Fabullo ha mal di pancia. Talvolta di più, talvolta di meno. Non è attualmente un’emergenza, che vuole dire che non finiamo in ospedale come lo scorso ottobre, perché i nostri parametri di gestione quotidiana rimangono quelli lì. Però dobbiamo capire. Il Medico Santo Subito sta pensando e chiedendo e valutando.
Abbiamo avuto
dei bei minuti.
Sabato mattina
io ho ricavato mezz’ora di chiacchiere con gli Amici alla biblioteca: parole
dense, così contenti di vedersi, capita una volta ogni tanto durante l’anno,
noi siamo sempre qui in casa. Che bello quando tutto è festoso: non le cose che
si dicono, proprio il vedersi, lo scoprirsi pieni di gioia per questo.
Sabato sera,
a caldo calato, mentre davamo tutta l’acqua possibile all’erba appena spuntata,
nella speranza che non sia cotta già domani, ne è uscita un’altra mezz’ora di
incontro con il Vicinato di passaggio, ci sentiamo, anche lì, sempre
festeggiati nel capire che sono contenti di vederci.
Ieri mattina,
prima delle temperature già importanti per Fabullo, facendolo stare all’ombra,
abbiamo fatto le Comari per la via, in modo deliberato e programmato: nel senso
che abbiamo girellato tra le case, a sentire la buona novella da tutti quanti. In
ciabatte, si intende, provinciali nell’essenza.
E quindi io
ho pensato. Riflettuto. Sono precipitata nell’attacco di metafisica. Meditato sulla
bellezza dei minuti trascorsi così (e sì, minuti; che fatica averli quei
minuti, valgono tantissimo anche per quello, ma sono preziosi a prescindere,
non facciamo le pive giulive).
Ho pensato
che: apprezzare l’essere insieme è inestimabile, e non c’è bisogno di stare a farla
lunga su questo. Andiamo oltre.
Apprezzare e
godersi così tanto l’essere insieme è inestimabile anche perché ci si rende
conto di quanto lo si desidera.
Eccolo lì il
punto: quando si perdono tutti i gesti della quotidianità, perché si viene
travolti da un grande dolore, ineffabile, ingiustificabile, disumano, ci si ritrova
a fare a meno di tante cose che sembravano essenziali.
Si scopre che,
effettivamente, si può vivere anche senza.
Si scopre che
certe robe sembravano vitali, invece no.
Ci si interroga
sul vivere e il sopravvivere, questo sì.
Però: diventa
pericoloso l’arrivare a dire che è tutto superfluo, tutto ciò che non si può avere.
È il confine
con il disagio, quello pesante.
Perché si può
scoprire con serenità che si può campare serenamente senza la borsa di Prada,
mitico simbolo di ciò che la sottoscritta non acquista dicendo che fa niente:
ma certo che non fa niente, ovvio.
Ma l’arrivare
a non desiderare tutto ciò che non si può avere, dire che è un di più, non va
bene: si oltrepassano limiti in cui la nostra mente non sta bene.
Ecco: noi non
possiamo stare con gli Amici per tutto il tempo che vorremmo, e ce ne siamo
fatti una ragione. Ma siamo contenti di desiderarlo, sempre, quel tempo: ed è
per questo che, anche solo pochi minuti, ci colmano di gioia. Perché è
bellissimo e basta, ma anche perché il desiderio delle cose che valgono davvero
è ciò che sempre ci salva. Noi fortunati perché amati.
E ve lo avevo
detto che mi ero alzata filosofa.
Buona Giornata.
Angela
3 commenti:
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Angela ti vogliamo bene!
Forza Fabio!
Forza Aimo!
Forza Famiglie Speciali!
vi vogliamo bene... ma tanto eh
e se possi a portata di abbraccio ti starei "stritolando tuttaaaaaa".
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FORZA FABIO
FORZA AIMO
FORZA FAMIGLIE SPECIALI
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Forza Fabullo
Forza Angela
Forza Aimi
Forza Famiglie Speciali
Forza Onlus
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