutti rossi come contorno (li abbiamo messi in padella facendo loro i migliori auguri).

Festeggiamo noi, così, come siamo. Festeggiamo l'avere tanti Amici. Festeggiamo la casa calda e i berretti pronti per percorrere i 25 passi fino in garage con il freddo artico, che così non cadono le orecchie. Festeggiamo i campanelli che suonano e entrano 3 sacchi di patate paracadutate dal Villaggio Incantato: ovviamente, la festa è soprattutto per i pensieri, i sacchi vengono poi. 

Festeggiamo quelli che sono stati i mesi peggiori la scorsa primavera, perché sono finiti.

Festeggiamo di non essere mai, mai, mai soli, mai.

Ringraziamo Voi, Amici Amatissimi, che siete ancora qui, momento dopo momento.

Buona Festa del Ringraziamo a Voi. Di tutto cuore.

Angela

mercoledì 26 novembre 2025

Le belle speranze.

 Al mio dichiarato Non lo fo, riferito ovviamente a scrivere papiri, codici e enciclopedie,  vorrei quasi dire un gran rifiuto, però obiettivamente bisogna rimanere umili, qualcosa si è mosso. 

Domani arriverà un pezzo di territorio, nella figura di una dottoressa veramente simpatica, gentilissima, e estremamente concreta nelle cose, a fare una visita domiciliare. Così facciamo il punto prima di tutto su Fabullo e sui farmaci in corso, sul tenerci ciò che abbiamo dalla gastroscopia analizzandolo però ben, e poi procediamo con la burocrazia.

Su indicazione di questa dottoressa, ho comunque mandato una mail di richiesta del nuovo diametro di Peg, allegando  i referti che dimostrano il cambio e quindi la necessità; peraltro non avevamo i ricambi nemmeno per il vecchio, di diametro , se non ce li fossimo comprati noi, ma questo è un dettaglio; ho sottolineato che l'assistenza di Fabio non mi permette in questo momento di raccontare bene tutta la vicenda, ma che dopo la visita di oggi seguirà la relazione dettagliata condivisa con tutti.

Allo stato attuale sulla fornitura peg non abbiamo ricevuto risposte alla mail testé nominata, ma noi tutti siamo ragazzi di belle speranze. Si sa.

Buona Giornata.

Angela

martedì 25 novembre 2025

Risoluti.

 Il continuo tediarvi, ribadisco, con tutti gli impicci imposti dal dover aggiornare tutti, è una nostra precisa scelta, sempre per far comprendere l'arrancare quotidiano. Un arrancare scivoloso, che non è sinonimo sempre di avanzare.

Io imperverso con gli Amici Amatissimi, se Quelli Che  Sanno si annoiano, e ritengono che i racconti non possano essere sempre reiterati, non possiamo aiutarli. Per altro non è mai chiaro perché siano così critici,quando poi dicono di non leggere il blog. Ma si sa che la vita è sempre piena di stranezze. 

E quindi vi racconto che siamo giunti ad una risoluzione.

Trafficando con tubi di tutti i tipi, e in particolare con quelli dell'ossigeno che sono sempre significativamente pesanti da gestire, forieri di potenziali angoscie future, abbiamo preso una decisione esecutiva. 

La mail in cui veniva contestualizzato tutto quanto, per il passo successivo di informazione del territorio, non verrà scritta. 

Ho invece mandato un messaggio in cui ho spiegato che buona parte degli attori territoriali sono già stati informati, che il contesto è intricato e richiede un lavoro lungo per essere descritto in una mail, che io quel tempo da dedicare non ce l'ho, e che quindi chiedo una visita domiciliare in cui potremo guardarci in faccia intanto che spiego, e puntualizzare quindi eventuali cose che potrebbero sfuggire, e contemporaneamente continuare a badare a Fabio. 

Io non la scrivo quella mail. 

Ma, sulla base di questo, richiedo pertanto indicazioni su come procedere per acquisire le Peg di scorta, perché auspicavamo che ci fossero dei processi più automatizzati. 

Ho fatto quello. 

Sempre perché forse si sta evidenziando che la pazienza si sta accorciando. 

Con l'ossigeno sta andando molto meglio, sono sempre più brevi i momenti in cui è necessario. 

Siccome siamo noiosi, noi continuiamo a pensare che finché non lo togliamo del tutto siamo almeno un poco preoccupati. 

Buona Giornata. 

Angela

lunedì 24 novembre 2025

Il sospetto.

 Sempre rimanendo nell'ambito della reazione vagale esplicitata precedentemente, banalmente il vomito, ho cominciato ad aggiornare il benedetto territorio su tutto quanto, facendo le richieste più specifiche per ciascun attore nello specifico suddetto territorio, per arrivare a gestire meglio meglio la presa in carico di Fabullo e ad avere quindi poi, in conclusione, le benedette Peg: in modo che siano tutti d'accordo sul fatto che sia necessario averle a casa e non che all'ultimo momento nasce poi qualche impiccio, che potrebbe semplicemente portare a ripartire da capo.

L'ho spiegato bene? 

Si, sempre la stessa e amena storia, sempre quella, per cui siamo al punto di partenza da un tempo che non è degno di essere definito immemorabile: piuttosto, che è meglio non ricordarlo.

Non ci danno neanche le mitiche ventimila lire per quando si ripassa dal via, anche questo lo abbiamo detto tante volte e si conferma sempre. 

Però, che siano sempre quelle tende l'immagine del vischioso pantano.

Ogni volta che faccio una comunicazione,  comunque,  sottolineo anche che dover sempre ripartire da capo nello scrivere a tutti quanti rappresenta un aggravio della fatica assistenziale, oltre al fatto che è un'incombenza che siamo lieti di poter portare avanti noi per Fabio, ma che non è scontato che possano mettere in campo tutti gli utenti o tutte le famiglie per varie ed eventuali situazioni circostanziali. Traduzione: senza essere quelli che se la tirano, ma vi sembra che qualunque utente fragile o anziano possa passare l'esistenza (attenzione: ho detto esistenza e non vita, per dare da riflettere a Quelli Che Sanno seduti sul taburetto, che se invece esplicitassero una funzione utile alla Galassia noi non saremmo qui a blaterare all'indefinibile nulla; detto più gentilmente: che vadano a lavorare) a scrivere una quantità di mail che manco l'enciclopedia britannica? No; non lo potrebbero fare. Infatti, si chiama l'ambulanza, si va in pronto per la peg, si torna con un'infezione amica.

