mercoledì 26 luglio 2023

Educare.

 Terza e ultima puntata. 

Mettiamo insieme.

Dicevamo che, forse, i progetti per l'accettazione del dolore, della sua difficoltà quotidiana, della sua presa in carico nei dettagli, andrebbero rivolti al mondo dei sani, forse Quelli Che Sanno dovrebbero pensarci. Ma Quelli Che Sanno che finanziano, invece che apprezzare solo la progettualità che propone il ciclo dei concerti di Mahler per i Genitori Isterici (non me ne voglia Mahler).

Ovviamente, non sarebbe né concreta come idea, né realizzabile. Le informazioni ci bersagliano a mille e mille al minuto, sceglieremmo sempre di occuparci di altro.

L'unica è partire piano piano, momento per momento. Educare al fatto che tutto può essere, che le vite non sono tutte identiche, ma che sono tutte dignitose, che bisogna saper ballare nell'ignoto quotidiano, nella paura del dolore, senza rimuoverlo e nasconderlo. E dalla comprensione dei sentimenti, passare ai comportamenti da suggerire, perché diventino spontanei: per ogni attività strutturata, pensare chi comprende, se taglia fuori qualcuno.

Educare: dal bambino piccolo che non ha paura di essere Amico di uno con le ruote e sceglie di giocare a carte invece che andare a fare free climbing quando sono insieme, al ragazzo grande che, ad un certo punto, chiede dove viene messo il compagno disabile nell'intervallo, visto che non lo si vede mai, magari gradisce compagnia di coetanei, invece che le chiacchiere dei professionisti intanto che pigliano il caffè. 

Se così fosse, ci sarebbe meni bisogno del progetto di disseminazione e inclusione: semplicemente, esisterebbe già.

Il trucco è educare. Il trucco è la scuola. La scuola inclusiva, di per sé, ha tutti i mezzi per farlo. Anche economici: gli istituti con i disabili iscritti ricevono più fondi. Che indubbiamente sono sempre pochi per chi vuole fare tutto in modo eccellente, ma sempre troppi per chi si limita a posteggiare.

E quindi? E quindi torniamo alla prima puntata. Se tutte le scuole di ogni ordine grado hanno la media dell'8 nella loro inclusività, la vita, semplicemente va meglio: alla fine dall'Università esce un funzionario che si chiede ma cosa accidenti serve quel progetto preconfezionato lì a quel disabile là.

Ma finché esistono scuole in cui la Dirigenza accusa ricevuta, non è che le speranze possano essere tanto brillanti.

Ve lo avevo detto che i conti tornavano.

Buona Giornata.

Angela 

2 commenti:

Nonna Roby ha detto...

Angela descrivi sempre chiaramente le situazioni. Nulla però cambia purtroppo!!!
Auguro una buona giornata (più fresca) senza troppi.problemi per.voi famiglie speciali. Forza forza 🤗🤗💞

BOOG ha detto...

Forza Fabullo
Forza Angela
Forza Aimi
Forza Famiglie Speciali
Forza Onlus