Quindi ci hanno proprio detto bene che dobbiamo trovare un punto di appoggio per gli eventuali problemi che arriveranno in un eventuale futuro (ci tengo molto alla reiterazione noiosa di Eventuale, perché uno non si può esimere dallo sperare che poi non capiti). E ci hanno anche consigliato una possibilità in cui potremmo pensare di andare, prima di tutto a parlare senza Fabullo, con tanto materiale a disposizione per presentare il caso.
Anche perché quando facciamo vedere l'attuale documentazione, diventa abbastanza chiaro per tutti che sia meglio andare da un'altra parte, anche se in questo momento la situazione è stabile, di per sé sono state fatte delle cose corrette, però la modalità con cui sono state eseguite non rassicura propriamente.
È tutto sensato e ragionevole.
Ok, con calma ci organizziamo e ci andiamo.
No, non con calma ci dovete andare, perché se capita qualcosa dobbiamo già essere tutti pronti a saper come muoverci e cosa fare.
E hanno ragione a dire che non dobbiamo dormirci sopra, ma, anzi, approfittare delle mitiche bocce ferme , dell'attimo di bonaccia, per lo meno da questo punto di vista, perché nessuno di questo mondo sa qual è l'unità di misura temporale della bonaccia. Nessuno, anche chi studia tutti i venti e le maree può giurare su cosa accada il secondo dopo che è stata proclamata una meravigliosa previsione. Perché esiste la statistica, la probabilità, ma anche il lancio dei dadi in cui non si fa 6.
Noi lo sappiamo che non ci dobbiamo dormire sopra, il nostro problema è che non dormiamo mai e quindi conosciamo bene i nostri doveri sensati, ma anche le nostre risorse, ahimè sempre più risicate, striminzite, poverine, incompetenti, inconcludenti, attomite.
Ci impegniamo, giuro.
Per intanto, nella giornata di giovedì abbiamo terminato l'antibiotico e tutto andava bene e nella giornata di venerdì è stato nuovamente necessario ricorrere all'ossigeno.
Ci sono caduti tutti gli elementi possibili e immaginabili sottoposti a forza di gravità, che altro non possono fare che essere inesorabilmente attratti dal centro della terra.
La situazione non è particolarmente drammatica, però dobbiamo capire bene cosa fare, sostanzialmente da dopo la benedetta gastroscopia non ne siamo ancora usciti.
La parola Benedetta per quella gastroscopia non è esattamente quanto di più corretto, le benedizioni forse stanno da un'altra parte.
D'accordo con il Medico Santo Subito,abbiamo provato a disinfiammare con il cortisone perché magari è veramente solo uno strascico infiammatorio, o quantomeno noi desideriamo quel minimo di illusione. Oggi verrà visitato e si capirà invece se iniziare Il secondo antibiotico.
Che ovviamente gli daremo se necessario, ci tramortisce il pensiero perché la amoxicillina gli fa venire veramente tanto mal di pancia e l'equazione è immediata: amoxicillina uguale notti in piedi a fare bagni.
Pure io che non è che proprio sappia gestire la matematica con competenza, quel conticino lì lo faccio bene.
Intanto speriamo anche che la riduzione dell'oppio piano piano limiti i problemi respiratori legati a qualunque difficoltà.
Quindi è vero che non ci dobbiamo dormire sulle cose da fare, ma speravamo in un poco di pace.
Però, vi racconto, che sto rileggendo Danubio di Magris, e credo che sia la decima volta.
Non so voi, ma io quel viaggio lì lo voglio fare.
E contemporaneamente anche la Anna Politkovskaja. E sempre contemporaneamente anche Lorenzo Marone, che di solito mi piace tanto e questa volta non ho ancora capito.
E poi vi racconto che venerdí sera io e Il Pier Francesco siamo stati folgorati, ognuno a casa propria, comunicando a distanza.
Nel senso che tu e Il Pierfrancesco avete preso accordi a distanza di infilare contemporaneamente due dita nella presa elettrica?, chiede LA PAOLA nella sua proverbiale concretezza. No, perché tu e Il Pier Francesco certe trovate intelligenti le avete anche proposte nella vostra esperienza di vita fanciullesca.
Ma no, avendo noi compiuto 25 anni, ci limitiamo alle radianti luminose di origine metaforica.
Sostanzialmente, venerdì sera stavo ascoltando la radio alla televisione e ho sentito la seguente melodia: si si si simmaicimmona pappappappapappapà simmaicimmona.
Che era la canzone preferita deL Pier Francesco quando ancora ci tagliavano i capelli a scodella e che non avevamo più sentito da sempre, e da sempre ci chiedevamo come accidenti si chiamasse quella canzone.
L'abbiamo trovata.
Ovviamente, siamo stati folgorati soprattutto perché non si chiama simmaicimmona.
L'avevamo immaginato, devo dire, ma adesso ne abbiamo la prova scientifica.
Infatti, perché la scienza non è mai un'opinione, ho fotografato subito il titolo per spedirlo al Pier Francesco insieme al video tv di Around My Dream.
Insomma, praticamente abbiamo chiuso un cerchio di alta cultura musicale e siamo molto orgogliosi di noi.
Posso immaginare, dice LA PAOLA nella sua infinita magnanimità.
Che dicembre sia.
Buona Giornata.
Angela