Questo significa che tra le righe si legge molto bene: ma se fate l'equipe territoriale, non dovrebbe funzionare che io parlo con uno di voi e poi continuo a prestare l'assistenza per cui il territorio sta risparmiando un sacco di soldi poiché Fabio non è un istituto, e tutti gli attori dell'equipe a questo punto si parlano l'uno con l'altro senza che io debba fare tutti i passaggi?

Di base non è mai stata strutturata la procedura per cui le Peg si cambiano a casa: Io non credo che Fabio sia il primo per cui è emersa auesta esigenza, significa solo che tutte le volte si riparte da capo perché appunto non è stata strutturata la procedura. (Giriamo in cerchio, non siamo al primo giro). Di solito i problemi si risolvono affrontandoli, volevo proprio esternarlo chiaramente, che vuole anche dire che magari bisticciate uno con l'altro; o comunque, di base, vi dovete arrangiare, ma trovate una soluzione.

Non l'ho detto così, però si capiva tanto bene.

Compiuto questo passo, non ho mica finito, ne devono ancora seguire troppi.

E quindi ribadisco che mi viene da vomitare all'idea di dover continuare a scrivere.

Ho come il sospetto che si pensi che sto perdendo la pazienza.

Buona giornata.

Angela

venerdì 21 novembre 2025

Altro che nausea.

 E’ arrivata la cartella clinica, in cui è descritta bene la procedura di emergenza: non è scritta proprio nei dettagli, quante volte è stato chiesto il farmaco, gli sbottamenti e le parolacce;  ma c’è proprio tutto, farmaco e supporto ventilatorio non invasivo, ma di emergenza sì.

La formalità è salva.

Quindi ho fatto la domanda fatidica: di fronte a queste righe, che evidentemente dimostrano che non siamo dei mitomani, che se guardiamo ER è per vedere George e non per creare la nostra realtà da film, ma ha senso che per avere il riscontro di tutto ciò a beneficio dei futuri specialisti dobbiamo chiedere la cartella clinica perché due righe non sono state scritte nelle dimissioni?

Vabbè, ma in fondo con la cartella siamo a posto, le informazioni possono passare.

Fermiamoci tutti. Mettiamo i puntini sulle lettere apposite.

Guardate che non sto parlando di sottoporre tutto a qualche procedimento, togliamoci tutti questa paura. Lo sappiamo che la formalità è salva, ribadito.

Sto dicendo: ma se una famiglia, o un paziente, non avesse colto l’emergenza o non l’avesse compresa, ma secondo voi chiedeva la cartella clinica per una gastroscopia? A chi verrebbe in mente?

A nessuno, è vero.

Ecco: ed è logico allora che questa cosa non venga eventualmente riportata per procedure future, soprattutto su uno come Fabullo? Non parliamo di responsabilità giuridica, ma solo di professionalità.

No, non è giusto.

Ovviamente il passaggio successivo è che noi non sappiamo quanto confidare, a questo punto, sulle cose fatte bene. Non lo sappiamo. Fatte male sicuramente no. Fatte bene e studiate per le esigenze di Fabullo non lo sappiamo. Senza accuse. Solo prese d’atto.

E quindi devo scrivere, così rimane scritto.

Un po' da vomitare mi viene.

Buona Giornata.

Angela 


giovedì 20 novembre 2025

La statistica, gli alibi.

 Il Medico Santo Subito è arrivato all’alba, ha visitato attentamente Fabullo e ha deliberato che i crepitii ci sono eccome, che vuole dire che c’è un principio di focolaio polmonare; quindi, siamo stati brillanti a pianificare e l’antibiotico è da prendere.

Dire perché ci siano cose concomitanti, dove inizia una e finisce l’altra, non si sa: è la danza del serpente che vien giù dal monte e quel birichin del suo codin.

È verosimile che, semplicemente, con la sedazione qualcosa si sia fermato e nei giorni si è creato il principio di infezione. Come era stato semplicemente pensato fin da luglio che fosse plausibile tale evenienza nefasta.

Speriamo di essere arrivati in tempo, che l’antibiotico cominci a fare il suo lavoro prima che serva l’ossigeno in modo importante.

Sulla nostra brillantezza ci sarebbe da discutere assai: la definiremmo piuttosto statistica degli eventi nel tempo.

Non abbiamo ulteriormente comunicato con il resto dell’equipe territoriale; non ne posso più di scrivere infiniti messaggi e mail, ne ho ampiamente oltre alla testa.

Quindi ho esercitato l’arte del rimandare: lo faccio all’arrivo della cartella clinica, che dovrebbe essere imminente. Si chiama alibi, tale strategia inconcludente della vita.

Buona Giornata.

Angela

mercoledì 19 novembre 2025

Altro che flamenco

 I compitini che dovevano essere svolti ieri non sono stati eseguiti. I Genitori Isterici sono stati inadempienti. I Genitori Isterici sono intelligenti (si, vabbè) ma non si applicano.

Non ci siamo profondamente né significativamente applicati nell'aggiornamento di tutta l'equipe territoriale poiché ieri è stata una giornata che ci ha prosciugato fino alle 17. Le mitiche 5 della sera, che non avevano nulla del flamenco e tanto meno di un rock.

Non sapevamo più a che santo votarci, e sì che il calendario è lungo.

Comunque.

Siamo partiti ieri mattina con un problema respiratorio, non gravissimo, ma di quelli che portavano dritti dritti al bidone dell'ossigeno.

Allora abbiamo dato Bentelan in dose di attacco, poi messo un sensore, poi chiamato il Medico Santo Subito. Il pensiero è stato: bingo, una settimana esatta dalla gastro, se qualcosa doveva arrivare i tempi erano quelli.

Il Medico Santo Subito ha organizzato di venire oggi, salvo emergenze, così se qualcosa c'è si sente meglio. Però di cominciare subito l'antibiotico, senza perdere tempo: se c'è qualcosa siamo più avanti nella copertura, se non c'è niente amen, lo smettiamo, avrà solo fatto danni alla mitica flora batterica. Sempre scegliere tra almeno due disastri.

Poi Fabio ha pianto tutto il giorno, tutto.

Sempre.

In qualunque posizione e situazione.

Il Bentelan ha aiutato a respirare meglio, ma un incubo tortuoso e plumbeo. 

Poi è arrivata la terapista alle 3 e se ne è andata alle 5.

E Fabio non piangeva più e respirava bene.

Esclusi i dolori articolari acuti.

