E chissà se per la pioggia la discesa è diventata troppo
viscida e vischiosa. O se avevamo le scarpe sbagliate, forse stare sempre in
ciabatte va mica bene. O se non abbiamo ben guardato dove mettevamo i piedi,
che ne so, io per esempio magari cantavo (starnazzando) con la testa per aria. O,
semplicemente era una pista nera e noi l’avevamo scambiata per un baby. Meglio,
per noi solo camminatori: pensavamo fosse il giretto del laghetto di Meugliano
e invece era la Capanna Margherita in un giorno di tormenta.
Oppure, semplicemente, era impossibile. E basta. Non si
poteva. Nessuno poteva passarla liscia.
Fatto sta che siamo precipitati. Ci siamo fermati su un
piccolo pianoro, il gradino dopo era l’ospedale, e invece no.
Venerdì mattina l’infiammazione della peg non era passata,
però non era peggio, che era qualcosa.
Meglio no. Quindi aveva male. Abbiamo medicato, dato tachipirina,
rallentato l’infusione. Pregato che non vomitasse. Ha vomitato pochissimo. Mattina
complessa.
Al pomeriggio l’ho girato pianissimo sul fianco sinistro per
fare la fisioterapia respiratoria: è Fabullo ha cominciato a urlare in modo
straziante, ogni urlo una coltellata. La peg era lì fuori, uscita. Uscita senza
che si fosse rotta, senza che il buco si fosse allargato, come era successo ad ottobre
che non se ne era nemmeno accorto. Invece stavolta il male era stato feroce,
per forza, il palloncino della peg, quello che fa da fermo, uscito così. Come se
ci strappassero le budella dall’ombelico.
Ho chiamato il Medico Santo Subito, chiuso in studio per
tutto il pomeriggio con la sala d’attesa piena. Probabilmente l’infiammazione
ha creato aderenze, in quel cambio posizione è stata spinta fuori. La cambi, ne
metta un’altra e vediamo se tiene. Ma ha un male feroce, non posso dargli
farmaci per bocca in questo momento, li sputerebbe, sta piangendo troppo. Ghiaccio
per un quarto d’ora, poi inserisca la peg nuova, poi subito un antidolorifico. Mezz’ora
dopo scarsa era tutto fatto e Fabullo dormiva. Non gli aveva fatto male il nuovo
inserimento. Non perdeva. Era stravolto dal dolore di prima.
Che tristezza. Appunto: forse non era possibile non precipitare,
era troppo. L’unica possibilità era solo fermarsi prima del fondo, ma rimanere
in piedi non si poteva.
E poi niente.
Ha cominciato a sgonfiare tutto, come se fosse stato meglio
togliere quella peg infiammata, come era successo ad ottobre. Però le Alte
Sfere potevano dircelo, che ne so, un messaggio subliminale, un’apparizione: e
noi avremmo cambiato la peg subito, facendola uscire con la siringa, come va fatto,
senza nessun dolore.
Non così.
E basta. Adesso è ancora tutto rosso, forse ci vuole qualche
giorno. Ha meno dolore, abbiamo già scalato la tachipirina un po'. Le crisi
sono meno violente. Non ha più vomitato.
Siamo stati molto molto stanchi. Molto molto desolati e
impotenti.
Buona Giornata.
Angela
3 commenti:
Fine settimana travagliato. Xxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxx povero Fabullo e poveri voi sempre in ansia!!! Spero bene per oggi senza troppe complicazioni. Forza forza e coraggio abbraccio grande 🤗🤗🙏
Angela che dire, vi siamo nel cuore, proprio lì, ad accarezzarlo dolcemente.
Forza Fabullo
Forza Angela
Forza Aimi
Forza Famiglue Speciali
Forza Onlus
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