Dalla stanza numero 13.

Per esempio la gattina è invece un gattino.
E ieri mattina avevo già portato Fabullo in terapia, Michi era lì che dormiva ancora e io andavo avanti e indietro: prendere le colazioni che poi diventano anche parte del pranzo e della cena, spedizioni in lavanderia, il tutto lasciando aperta la porta sul giardino perché era una bella giornata.
Sul tavolino un piattino con un quadratino (sempre tutto molto piccino e carino e giuro che non è la vodka) di pizza che ci avevano dato la sera prima; pizza polacca, spessa e con sopra la qualunque: pomodoro pancetta mais salame cavolfiore, tutto nel suddetto quadratino.
Comunque, ad un certo punto guardo e c'era solo più l'impasto e sopra niente. Liscio, spazzolato.
Così mi  sono messa a pensare a quale dei nostri simpatici ospiti potessimo attribuire l'impresa; anche se un dubbio ce l'avevo, perché era un lavoretto troppo pulito: sul tavolino c'erano ancora la tazza di Fabullo, le siringhe dei farmaci, cucchiaini vari e niente si era mosso di un millimetro. Solo la pizza aveva cambiato colore. E intanto entra un affarino tigrato, con la coda dritta e la faccia del padrone di casa.
Vedete un pò voi.
Dopo un pochino è arrivata anche Cane Feroce e Gatto le ha ringhiato contro che neanche una pantera.
Invece Fabu al pomeriggio è andato dagli amici della pet therapy: e c'era un pastore bernese la cui sola testa era più grande di me. E un cucciolo di spinone che faceva troppo ridere.
Insomma, domani arriva papà.

Buona giornata.

Angela