La terapista ha avuto più l'idea di un bel pasticcio addominale, e ci ha lavorato tanto.

Poi Fabullo ha dormito 15 minuti di seguito e noi li abbiamo trascorsi seduti, attenti a non cadere addormentati secchi come merluzzi.

Buona Giornata.

Angela

martedì 18 novembre 2025

Gli studi sul passato. Di verdura.

E quando si dice la saggezza di Luana nel chiudere il cerchio, direi che si coglie sempre nel segno!

Sempre.

Ed è necessario anche svegliarsi così talvolta.

Quello che noi dovremmo fare qui ora, dopo essere stati frastornati per cinque giorni di seguito, e non è che possiamo proprio permetterci di stare tanto lì a fare grandi pensieri e grandi rimuginamenti, seduti sul mitico taburetto; quello che dovremmo fare, dicevamo, è riprendere tutto il filo della situazione: nello specifico dobbiamo capire come avere queste benedette avere queste benedette Peg di scorta, perché adesso abbiamo cambiato diametro e siamo da capo.

Noi l'abbiamo già raccontato e richiesto a buona parte del territorio, mancano ancora degli anelli, e non accade mai che le varie parti si parlino, sostanzialmente quelli che devono litigare siamo noi.

Oppure dobbiamo perdere completamente la pazienza e andare al vertice di tutto, però non è che uno ne ha proprio sempre la voglia e anche il tempo, perché questo richiede delle attenzioni e delle energie diverse.

Quindi il passaggio successivo sta in quel buona parte del territorio: che vuole dire:  non tutto .

Dobbiamo ancora raccontare l'accaduto ad una parte degli specialisti, agganciandoci alle nostre profonde perplessità sull'operato, e ribadendo che ci portiamo a casa quello che abbiamo finora, peg che non perde,  attendiamo la cartella clinica, e richiedendo le peg di  scorta, per l'appunto.

Insomma, ripartire a raccontare tutto un'altra volta.

Questo era ciò che c'era da fare ieri, oltre ovviamente a tutto il resto che riguarda Fabullo.

Non l'ho fatto.

Mi sono sollazzata dedicandomi al bucato, giocandoci la pausa dalla pioggia, che per fortuna qui non ha fatto danni, e questa è veramente una benedizione, guardandosi in giro. 

Mi sono dimenticata di raccontarvi che nel fine settimana è arrivato il nuovo freezer, che è stato posizionato nello sgabuzzino, e buona parte dello sgabuzzino è arroccato in ordine molto sparso in varie parti della casa.

È stato fatto un attento studio per la coabitazione del freezer con l'asciugatrice, in un sottoscala, con tutte le misure al pelo, e gli sportelli che si aprono. 

Un'amica ridendo mi ha detto che non devo mettere il passato di verdura da surgelare nell'asciugatrice. 

Noi non ci avevamo pensato minimamente, a questo effettivo rischio: io non ho riso, ci ho riflettuto, eccome.

Quando l'ho raccontato al Vicinato ce ne fosse stato uno, dico uno, che si è messo a ridere. 

Non uno che ha pensato alla faccenda buffa e all'eventuale battuta. 

Tutti si sono preoccupati, tutti hanno pensato che abbiamo perso un punto fondamentale nella pianificazione, tutti hanno pensato che si tratta di un fatto assolutamente possibile e praticamente scontato. 

Tutti. 

Vedete? Alla fine si fanno tanti studi e si perdono di vista le cose importanti. 

Buona Giornata. 

Angela

lunedì 17 novembre 2025

Sembrano scelte.

Sì che Luana ha centrato il punto, come sempre, si sa. Certi personaggi fanno parte della vita, il problema è dove li si incontra, e soprattutto se si possa o no scegliere di avere qualunque tipo di relazione con loro.

A tutti noi è capitato per motivi che, per capirci, definiamo privati, cioè di relazioni che non sono legate alla professione di queste persone, di incontrare individui che non hanno propriamente goduto della nostra simpatia: li abbiamo trovati poco simpatici, presuntuosi, saccenti, prevaricatori, maleducati, e chi più ne ha più ne metta.

In generale, diciamo che, quando è così, incontriamo persone che non vivono l'incontro con gli altri come uno scambio reciproco, che prevede obbligatoriamente la disponibilità all'ascolto dell'altro mettendo il proprio io un attimino da parte.

Se non li incontriamo per motivi appunto legati alla loro professione, noi possiamo scegliere.

E quindi decidiamo che eventualmente queste persone vogliamo conoscerle meglio, per carità, siamo liberi di farlo.

Oppure che ci vogliamo discutere, speriamo ne valga la pena.

Oppure che, per quanto ci riguarda, possiamo guardare attraverso di loro come se fossero aria, trasparenti, irrilevanti non sappiamo se per questa Galassia, ma per la nostra vita e in  quell'esatto istante indubbiamente sì.

E che vadano pure quindi per la loro strada. Spesso tali personaggi sono poi gli stessi che scrivono infiniti sproloqui pluri quotidiani su Feisbùk, spiegando che quello è il loro carattere, e nessuno ha il diritto di imporre loro di cambiarlo, e che comunque il mondo vive di apparenze perché, se solo uno si mettesse a voler superare la superficie, scoprirebbe un grande tesoro nascosto in loro stessi che sembrano antipatici.

Che può anche essere: resta il fatto che o le relazioni umane e affettive si basano su un'apertura reciproca, e quindi sul desiderio di ascoltare e non solo di essere ascoltati e eventualmente osannati; o altrimenti la vedo molto dura.

Restano a prescindere fatti loro, indipendentemente dal fatto che piglino o no mezzo làik su Feisbùk. 

Però le cose sono diverse se noi ci ritroviamo, ad esempio, a interagire con queste persone, che ne so, perché svolgono una professione a contatto col pubblico: se lavorano in un negozio, nove su dieci abbiamo la possibilità di cambiare negozio, o quantomeno di pensare che sono simpatici come un cuscino di carciofi rossi, ma se non altro li dovremo vedere cinque minuti e mai più. 

Tutto cambia se sono nostri colleghi in ambito lavorativo, perché hanno certamente la capacità di rovinarci la giornata: e lì si spera di avere un minimo margine di scelta, di non dover subire troppe prepotenze. 

Ma la situazione peggiora in assoluto  quando questi personaggi svolgono un ruolo all'interno di una funzione sociale di cui abbiamo assoluta necessità e da cui non possiamo esimerci di confrontarci, di avere contatti: purtroppo, appunto, di avere bisogno. 

