venerdì 1 luglio 2016

Solo pettinarmi.



Diciamo che ieri mattina ero ancora stanca dall’altro ieri, perché sono una piaga. E siamo passati alla nuova puntata.
Ieri mattina ho lasciato Fabu a fare colazione con nonnina, perché io avevo bisogno di andare a capire questo benedetto ticket: e vuol dire che l’ho lasciato lavato vestito e seduto, in modo che nonna non dovesse alzarlo, cercando di tornare il prima possibile perché poi dovevo dare i farmaci. Insomma, comunque non è che muoversi di casa sia una roba da fare alla leggera, da queste parti.
Vado allo sportello esenzioni, dove c’è sempre una signora molto ma molto brava: che controlla e mi spiega che è vero, c’è solo l’esenzione per la cardiopatia, e i relativi esami, ma l’esenzione totale è scaduta dal 2008. Ma avete rifatto l’invalidità? Ma certo, l’ultima volta nel 2015. Eh sì, ma non siete venuti a rinnovare l’esenzione con il nuovo verbale di invalidità.
E io sono caduta dal pero: ma scusi, ma c’è chiaramente scritto che tutti i benefici del verbale precedente vengono automaticamente mantenuti senza bisogno di rinnovi, e quindi qual è il significato di automaticamente?
E adesso attenti: l’automaticamente vale per tutto ciò che riguarda l’ufficio di medicina legale (la percentuale di invalidità, l’accompagnamento…), mentre invece l’esenzione riguarda l’ufficio esenzioni.
Senza parole.
A questo punto la signora ha inserito la nuova esenzione in tempo zero e siamo a posto, e ho fatto una nuova domanda.
Però Fabullo ha un’esenzione anche per le malattie rare, la quale esenzione ci permette di ricevere i farmaci sperimentali dall’ospedale, e i prelievi sono appunto stati i dosaggi degli antiepilettici, che rientrano appunto in quella situazione lì.
La signora ha controllato e l’esenzione non c’era: per cui le ho fatto vedere il piano terapeutico, con il numero di esenzione. E attenti di nuovo: è stato inserito nel registro delle malattie rare, ha la relativa esenzione, è registrata alla farmacia dell’ospedale, ma non all’ufficio esenzioni.
Per cui ha messo tutto a posto e abbiamo concordato insieme che è una follia totale.
Passo successivo: che cosa faccio con questo accidenti di ticket, per ritirare lunedì lo devo pagare?
Perché obbiettivamente, per il sistema, abbiamo sbagliato noi, siamo in torto.
La signora mi dice che dobbiamo cercare di rifare la prenotazione, solo che l’hanno inserita da Ivrea tramite l’assistenza infermieristica domiciliare. Chiamiamo loro e chiediamo se possono inserire di nuovo la pratica, retrodatata, con l’esenzione: che non è regolare, ma è evidente che Fabu mercoledì mattina aveva diritto ad essere esente.
Allora rimaniamo d’accordo: io esco, telefono, così lei manda avanti la fila, e poi torno e le dico.
E qui comincia il delirio ancora più delirio: mi metto in un corridoio tranquillo con le sedie e chiamo l’infermieristica domiciliare. Mi risponde un infermiere, spiego tutto e mi dice che l’inserimento l’hanno fatto fare loro ma che devo andare al cup di Ivrea a parlare. Io gli spiego che non posso andare a Ivrea, che è un problema muovermi e chiedo il piacere al servizio di rifare la pratica. E lui si è scompensato: perché lui è solo un infermiere, come mi permettevo io di fare certe richieste, che la sua professionalità è un’altra. E mi ha sbattuto il telefono in faccia. A questo punto io stavo in mezzo al corridoio, con le lacrime agli occhi, la gente che non sapeva più dove guardare e un’infermiera che conosco che aveva silenziosamente seguito la scena che mi ha detto: fa provare me. Però non è riuscita a chiamare, non rispondevano mai.
In quel momento, io sempre piangente dal nervoso e dalla tristezza e con il naso colante e che mi vergognavo come un cane, è arrivata la signora gentile dell’ufficio esenzioni che portava scartoffie a quell’infermiera. A che punto siamo? Mi chiede. E io ho spiegato che non sapevo veramente più cosa fare.
Allora siamo tornate in ufficio da lei e ci si è messa con il collega: loro non potevamo modificare quella richiesta perché non avevano quell’accesso. Allora sono risaliti alla persona del cup che aveva fatto il lavoro e l’hanno chiamata, le hanno spiegato tutto e le hanno chiesto di rifare tutto e togliere il ticket.
E da Ivrea ci hanno provato, ma non ci sono riusciti: perché il sistema non l’ha concesso, perché, a tutti gli effetti, mercoledì mattina Fabullo non era esente. Io volevo dire che ce ne eravamo già accorti che il sistema non ci vuole, ne avevamo già avuto una vaga percezione.
Per cui niente, a quel punto erano passate due ore, io dovevo veramente andare, ho ringraziato gli impiegati gentili che volevano piangere anche loro e basta, pagheremo questi 34 euro per stavolta.
Non importa: perché con 34 euro non avremmo mica fatto niente altro. Niente pizze con gli amici perché noi la pizza la facciamo in casa, non perché faccia parte del nostro piano di risparmio, ma perché la mia pizza è più buona. Non avremmo comprato libri: perché tanto ce li regalano gli amici e perché c’è la biblioteca, non perché faccia già parte del nostro piano di risparmio. Non avremmo comprato vestiti, perché tanto li ricicliamo e abbiamo sempre delle bellissime cose e proprio quelle che vogliamo noi. Non saremmo andati a cena fuori, perché tanto non ci andiamo, a casa si sta benissimo.
Forse avremmo comprato i gastroprotettori, perché ci serve una scatola da venti euro ogni dieci giorni e questi che funzionano non sono mutuabili.
E, ancora una volta, mi sono stupita di quanto fossi stanca per queste due ore: è incredibile, mi sembrava di aver spostato sassi, volevo solo pettinarmi, giuro, perché mi sembrava di uscire dalla miniera. Talmente stanca che oggi mi sono alzata alle cinque, perché ero troppo stanca per dormire.
Insomma, l’idea di non trovare mai un posto, di essere sempre, dico sempre, in errore.
Buona giornata.
Angela

