lunedì 6 agosto 2018

L'etica della fortuna.

Per la cronaca, sono assai furente. Adesso, hic et nunc.
Venerdì è stata una giornata complessa. Diciamolo pure: molto complessa. In questo essere complessa,  la giornata si è complicata perché è arrivata la comunicazione che CRT aveva riaperto la procedura di rendicontazione, dopo che la progettista li aveva sentiti al telefono, avevano chiarito di avere sbagliato e quindi avevo nuovamente preparato le scartoffie. Per cui volevo urlare vedendo che ancora non andava bene, giro tutto alla progettista, che controlla e scopre di aver solo sbagliato a caricare una pagina. Insomma, per fortuna una svista e non una contestazione vera, ma comunque un impiccio. In una giornata molto complicata ho dovuto ristampare far firmare scannerizzare ricaricare dieci pagine di scartoffie per la progettista.
Alle 8.35 in punto di stamattina arriva una nuova comunicazione di richiesta di verifica perché c'è ancora qualcosa che non va. E deve essere qualcosa di macroscopico, perché a quell'ora avevano appena cominciato a lavorare. Per cui ho rigirato nuovamente la faccenda alla progettista e adesso aspetto buone nuove: so già che dovrò rifare il lavoro delle dieci pagine, ma fa che almeno sia solo per una svista e non per qualcos'altro che non funziona, che a questo punto non so pensare a che cosa sia.
Venerdì è stata una giornata complessa perché Fabullo era evidentemente affaticato: la saturazione era un pochino più bassa del solito, non preoccupante da necessità di ossigeno ma obiettivamente in discesa. Sicuramente da impegno cardiovascolare, perché non aveva tosse o catarro.
Così ho sentito la pediatra, che ha concordato, e abbiamo anche concordato che il passo successivo sarebbe stata l’idratazione in ospedale: per i nostri parametri didò, andiamo in ospedale in zona rossa, e adesso siamo all’arancione acceso.  Ovviamente l’aumento dell’impegno dell’organismo è dato dal fatto che, con questo caldo faticoso, Fabu assume troppo pochi liquidi e poche energie dal cibo. Quindi allerta massima.
Intanto siamo riusciti a superare il fine settimana, la saturazione non è scesa e noi siamo qui, e alleluia.
Allora venerdì l’ho tenuto a casa dal centro estivo, anche se sarebbe stato l’ultimo giorno per salutare gli amici: ma l’aria era talmente calda che era faticoso respirare, anche all’ombra degli alberi.
Ma era anche meglio portarlo a fare fisioterapia perché l’avrebbe aiutato a stare meglio, tanto lì la permanenza all’aperto sarebbe stata di pochi secondi.
E intanto ho contattato la caposala della pediatria (Santa Subito) per capire chi chiamare subito per comunicare un eventuale nostro arrivo: e per fortuna non è servito.
In tutto questo pasticcio ho anche  rifatto il lavoro delle scartoffie, prima delle 13, quando poi saremmo usciti, perché volevo che tutto partisse prima del fine settimana. Il tutto con i bei risultati di stamattina: non si fa perché sono signora, ma vi prego di pronunciare mentalmente una serie di vocaboli indicibili.
Poi però non è proprio andata dritta: perché poi, al ritorno, abbiamo beccato un incidente in tangenziale, niente di grave, per fortuna, ma mezz'ora in coda. Per cui km di macchine, sotto il sole rovente, asfalto, gas di scarico, motori, e la temperatura esterna che saliva e saliva. Fino a 39: e io che guardavo Fabullino, anche se, sempre per fortuna, il condizionatore funzionava e io bollivo per il sole dal parabrezza, ma lui era al riparo. Poi la coda è ripartita, ancora  per fortuna.
E siccome sono piaga, mi chiedo se ci sia un limite a sentirsi sempre fortunati in queste situazioni. E se poi è costruttivo per qualcosa di futuro: perché, in caso contrario, forse sarebbe meno faticoso arrabbiarsi con la sorte. Il quale pensiero è poi emerso chiaramente quando siamo arrivati a casa, chiusi dentro al fresco alla velocità della luce: ho fatto bere Fabullino tenendo conto dei millilitri, l’ho messo a dormire e non avevo risorse neanche per piangere. E poi arrivato Paulo Aimo Operativo, devastato anche lui dalla giornata torinese, dove tutto è più complesso per le temperature e sali e scendi dai mezzi pubblici, passando dal sole cocente alle temperature polari del condizionamento. Insomma, gli stracci erano più vitali: e l’idea sarebbe stata di mangiare a scappar via e stare fermi per recuperare energie. Ma Fabullo era da guardare e il tentativo di cena era un incubo, in cui contare grammi, leggere libri, guardare cartoni, attaccare figurine. E nel fine settimana abbiamo cercato di recuperare energie: ma Fabullino è rimasto da guardare, che vuol dire tirare su e giù e supplicare di aprire la bocca, non è mica cambiato. E quindi il suddetto piano di recupero non è proprio andato in porto. Povero Fabullino nostro, povero.
Allora, non ci resta che ripartire con i pensieri fortunati: primo, sapere Luana via dalla calura umida su uno splendido mare. Secondo, Achille che gioca come un pazzo in missioni sconosciute ma fondamentali per il cosmo. Terzo, Paulo Aimo Cittadino per fortuna a casa in ferie per due settimane, per cui tutto è un pochino più semplice: anche aspettare notizie da CRT e agire di conseguenza. E respirare molto profondamente.
Insomma, in attesa che i Saggi Zen ci dicano qual è la filosofia giusta, ma giusta per noi, noi procediamo con l’essere contenti di essere a casa nostra. E magari facciamo la danza della pioggia.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

mammadoni ha detto...

Forza Aimo
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tutti ad invocare un pò di pioggia!!!! (ma senza esagerare, neh?)

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BOOG ha detto...

FORZA RAGAZZO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
SPERIAMO NELLA PIOGGIA. ANCHE PERCHE' IL PO E' AI MINIMI STORICI!!!
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Nonna Roby ha detto...

Incrociamo, incrociamo XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX!
Che vita complicata questa famiglia!!! Il tutto peggiorato da un caldo afoso: oggi pomeriggio, vento fortissimo e cielo color del piombo. Ho pensato "meno male, verrà la pioggia", e invece no, cessato il vento, tornato il sole e naturalmente l'afa!!! Speriamo di sopravvivere eh!
Pensieri positivi per Fabullo e tutti voi. Ciao ciao.