Pensate a quanto ci possono far diventare matti certi burocrati con il delirio di onnipotenza, non si sa quanta competenza, comunque con stampato in faccia il Lei non sa chi sono io. 

E lì scegliere  diventa dura, se solo quello è l'ufficio in cui possiamo andare: probabilmente possiamo trovare delle soluzioni, ma con fatica e  che magari non sono alla portata di tutti , ad esempio di chi non sa difendersi, non sa scrivere papiri infuocati scavalcando le gerarchie.

E poi l'apice si tocca, chiaramente,  nelle interazioni con le professioni sanitarie: può essere che possiamo cambiare medico, infermiere, fisioterapista, avendo possibilità, mezzi, altre risorse per andare da un'altra parte. Avendo per esempio del tempo davanti. 

Per definizione se uno ha necessità di un intervento di tipo sanitario, non è proprio detto che sia così. 

La scelta non c'è.

Per questo sono personaggi così pericolosi: perché chiunque di noi in quella situazione è un potenziale fragile che non può opporsi a nulla. 

Buona Giornata. 

Angela

venerdì 14 novembre 2025

Indole personale, per capirci.

 In questi giorni di tanti pensieri, valutazioni, varie ed eventuali, abbiamo fatto tante considerazioni.

E abbiamo ovviamente parlato dei massimi sistemi come si conviene a noi che abbiamo sempre voglia di chiacchierare.

Nello specifico, la materia è stata la relazione tra indole personale, più o meno momentanea, del singolo professionista, e sue effettive prestazioni specialistiche del suo specifico ambito.

Ovviamente il discorso si può applicare a qualunque professionalità; infatti noi abbiamo un calzolaio che riteniamo essere bravissimo anche perché capisce sempre di che cosa uno ha bisogno. O la signora che lavora al banco della gastronomia che non sbaglia mai ad offrire il prodotto più giusto a chi si trova davanti, e spiega anche perché, e lo dice gentilmente in modo da illuminare le giornate. Per non parlare di Tecnico, che ci porta la lavatrice con tutte le caratteristiche giuste in due ore.

Vale per tutti.

Ma ora limitiamoci al mondo della sanità, perché altrimenti altro che diventare vecchi con questi discorsi.

Ovviamente le competenze, l'esperienza, il mitico curriculum sono essenziali: giusto per allontanarci da subito da qualunque idea conflittuale, paranoica, ossessiva, persecutoria, complottista, dei meravigliosi soggetti che pensano di poterci spiegare i microchip sottopelle e la terra piatta senza sapere minimamente di che cosa parlano. Lasciamo queste persone, nelle mani possibilmente di uno molto bravo, e togliamoceli immediatamente dai pensieri in questo istante.

Parliamo invece di persone che hanno, nel mondo della sanità, tutti i requisiti per avere la possibilità, il diritto, e appunto le competenze per lavorare bene.

Dove bene significa erogare il servizio più specifico e corretto possibile per la singola persona che si ha davanti, che in quel caso si chiama paziente.

Il quale servizio non potrà mai essere identico per due pazienti diversi: anche il più banale dei prelievi del sangue non può essere identico nella sua tecnica.

Tali competenze, però, possono non bastare, ed è un dato di fatto, quando si scontrano con un sistema di pensieri, valori, parole, idee, esperienze, che possiamo chiamare in questo momento indole personale: non so se sia il termine più giusto, ma dobbiamo capirci in qualche modo e arrivare alla fine di questo tortuoso ragionamento.

Ecco il punto: se il bravissimo professionista, sempre, o anche solo in quello specifico giorno o momento della sua vita, si trova coinvolto in pensieri angosciosi che non lo lasciano per problematiche personali, piuttosto che in grandi tensioni sempre personali, piuttosto che essere affetto, e in questo caso non è qualcosa di così passeggero, da un delirio di onnipotenza professionale o, peggio che mai, da un desiderio di potere (che però lì sconfiniamo in qualcosa che non è  etica professionale), ecco, quando questi atteggiamenti o sentimenti per vari motivi diventano prevalenti nella giornata e nel pensiero del professionista, possono fargli perdere sicuramente il fine del proprio lavoro, e, banalmente, la concentrazione. Non lo predispongono al primo dei punti che rientrano nel profilo professionale: l'ascolto e l'osservazione. E l'ascolto serio prevede, senza nessuna possibilità di discussione, la gentilezza e l'accoglienza. Non sono regali che si fanno, dei "di più", che se oggi non ho voglia non fa niente; sono elementi doverosi che rientrano nei profili di cui parliamo. Altrimenti qualcosa non funziona.

Facciamo un esempio concreto: la persona che, per mille motivi, perché fa i conti con la propria vita arrivata ad un certo punto, per varie frustrazioni legate all'ambiente in cui è inserito, per varie ingiustizie anche subite, o semplicemente per  un modo di fare suo personale, ritiene di dover dimostrare di essere sempre e solo uno che ha ragione, potrebbe essere quello che emette un primo giudizio affrettato su un paziente molto complesso, perché l'onnipotente non ha bisogno di pensare a lungo. Quel giudizio, però, poiché quel paziente è estremamente difficile e può non ricadere nella casistica più comune, potrebbe non essere corretto in tutto o in parte. 

Ecco: può succedere, e con gli opportuni  consulti con i colleghi e gli esami strumentali si può arrivare a dire: non è come pensavo, rivediamo tutto.

Il problema di base, però, è che se l'indole personale, e in questo caso il delirio di onnipotenza perché stiamo facendo questo esempio, prevale su tutto, è ingovernabile dalla persona stessa, l'ammissione di avere sbagliato direzione non avviene mai.

Indovinate chi ci rimette. Sapete, non solo gli alligatori delle Everglades sono pericolosi, in questo mondo.

Buona Giornata.

Angela 

giovedì 13 novembre 2025

20 battiti.

L'ingresso di Fabullo barellato con gli ambulanzieri in endoscopia é stato accolto da un Buongiorno buongiorno, volevamo tanto telefonarle, ma non ci siamo osati, per sapere la data di nascita di Fabio.

Io ho fatto un'espressione che penso sia stata vagamente eloquente.

Per cui sono proseguite le spiegazioni: con tutte le mail che ci siamo scambiati ( e io avevo scritto bene in fronte che le mail scambiate erano a senso unico perché non trovavano mai nessuna risposta), non trovavamo da nessuna parte la data di nascita di Fabio.