8 commenti:

Anonimo ha detto...

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Ecco ! ho detto tutto ! Ogniuno di Voi ci legga quel che vuole.!!
Angela un abbraccione!
Forza Fabullo!
Forza forza forza!
Incroci incroci incroci!
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Luana ha detto...

Uuuuusssignuuuur ma che siamo matti....
mi sembra che ogni ulteriore parola sia superflua.
Forza Aimo, forza Angela.
Spero in un vostro fine settimana meno caotico e più riposante.
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Paola ha detto...

ho letto e riletto piu' volte il post perche' sembra fantascienza...
non so davvero che scrivere... piu' che rabbia mi sento soffocare dal senso di impotenza
Vi voglio bene e vi abbraccio
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BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAGMIGLIA AIMO!!!
SIETE PIU' FORTI DELLA BUROCRAZIA!!!
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Nonna Roby ha detto...

Non ci sono parole!!! Ma noi vi vogliamo bene e vi siamo sempre vicini, se questo vi può consolare. Un abbraccio grandissimo e buon fine settimana.
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Zio Alberto ha detto...

Fortunato il paese che non ha bisogno di burocrazia.,,

Anonimo ha detto...

Maledetta burocrazia! Angela, io ho poco tempo ma ogni giorno dò una letta veloce al blog di Fabullo. Qualche volta scrivo due righe per far capire che sono sempre l'Amico di Fabullo che segue la sua storia e quella della sua famiglia attraverso le tue parole, con affetto. Mi piacerebbe aiutarvi per come posso, so che conoscete il valore dei soldi in funzione del bene che possono fare alla salute di Fabullo. Per cui ogni tanto mi piacerebbe inviarti un piccolo contributo. Non serve spiegarlo ma se vuoi una spiegazione allora ti scrivo che lo faccio perchè la burocrazia, la malasanità e tutto quello che assurdamente e colpevolmente tragico non funziona mi fa arrabbiare tantissimo (vorrei scrivere altro ma mi trattengo)ed allora trovo questo modo per starvi vicino concretamente, se me lo vuoi permettere. Mi servirebbe il tuo IBAN e il tuo indirizzo. Il mio indirizzo di posta è: salvatore.leonardo62@libero.it.
Salvatore A

BOOG II ha detto...

Don Paulo non avrebbe sbagliato il suo rigore ieri sera!!!