venerdì 14 novembre 2025

Indole personale, per capirci.

 In questi giorni di tanti pensieri, valutazioni, varie ed eventuali, abbiamo fatto tante considerazioni.

E abbiamo ovviamente parlato dei massimi sistemi come si conviene a noi che abbiamo sempre voglia di chiacchierare.

Nello specifico, la materia è stata la relazione tra indole personale, più o meno momentanea, del singolo professionista, e sue effettive prestazioni specialistiche del suo specifico ambito.

Ovviamente il discorso si può applicare a qualunque professionalità; infatti noi abbiamo un calzolaio che riteniamo essere bravissimo anche perché capisce sempre di che cosa uno ha bisogno. O la signora che lavora al banco della gastronomia che non sbaglia mai ad offrire il prodotto più giusto a chi si trova davanti, e spiega anche perché, e lo dice gentilmente in modo da illuminare le giornate. Per non parlare di Tecnico, che ci porta la lavatrice con tutte le caratteristiche giuste in due ore.

Vale per tutti.

Ma ora limitiamoci al mondo della sanità, perché altrimenti altro che diventare vecchi con questi discorsi.

Ovviamente le competenze, l'esperienza, il mitico curriculum sono essenziali: giusto per allontanarci da subito da qualunque idea conflittuale, paranoica, ossessiva, persecutoria, complottista, dei meravigliosi soggetti che pensano di poterci spiegare i microchip sottopelle e la terra piatta senza sapere minimamente di che cosa parlano. Lasciamo queste persone, nelle mani possibilmente di uno molto bravo, e togliamoceli immediatamente dai pensieri in questo istante.

Parliamo invece di persone che hanno, nel mondo della sanità, tutti i requisiti per avere la possibilità, il diritto, e appunto le competenze per lavorare bene.

Dove bene significa erogare il servizio più specifico e corretto possibile per la singola persona che si ha davanti, che in quel caso si chiama paziente.

Il quale servizio non potrà mai essere identico per due pazienti diversi: anche il più banale dei prelievi del sangue non può essere identico nella sua tecnica.

Tali competenze, però, possono non bastare, ed è un dato di fatto, quando si scontrano con un sistema di pensieri, valori, parole, idee, esperienze, che possiamo chiamare in questo momento indole personale: non so se sia il termine più giusto, ma dobbiamo capirci in qualche modo e arrivare alla fine di questo tortuoso ragionamento.

Ecco il punto: se il bravissimo professionista, sempre, o anche solo in quello specifico giorno o momento della sua vita, si trova coinvolto in pensieri angosciosi che non lo lasciano per problematiche personali, piuttosto che in grandi tensioni sempre personali, piuttosto che essere affetto, e in questo caso non è qualcosa di così passeggero, da un delirio di onnipotenza professionale o, peggio che mai, da un desiderio di potere (che però lì sconfiniamo in qualcosa che non è  etica professionale), ecco, quando questi atteggiamenti o sentimenti per vari motivi diventano prevalenti nella giornata e nel pensiero del professionista, possono fargli perdere sicuramente il fine del proprio lavoro, e, banalmente, la concentrazione. Non lo predispongono al primo dei punti che rientrano nel profilo professionale: l'ascolto e l'osservazione. E l'ascolto serio prevede, senza nessuna possibilità di discussione, la gentilezza e l'accoglienza. Non sono regali che si fanno, dei "di più", che se oggi non ho voglia non fa niente; sono elementi doverosi che rientrano nei profili di cui parliamo. Altrimenti qualcosa non funziona.

Facciamo un esempio concreto: la persona che, per mille motivi, perché fa i conti con la propria vita arrivata ad un certo punto, per varie frustrazioni legate all'ambiente in cui è inserito, per varie ingiustizie anche subite, o semplicemente per  un modo di fare suo personale, ritiene di dover dimostrare di essere sempre e solo uno che ha ragione, potrebbe essere quello che emette un primo giudizio affrettato su un paziente molto complesso, perché l'onnipotente non ha bisogno di pensare a lungo. Quel giudizio, però, poiché quel paziente è estremamente difficile e può non ricadere nella casistica più comune, potrebbe non essere corretto in tutto o in parte. 

Ecco: può succedere, e con gli opportuni  consulti con i colleghi e gli esami strumentali si può arrivare a dire: non è come pensavo, rivediamo tutto.

Il problema di base, però, è che se l'indole personale, e in questo caso il delirio di onnipotenza perché stiamo facendo questo esempio, prevale su tutto, è ingovernabile dalla persona stessa, l'ammissione di avere sbagliato direzione non avviene mai.

Indovinate chi ci rimette. Sapete, non solo gli alligatori delle Everglades sono pericolosi, in questo mondo.

Buona Giornata.

Angela 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto bene scritto.....capiamo fra le righe!!!! Xxxxxxxxxxxxxx per i vari problemi sperando sempre bene. Abbraccio grande e fine settimana sereno
Nonna Roby 💓🤗🙏

Luana ha detto...

E ce ne sono di persone così, in tutti gli ambiti, ma nel personale sanitario può fare eccome la differenza.
Forza Aimo!
Che sia un Buon weekend.
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Anonimo ha detto...

Forza Forza Forza Fabullo
Forza Forza Forza Angela
Buon fine settimana a tutti
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Boog

Paola ha detto...

FORZA FORZA AIMO
eccome se fanno la differenza....
sottoscrivo per un fine settimana sereno
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un abbraccione