Io ho respirato profondamente e ho fatto presente che sui loro referti, da loro stessi stampati e compilati direttamente dal sistema dell'ASL, la data di nascita si evince perché è lì presente automaticamente non appena si inserisce il nome del paziente. Per rendere più chiara la cosa, ho aperto la cartellina che avevo portato con gli ultimi esami e ho tirato fuori il loro stesso referto, scritto da loro stessi medesimi, che ovviamente presentava la data di nascita.

Diciamo che questa prima esternazione qualche perplessità in noi l'ha sollevata.

Immediatamente dopo la specialista ci ha chiesto se di passaggio, casomai, eventualmente, Fabio avesse mai avuto qualche problema cardiaco.

Respirando nuovamente profondamente ho ricordato che sì, e ho anche ricordato che avevamo una visita recente che loro stessi avevano già visionato e che era stata fatta da una loro collega della stessa struttura ospedaliera. Ho riaperto la cartellina e ho consegnato la visita cardiologica.

La specialista mi ha chiesto se poteva tenere tutta la cartellina per guardarsi tutto.

Vi racconto che erano tutti i dati che si trovavano a prescindere sulla piattaforma dell'ASL, nell'eventualità che uno volesse mai studiarsi il caso prima.

Andiamo oltre.

Per fortuna c'era l'anestesista che ci ascoltava sempre, e soprattutto che ci ha ascoltato quando abbiamo fatto presente che era importante che Fabio avesse un accesso venoso molto stabile perché poteva capitare che fosse estremamente necessario e anche per tempi lunghi.

Poi sono arrivati altri specialisti che ci hanno detto che non ci vedevamo dal giorno in cui volevamo andare in vacanza e ci hanno quindi chiesto cosa facevamo lì in quel giorno lì.

Ho riassunto la situazione. sempre respirando,  facendo presente che avevo mandato delle immagini della Peg che perde 10 giorni prima.

Ci sarebbero altri dettagli vari ed eventuali, ma ve li risparmio.

Noi eravamo seduti lì fuori dall'ambulatorio, la procedura era in corso, ad un certo punto sono suonati i campanelli che suonano quando è necessario e l'anestesista ha pronunciato la parola atropina. La pronunciata con molta decisione una volta, due volte, tre volte, quattro volte a cui poi sono seguite altre parole che non vi sto a dire perchè  LA PAOLA non vuole.

Serve per far ripartire bene il cuore.

Intanto si sono aperte le porte e sono arrivati tre anestesisti di corsa dal pronto soccorso lì confinante, e immagino che magari sia stato abbastanza evidente perché certe cose non si devono fare a Ferragosto.

Ma non ho la certezza che sia stato così compreso.

In realtà, quando sono arrivati gli aiuti, l'anestesista ce l'aveva già fatta da sola e dopo pochi secondi è arrivata la frase Bravo Fabio.

Tutto è durato molto poco.

L'anestesista ci ha spiegato che, durante la procedura, in realtà già verso la fine perché per fortuna tra l'altro si era già riusciti a vedere abbastanza le cose, infatti abbiamo le immagini, con la dilatazione dello stomaco per l'inserimento dell'aria, il sistema cardiocircolatorio è andato a pallino, l'elettrocardiogramma si è alterato, la frequenza cardiaca è scesa, e sono arrivati a 20 prima di riuscire a farla risalire.

Abbiamo avuto il buon gusto di non chiedere perché ha dovuto chiedere l'atropina quattro volte prima di averla.

Abbiamo ragionato insieme sul fatto che probabilmente l'ingombro dell'addome gonfio, più la sedazione, non hanno permesso a Fabio la corsa dei muscoli che gli permettono di respirare, e che già hanno un percorso molto breve per tutte le deformità articolari.

Poi ha tenuto l'ossigeno ad alti volumi per un pochino, poi abbiamo tolto gli alti volumi e abbiamo cominciato a scendere, e abbiamo cominciato a capire che tutto funzionava. 

L'anestesia era stata superficiale e breve e si era risvegliato benissimo. 

Sicuramente il colpo dal punto di vista cardiocircolatorio era stato molto impegnativo, ma stava rispondendo bene. 

Abbiamo fatto un elettrocardiogramma per sicurezza e anche quello era a posto, mi ha telefonato direttamente la sua cardiologa per dirmelo perché glielo avevano portato in ambulatorio. 

Per cui abbiamo deciso con l'anestesista che era meglio andare a casa nostra, perché altrimenti lei sarebbe stata costretta ad appoggiarci per la notte al pronto soccorso 

Su Fabio tutto può succedere, assolutamente.

Sicuramente diventa difficile dire se tutto sia stato condotto con la perizia dovuta, certo che i presupposti non erano ottimi.

La cosa che lascia grandi perplessità è che nei referti che ci hanno lasciato non c'è traccia dell'emergenza intercorsa: cosa non logica visto che ha richiesto la sospensione della procedura, e che, comunque, visto che poteva accadere, non c'era niente di male a segnalare il fatto.

Tra l'altro è una cosa di cui noi dobbiamo tenere conto e parlarne eventualmente a specialisti futuri se fosse necessaria qualunque procedura, come una laparoscopia, che richiede all’immissione dell'aria nella cavità addominale.

Ma noi non abbiamo niente in mano per dimostrarlo.

Ovviamente chiederemo la cartella clinica in cui ci saranno tutti i referti anestesiologici che potremmo allegare alla documentazione di Fabio se fosse necessario nel futuro.

Ci permettiamo di dire, oltre che ti pensare, che questo modo di fare non sia proprio stato congruo.

Tutto può accadere in un caso complicato come quello di Fabio, allora non c'è niente di male a scriverlo.

Ieri ha riposato tantissimo, tutte le funzioni hanno ripreso perfettamente, serve pochissimo ossigeno che è assolutamente compatibile col fatto che è stato sedato al di là di quello che ha passato, la PEG non ha perso.

Noi abbiamo passato la giornata a muoverci come dei reduci da una palude che ci ha sepolto sotto una successiva frana di macigni .

Buona Giornata.

Angela

mercoledì 12 novembre 2025

Casomai.

 Vi racconto solo le buone notizie di oggi, perché siamo stremati e affannati per la quantità di cose da fare. E perché sono successe cose brutte che poi hanno avuto una felice conclusione, ma che ci hanno segnato, e oggi stiamo peggio che con la febbre a 43.

Siamo a casa nostra da ieri pomeriggio alle 3: questa è la notizia più bella tra le belle.

