lunedì 8 novembre 2021

Il cambio di ingredienti.

 Le parole hanno il loro valore, definiscono delle cose e delle situazioni. Ma non può funzionare che basta cambiare parola perché una cosa diventi un'altra: può funzionare solo nelle cose che stanno poco in piedi, come certi meccanismi del terzo settore. Se in un progetto chiediamo fondi per la fisioterapia non ce li danno; se scriviamo stimolazione motoria per l'integrazione funzionale piace di più. Vabbè, è un mondo così, resta il fatto che quella roba lì è poi sempre fisioterapia, se la facciamo davvero, e i fondi vengono usati per quello, e non per andare alle Cayman. Diciamo che è un altro modo di dire le cose e bisogna entrare in quell'ottica. 

Però parliamo di un'altra cosa, che è un po' il contrario: abbiamo cioè un oggetto o una situazione e non basta cambiargli nome per farlo diventare qualcosa di sensato. Sempre per fare un esempio rispetto alla progettualità: posso chiamarli come voglio, ma 5 minuti di mobilizzazione articolare, su una persona che sta 24 ore in carrozzina, magari 12 sedute all'anno, non sono fisioterapia, anche se così sono codificati. Perché la mobilizzazione di tutto il corpo esige un tempo diverso, altrimenti è una finta, non basta la codifica.

Altro esempio: posso fare la pasta frolla senza burro, magari senza zucchero. Viene fuori una cosa buona, che il nostro corpo ringrazio se non gli proponiamo tutti i giorni burro e zucchero, ma non chiamiamola pasta frolla. Chiamiamola Torta Amabile, Dolce Piacevole, Colazione per Tutti, quello che volete, ma non è pasta frolla, e non basta il nome per farla diventare tale.

Altro esempio, intanto che ringraziamo Luana per il ginkgo biloba, e la abbracciamo perché sempre pensa a noi: se facciamo un bellissimo impasto di verdure, lo schiacciamo in una fetta, non abbiamo fatto la Fiorentina di verdure. Primo, perché a Luana viene un colpo. Secondo, perché la Fiorentina è resta un'altra cosa. Abbiamo fatto  una Fetta di Verdure, che è una roba buona e giusta, che ha senso mangiare tutti i giorni e la Fiorentina no, per tanti motivi. Ma non basta cambiare il nome perché una cosa diventi l'altra. 

Vale anche per le situazioni, tipo appunto la fisioterapia di prima.

Il treno delle 7.40 che passa alle 8.20 non è il treno delle 7.40: lo sanno tutti quelli che arrivano tardi in ufficio, che perdono la coincidenza, che perdono il posto ad una visita e devono aspettare un'eternità per sperare di passare. Lo puoi chiamare treno delle 7.40, ma non lo è, con conseguenze evidenti. 

Per altro, provate a  cantare che C'è un treno che parte alle otto e venti.

Funziona? No. Neanche quello.

Mia cara, mi sto preoccupando, dice LA PAOLA, quando parti così tutto è possibile.

Ci sono, dico io.

Quando un disabile va a scuola per stare SEMPRE  in uno spazio separato dagli altri, con il proprio personale (dico sempre, non per attività specifiche e pensate, sempre per strutturazione); o sta con il bidello (non si chiama più così, dicono Quelli Che Sanno, che quando il gioco si fa duro cominciano a giocare cogliendo l'essenza) perché il suo insegnante serve per fare altro (guardi che il sostegno è una risorsa per la classe, dicono sempre Quelli Che Sanno che non hanno proprio afferrato la legge e la specifica nota ministeriale): e tutto ciò viene ritenuto normale e sano, non un'eventuale emergenza assoluta di mezz'ora, ma proprio facente parte di un'organizzazione: ecco, quella roba lì,  non è scuola inclusiva. Possiamo dirlo, possiamo scriverlo, possiamo metterci le maiuscole o le minuscole, possiamo farci i discorsi e eventualmente prenderci i finanziamenti, ma non è scuola inclusiva. E non basta la definizione.

E a differenza della Fetta di Verdure, o della Torta Amabile, non è nemmeno una cosa buona e giusta.

È qualcosa che non deve capitare, e che capita solo perché le Famiglie Isteriche sono talmente avvilite che non trovano modo: troppo facile dire alle famiglie che tocca a loro ribellarsi, perché devono tutelare i loro figli indifesi. 

Le parole contano. Non basta cambiare gli ingredienti per avere la stessa torta.

Buona Giornata.

Angela

3 commenti:

Paola ha detto...

Parole giuste, giustissime, come sempre cara Angela (e una volta tanto vorrei che avessi torto.. ma nienteeeeeeeee da fare).... cogli sempre l'essenza delle cose, fotografi perfettamente l'inefficenza delle istituzioni, il caos della burocrazia, l'inadeguatezza di certe figure chiave della società civile....
Viverle queste situazioni e' devastante ... e le famiglie speciali non devono viverle ogni tanto ma quotidianamente e spesso afforntarne piu' insieme
vien su una rabbia ed un senso di impotenza che scappare via da questo paese sembra l'unica via di uscita....
Ma sarebbe come darla vita a chi non deve vincerla... troppo facile!
bisogna affilare le armi e combattere...
Sto maturando l'idea che quando saro' in pensione il mio compito giornaliero sarà di essere una rompic.... gigantesca, una disturbatrice seriale, una stalker per uffici pubblici e x Quelli che Sanno, una tester di servizi sociali.....
Ho 6 anni per buttare giu' un piano di attacco..... direi che posso studiarci su bene!!!!
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FORZAAAAAAAAAAAAA
FORZAAAAAAAAAAAAA
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FORZA FABULLO
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FORZA AIMO
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FORZA FAMIGLIE SPECIALI
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Zio Prof. ha detto...

Forza Aimi!!!
Forza Bellini!!!
Forza Michela!!!
Forza Fabullo!!!
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BOOG ha detto...

Forza Forza Forza Forza Forza Forza Fabullo!!!