giovedì 6 agosto 2020

La burla. Anzi: le burle.

Ve ne conto una veramente divertente, una storia del profondo nord ovest. Che non riguarda le Famiglie Isteriche o meglio: può riguardarle, perché per una volta può includerle.
Allora: da tanti anni la nostra regione del nord ovest prevede l'elargizione di assegni scolastici. Sono dei ticket che si possono utilizzare per l'acquisto di libri e attrezzatura scolastica, ma anche per pagare dei servizi, come i trasporti o i corsi di lingua. Vengono caricati sulla tessera sanitaria e si possono utilizzare solo nei negozi e servizi abilitati. Insomma, non ci si può comprare la borsa di Prada, come è ben noto che sono sempre portata a fare io approfittando delle situazioni.
Nel caso di Fabullino, possono essere utili per materiale scolastico, anche tecnologico.
L'accesso ai ticket è legato al reddito.
Noi, solitamente, rientriamo nella graduatoria degli aventi diritto ma che non li ricevono perché finiscono i soldi prima, molto ma molto prima. 
Insomma, sembra sempre che, da anni, venga fissato un limite ragionevole di povertà, e poi ci si stupisca all'improvviso di quanto sia ampia quella platea, oh che strano, e quindi i fondi stanziati non bastano, anno dopo anno.
Noi facciamo comunque domanda tutti gli anni perché è semplice, un lavoro da pochi minuti, senza contarci nemmeno un po'.
Ieri, poco dopo le due, arriva una mail della regione che ci comunica che siamo tra i beneficiari dei ticket. Apperò, ho pensato, finalmente la svolta.
Alle sei passeggiavo fuori con Fabullo, perché ieri è stata una giornata complessa, in cui era arrabbiatissimo. Quando è arrivata l'ombra, siamo usciti, previo bagno nell'antizanzare, perché l'afa è finita e, appunto all'ombra, si sta da puciu (sempre profondo nord ovest). Ed è arrivata una nuova mail dalla Regione: che comunicava che non era vero, che c'era stato un errore, non potevamo utilizzare i ticket fino a nuova comunicazione (non c'era scritta la possibilità o meno della nuova comunicazione, diciamo che lasciava immaginare).
Sono scoppiata a ridere, l'ho raccontato a tutta la via, che è scoppiata a ridere, a Paulo Aimo Operativo che è intanto rientrato, che è scoppiato a ridere. Il succo è stato: vedi, donna di poca fede? Sei sempre ipercritica, non hai fiducia, non ci credevi, e così ti hanno fatto uno scherzo!!!!
Poi, in serata, i giornali hanno chiarito il tutto (mica solo a me, o voi pettegoli qui intorno).
45 mila famiglie sono state per errore avvisate di essere beneficiarie: 100 euro per tutti, 300 per i disabili. Non era vero, perché invece dovevano essere infilate nella solita graduatoria degli aventi diritto ma non si può, e i soldi sono finiti anche quest'anno (è sempre incedibile quanto sia ampia la platea, chi potrebbe immaginarlo, anno dopo anno, è sempre una sorpresa, per forza la programmazione economica si trova impreparata, come prevedere!!!).
Allora: non si parla di Famiglie Isteriche per definizione, quelle dei disabili; bisogna precisarlo, perché altrimenti Quelli Che Sanno, che pervengono sempre poco, sono però pronti a dire che manipolo la realtà.
Ma: questo ha coinvolto  decine di migliaia di utenti; alle Famiglie Isteriche capita continuamente. Vengono compilate pagine di scartoffie ogni singolo giorno, con un impegno importante in termini di tempo e energie, che finiscono in nulla. Perché finiscono  i fondi, o sono stati stanziati solo simbolicamente per parlare di mitici Progetti; o le cifre erogate sono più basse, magari senza spiegazione.
E, ammettiamolo, noi siamo già fortunati, perché ce la caviamo da soli, tra piattaforme varie, senza necessità di cercare intermediari. E sappiamo anche leggerle le scartoffie, per cui, se qualcosa non torna, va bene, quello che è giusto è giusto, ma la motivazione la vogliamo scritta.
Ma è veramente un lavoro, per cui c'è chi rinuncia per difficoltà, mancanza di tempo, enorme stanchezza. 
Insomma, la burla di ieri è finita sui giornali: la verità è che cose analoghe capitano ogni giorno.
Per esempio? Parliamo di materassi. Martedì dovevamo avere risposta dall'officina ortopedica. Ovviamente ho chiamato io ieri mattina: adesso non riesco, la chiamo io oggi pomeriggio.
Ovviamente? Ovviamente tra poco richiamo io.
E niente, ditelo a Quelli Che Sanno, mai pervenuti,  che non trascurerò la schiena di mio figlio per la borsa di Prada, mia massima e nota aspirazione della vita, utile per uscire in ciabatte nella via: perché, io malpensante, già lo so come andrà a finire, con questo materasso.
Buona Giornata.
Angela

3 commenti:

Luana ha detto...

Angela come sempre i tuoi racconti purtroppo fanno ridere anche me. Adoro il tuo modo di scrivere! Vorrei abbracciarti!
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Forza Fabio! Spero che oggi tu sia meno arrabbiato!
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Nonna Roby ha detto...

Ridere… per non piangere! La disorganizzazione sempre presente in questo povero nostro Paese dove non si lavora con coscienza!
È mai possibile? Evidentemente sì.
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Speriamo sempre che qualcosa cambi in meglio.
Un abbraccio
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BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
FORZA FAMIGLIE ISTERICHE!!!
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