Abbiamo una nuova Peg con un diametro più grande e sarà da capire se va un po' meglio oppure no. Per il momento, in realtà, perde.

Dentro lo stomaco non c'è nulla di grave, si è effettivamente formata una sacca laterale che intrappolava il palloncino più piccolo.

Abbiamo quindi un esame fatto. 

Fine delle buone notizie.

Non ci è sembrato che la valutazione sia stata condotta con impegno nella sua globalità, come sarebbe dovuto.

Senza timore di dubbio, la giornata non è stata gestita bene e sono state fatte un sacco di sciocchezze.

Fabio sta bene, ha un po' di ossigeno che ci auguriamo di non tenere a lungo perché altrimenti gli viene qualche impiccio più grosso.

Siamo annientati perché stanchissimi, e con una serie di cose da fare, e stiamo aspettando l'arrivo del Medico Santo Subito per verificare che sia sempre tutto stabile.

Vi giuro che domani ve lo raccontiamo meglio perché è una storia veramente penosa.

Solo per darvi un indizio,  però, vi dico che siamo arrivati lì e la gastroenterologa che doveva occuparsi della procedura, quella che ci aveva mandato quella mail nemmeno firmata che ci mollava nel nulla assoluto e che partiva con "stante le condizioni", mi ha chiesto se Fabio avesse mai avuto qualche problema al cuore. Così, casomai.

Giuro.

E li abbiamo capito tutto.

E vi giuro che domani vi racconto il resto con calma e "stante" meno scossi di quello che siamo ancora adesso.

Buona Giornata.

Angela

martedì 11 novembre 2025

I punti seguenti.

 Facciamo quelli che vanno. L'ambulanza sarà qui tra poco, abbiamo prenotato solo l'andata e ritorno si vedrà.

Le nostre priorità sono: tornare a casa il prima possibile, ci spingiamo a sognare che sia in giornata.

Punto secondo: non venire maltrattati, perché siamo già abbastanza avviliti e preoccupati solo pensando a come è andata fino ad ora con queste persone.

Punto terzo: sperare che la valutazione venga fatta bene e che porti a soluzioni non troppo pesanti per Fabullo.

Siamo consci che il punto terzo non vada bene che stia al punto terzo.

Però è così. Ed è ampiamente giustificato che sia così, per come tutto è stato gestito.

Tenendo conto che stiamo parlando di una revisione di una peg messa su un non disfagico, che ha fatto di tutto in vita sua per continuare ad usare la bocca e ce l'aveva fatta, ci sentiamo di dire oggettivamente, senza timore di essere patetici, che siamo veramente tristi.

Vi diamo nostre notizie il prima possibile.

Vi abbracciamo.

Buona Giornata.

Angela

lunedì 10 novembre 2025

Lucidi.

Oggi sarà laborioso ai limiti del campale, a conoscerli, i limiti; e saremo abbastanza tra l'esitante e il preoccupato per domani.

La realtà vista con gli occhi del mondo per dritto è che oggi, in concreto,  si fanno delle belle cose, perché arriva la tecnica per capire se si può trafficare un poco con questa carrozzina per provare a posizionare meglio la spalla.

Secondo noi sinceramente no, ma è fatto è che la tecnica è una grande Amica, non la vedo da tantissimo tempo e ce la contiamo come delle matte tutte le volte che ci incontriamo.

Quei discorsi che cominciano e non finiscono mai e ne comincia un altro insieme, sapete, come si fa con gli Amici.

Quindi è appunto una bella cosa, senza i se e i ma. Il problema è godersela, perché  dobbiamo prepararci per domani che andiamo in ospedale. Per noi avere una cosa da fare è in realtà un impegno che occupa tantissimo tempo: ma non perché siamo riflessivi, come Quelli Che Sanno, che dedicano ad ogni singola, innocua,  attività un'attenzione smisurata  e spropositata, tale che occupa svariate ore e pensieri e riflessioni e stratagemmi e elucubrazioni sul loro posto nel mondo.

Ma no. 

È "solo" che le cose da fare sono per noi talmente tante che ritagliarci lo spazio di preparare una lista e mettere insieme delle cose da portar via prende un tempo che non abbiamo, considerato anche appunto l'incontro con la tecnica, prima di tutto: si poteva probabilmente rimandare, ma lo abbiamo già fatto talmente tante volte che proviamo a giocarcela. 

La difficoltà sta soprattutto nel fatto che, domani,  non abbiamo la più pallida idea di ciò che accadrà; sappiamo solo che usciremo di casa presto e non sappiamo quando rientreremo.

Tutto dipenderà dalla tipologia di anestesia utilizzata, oltre ovviamente dal come starà Fabullo; forse, da cosa si deciderà.

Noi speriamo ancora che lo tengano in osservazione da qualche parte e che ci facciano uscire già in serata, Il Medico Santo subito tace, come quando ha delle grandi perplessità e non vuole infrangere i nostri sogni.

In più non sappiamo dove ci appoggeranno, se è la rianimazione tutto è strutturato in un modo, se fosse la medicina adulti tutto va molto diversamente, con ovviamente il rischio di pigliarci la qualunque. E nello stesso tempo non possiamo entrare nell'ambulatorio dell'endoscopia con le valigie, per cui metteremo in macchina cose che un si potrebbe far fatica a reperire al volo per Fabio , tipo i farmaci complicati; ma anche maglioni pesanti e una coperta nel caso che sia necessario star lì la notte. Libri e Kobo, perché la notte è lunga e serve qualcosa di luminoso, sempre benedetta LA PAOLA che ci ha pensato.

Quindi, sostanzialmente, dobbiamo seguire una lista di cose da fare e preparare che abbiamo compilato nei giorni, con lucidità .

Ecco.

La lucidità: attitudine che rischia di essere compromessa dalle prosaiche attività quotidiane che impegnano ogni singolo secondo.

Confermiamo, sarà campale.

Il primo punto della lista (contemporaneamente a quelle millecinquecento voci che sono incluse nell'accudire Fabullo) sarà che, visto che la tecnica Amica comunque viene, ci godiamo l'amicizia.

Buona Giornata.

Angela

venerdì 7 novembre 2025

"Sperando", con le virgolette.

 Ieri ho inviato la mitica mail in vista dell'indagine allo stomaco della prossima settimana: quella in cui "sperando di fare cosa gradita", ho riassunto la situazione della risoluzione del dolore e della problematica della peg che perde (con foto annesse e connesse), allegando l'elenco dei farmaci in modo da facilitare la compilazione della cartella, ricordando, di passaggio, come se nulla fosse, che la terapia prevede l'assunzione a stomaco pieno.

Siamo molto intimoriti e avviliti all'idea di essere maltrattati.

Giuriamo solennemente che non saremo stolti e allocchi  come l'ultima volta, ce la caveremo meglio nel nostro essere determinati, ma siamo già degli stracci scoloriti sfibrati, lavaggio a 90 gradi con 1200 di centrifuga,  al solo pensiero. 

Buona giornata.

Angela

giovedì 6 novembre 2025

I postulati assidui.

 Proseguiamo con le vicende della Famiglia Isterica in grave difficoltà assistenziale.

Dopo due anni di progetto scritto approvato stanziato, ma di servizio non fornito, è stata chiesta una riunione plenaria a cui devono partecipare anche gli alti vertici (minuscolo) del territorio. La riunione è stata richiesta con sacri crismi, e con gli analoghi e congrui sacri crismi è stata richiesta con la presenza dei genitori a distanza.

Gli alti vertici del territorio hanno negato la possibilità di condurre la riunione a distanza data la delicatezza dei temi proposti.

Partendo dal presupposto che ormai a distanza vertici molto più alti di questi alti vertici conducono discussioni di problematiche a livello mondiale: verrebbe da credere che gli alti vertici coinvolti in questa penosa vicenda abbiano un eccesso di onnipotenza.

L'altro punto da cui potremmo partire è che siamo i soliti malpensanti, che come ben sappiamo non coincide con l'essere però bugiardi o peccatori : quindi è concesso esprimere il ragionevole dubbio che la risposta degli alti vertici territoriali sia un modo per mettere ulteriormente in difficoltà la famiglia, che osa ribellarsi alla nullafacenza di servizi creati per servire, che non vuol dire essere servi della gleba ma prestare appunto la funzione apposita per cui si esiste. Non è il caso di perdersi nell'ontologia, è pubblica amministrazione.

Detto tutto questo, e sorvolando sulle parolacce che non posso produrre perché la Paola mi sgrida, dice che non è elegante, che non è produttivo, e che non va bene tout court, cogliamo un essenza galattica: la famiglia chiede una riunione con gli alti vertici partendo dal presupposto che non può più uscire di casa per assistere la figlia, con tutti i pregressi che ci sono in questa situazione già ampiamente certificata dagli alti vertici di persona personalmente; gli alti vertici rispondono imponendo alla famiglia di uscire di casa per parlare con loro di una situazione che non hanno dimostrato di saper gestire: dovete uscire di casa per dirci che non potete uscire di casa, dopo che noi lo abbiamo già scritto che non potete uscire di casa.

Diciamo che oltre all'essere delle persone veramente odiose, infime, inutili, si sono nuovamente infilati in un ennesimo errore che è un fatto che rimane scritto.

Insomma, i postulati, in quanto tali, funzionano sempre: Quelli Che Sanno sono dei babbei.

Però è emozionante un fatto: i postulati non hanno bisogno di dimostrazione per loro stessa definizione; e però mirabolante come Quelli Che Sanno li dimostrino in realtà assiduamente.

Deve trattarsi della famosa diabolica perseveranza: lo sappiamo che i luoghi comuni e i modi di dire sono talvolta irritanti, certo è che quando sono veri diventa difficile non esplicitarli. 

I luoghi comuni, quando sono veri, si trasformano in Fatti (maiuscolo).

Buona Giornata.

Angela

mercoledì 5 novembre 2025

Concentrazione per eccezione.

 Ieri ho avuto un'intera ora di possibilità di fare delle cose, e anche di relativa lucidità. Ci tengo alla definizione di relativa, perché non è che proprio possiamo aspettarci chissà che, la massa del neutrino la scopriamo un'altra volta. 

Questo per dire che Fabullo ha riposato di seguito un'ora, e, annaspando come quei piccoli tornadi nel deserto, sono riuscita a sedermi, per occuparmi 60 minuti consecutivi della progettualità della Onlus.

Attenzione: è fondamentale considerare che, con gli ultimi avvenimenti, non era più stato possibile, quindi è stato anche necessario recuperare il filo tutto inturtugliato, con capi non riconoscibili né afferrabili.

Quindi 60 minuti di seguito di concentrazione a livelli preziosissimi hanno rappresentato davvero qualcosa per cui valeva quasi la pena ubriacarsi, o fare un'indigestione di gianduiotti che poi si sta a letto mezza giornata; ad averne le possibilità, per chiare ragioni.

Non succederà niente di platealmente eccezionale dall'operato di ieri: voglio però dire che per i Genitori Isterici, talvolta, è vitale comprendere di avere delle capacità cognitive efficienti, non solo legate a qualcosa che possiamo definire un modo per staccare, lo studio del sanscrito piuttosto che la lettura delle vicende del buon Rascolnikov, o la scrittura sul quaderno a quadretti dei conticini, o la partita a pinnacola.

No: qualcosa che deve avere un riscontro diretto con la realtà , inserito in un contesto che riguardi non solo noi.

Ecco, poiché la vita dei Genitori Isterici è improntata all'annullamento giuridico, umano, professionale, (e non è una situazione di cui sentirsi contenti perché sembra proiettare in un mondo di tranquillità in cui nessuno disturba: e questo è sempre un punto cardine che deve esistere nel pensiero, perché se si arriva a quell'idea lì c'è sicuramente qualcosa di ossessivo di cui preoccuparsi), scoprire di poter mantenere la lucidità su argomenti che non sono quelli di cui ci si occupa continuamente, prescrizioni , piani terapeutici, deroghe a qualunque tipo di fornitura, e quant'altro, fa la differenza.

Giuro.

Buona Giornata.

Angela

martedì 4 novembre 2025

Senz'aglio.

 Però il referendum sul calendario delle feste lo facciamo netto: non di quelle robe che dichiari di non volere che accada che non capiti che il calendario di festa non possa essere così, e pure nell'eventualità. 

No no no no: facciamo un quesito netto.

Detto questo: gli Amici Amatissimi del Blog sono un cardine dell'universo, sempre.

Ieri è venuto il Medico Santo Subito a visitare Fabullo, appena sbarcato dalla missione umanitaria in Sudan (attenzione che arrivano Quelli Che Sanno: con tutte le cose buone che un medico dovrebbe fare qui, ma dimmi te. Li tranquillizziamo dicendo che verranno visitati anche loro dal Medico Santo Subito, non verrà loro fatto mancare nulla, potranno continuare a dedicarsi in modo produttivo e importante per l'umanità alle loro importantissime attività, qualsivoglia esse siano.)

Il Medico Santo Subito  ha trovato Fabio bene, passaggi dell'aria a posto, un po' di catarro alto e basta. E quindi ha confermato che possiamo sospendere l'antibiotico.

Noi siamo contenti, perché chissà che ora lo ritroviamo l'equilibrio con l'intestino in tempi un poco rapidi, perché o dobbiamo procedere in proposito, o accade come ieri che passa il terapista e lavora anche sull'aspetto viscerale e poi io gli dico che siamo contenti che tutto abbia preso il suo corso, ma magari anche meno. E risparmio sempre gli ulteriori dettagli per immensa eleganza e creanza.

Ieri, in più, riflettevamo con il terapista: martedì prossimo dobbiamo andare per la gastroscopia (il Medico Santo Subito era furibondo, perché si aspettava che in un mese fosse stata fatta ampiamente), abbiamo già prenotato l'ambulanza; però lunedì dovrebbe venire la nostra amica tecnica a rivedere la carrozzina, per capire se sia possibile fare qualcosa per l'appoggio della spalla; abbiamo già perso la valutazione durante la prima influenza. Il terapista ha deliberato che: la tecnica verrà avvisata che, se ha anche il solo minimo presagio di un raffreddore, stia a casa, perché il giorno dopo noi quell'anestesia totale la dobbiamo veramente fare.

Boiafaus.

Volevo dire che una delle cose più belle di novembre sono i peperoni con la salsa alle acciughe che tanto amiamo, in questa casa scrupolosamente senza aglio: ed è per questo che la chiamiamo solo salsa alle acciughe, perché non è quella vera, che va rispettata in quanto tale.

I peperoni sono arrivati da un orto e noi ne abbiamo voluttuosamente approfittato.

Ehhh, ma Signora Mia, quella roba lì è pesante, poi vi lamentate che siete tristi e che tutto va male: dicono Quelli Che Sanno che poi mangiano pure le pentole. 

Sentite, come oggi tanti anni fa, troppi, era sabato, tutto cominciava. Quindi invochiamo il diritto alla perdita della pazienza con i babbei.

Buona Giornata.

Angela

lunedì 3 novembre 2025

Le brillantezze messe in atto.

 Io lo sapevo che Luana avrebbe colto l'essenza del calendario festivo, per forza, dritta al bersaglio. Ahhh, la millenaria saggezza fiorentina, Luana è sempre avanti, sempre. Che bello che la conosciamo, che bello.

Abbiamo tolto l'ossigeno: venerdì eravamo tra l'affranto il perplesso e lo spaventato perché bastavano 0,25 litri perchè tutto filasse senza affanno. Ma non c'era modo di stare senza, Fabullino nostro si affannava che manco noi nella salita del Lago di Candia in bici.

E abbiamo pensato che questa fosse la volta, quella volta lì, quella da cui non ne saremmo mai usciti, che ci fossimo arrivati.
Invece sabato è andata, improvvisamente, come se nulla fosse.
Diciamo che il nulla fosse implica  che siamo asfaltati, e percorsi ulteriormente da carri armati dopo appunto il rullo asfaltatore.
Paulo Aimo Tareffo è nuovamente caduto in uno di quei raffreddori che uno non sa più come si chiama, come è girato, se respira oppure no, perché uno debba tenere sugli occhiali addosso quando le ossa della faccia fanno così male.
Adesso abbiamo la presuntuosa ambizione di risalire la china in tempo per fare la gastroscopia la prossima settimana, e in questo momento preferiamo non pensarci perché perché abbiamo la necessità di occuparci almeno per un istante solo della giornata in corso. 
A tale proposito vi racconto solo un paio delle prodezze che ho combinato nelle ultime settimane in questo continuo malessere di tutti quanti, nella catena di notti in piedi completamente, nelle preoccupazioni costanti, più costanti del solito costante. 
Due brillantezze scelte nel mazzo. 
La prima è che ho fatto gli auguri al Pierfrancesco. 
Il Pierfrancesco che, anche se da infanti, quando io costruivo le villette con i Lego con i fiorellini e le finestrelle con le persiane e i comignoli, e lui invece metteva insieme qualcosa che poi definiva il piccolo centro sociale o anche il piccolo bunker antiatomico, il Pierfrancesco, appunto, è uno estremamente educato. 
E quindi, invece di dirmi che sono completamente cilindrata e obnubilata, mi ha gentilmente ringraziato e spiegato che non sapeva quale fosse la motivazione degli auguri ma li accettava volentieri. 
Ovviamente la motivazione era il suo compleanno, e in quel momento io mi sono resa conto di quanto ero  mentecatta e disorientata nello spazio e nel tempo. 
Perché il giorno del compleanno del Pierfrancesco io lo so da quando siamo nati, non è una data che si possa sbagliare. 
Il punto è che, nella mia povera mente, la data era giusta perché io non pensavo di vivere nel mese di ottobre, tutto qui, splendida motivazione di rimbambimento totale. 
Sabato scorso, invece, ho cucinato ossessivamente perché, non avendo il freezer, è sempre necessario che la roba fresca sia preparata perché non vada a male. Tra le altre cose volevo gestire dei fiori di zucca, che però non trovavo più: erano stati avvolti nell'alluminio e messi in frigo, ma li cercavo da giorni senza il concreto risultato di infilarli in qualsivoglia pentola. 
Mi sono convinta che gli avevo già usati, senza ricordarmi come e dove, senza cognizione di averli per esempio mangiati.
Sabato mi chino nell'armadietto dove c'è la carta di alluminio, e vedo che il rotolo stava fuori dalla relativa scatola; ma, tadahhhhhh,  nella scatola c'era dell'alluminio. 
Nello specifico, si trattava di un fagotto di alluminio tutto gocciolante e puzzolente. 
Vi lascio indovinare cosa ci fosse lì dentro, invece che in frigo, e quanto ho lavorato per ripulire tutto. 
Questo solo per dire. 
Per carità. 
Siamo in realtà talmente leggeri, per aver tolto, l'ossigeno che il nostro stato mentale passa dietro a tanti piani. 
Peraltro, basta anche, come al solito, non avere il tempo di rifletterci, e di ottundersi in mille pensieri inconcludenti, comunque. 
Buona Giornata. 
Angela