Diciamo che ieri mattina ero ancora stanca dall’altro ieri, perché
sono una piaga. E siamo passati alla nuova puntata.
Ieri mattina ho lasciato Fabu a fare colazione con nonnina, perché
io avevo bisogno di andare a capire questo benedetto ticket: e vuol dire che l’ho
lasciato lavato vestito e seduto, in modo che nonna non dovesse alzarlo,
cercando di tornare il prima possibile perché poi dovevo dare i farmaci. Insomma,
comunque non è che muoversi di casa sia una roba da fare alla leggera, da
queste parti.
Vado allo sportello esenzioni, dove c’è sempre una signora
molto ma molto brava: che controlla e mi spiega che è vero, c’è solo l’esenzione
per la cardiopatia, e i relativi esami, ma l’esenzione totale è scaduta dal
2008. Ma avete rifatto l’invalidità? Ma certo, l’ultima volta nel 2015. Eh sì,
ma non siete venuti a rinnovare l’esenzione con il nuovo verbale di invalidità.
E io sono caduta dal pero: ma scusi, ma c’è chiaramente
scritto che tutti i benefici del verbale precedente vengono automaticamente
mantenuti senza bisogno di rinnovi, e quindi qual è il significato di
automaticamente?
E adesso attenti: l’automaticamente vale per tutto ciò che
riguarda l’ufficio di medicina legale (la percentuale di invalidità, l’accompagnamento…),
mentre invece l’esenzione riguarda l’ufficio esenzioni.
Senza parole.
A questo punto la signora ha inserito la nuova esenzione in
tempo zero e siamo a posto, e ho fatto una nuova domanda.
Però Fabullo ha un’esenzione anche per le malattie rare, la
quale esenzione ci permette di ricevere i farmaci sperimentali dall’ospedale, e
i prelievi sono appunto stati i dosaggi degli antiepilettici, che rientrano
appunto in quella situazione lì.
La signora ha controllato e l’esenzione non c’era: per cui
le ho fatto vedere il piano terapeutico, con il numero di esenzione. E attenti
di nuovo: è stato inserito nel registro delle malattie rare, ha la relativa
esenzione, è registrata alla farmacia dell’ospedale, ma non all’ufficio
esenzioni.
Per cui ha messo tutto a posto e abbiamo concordato insieme
che è una follia totale.
Passo successivo: che cosa faccio con questo accidenti di
ticket, per ritirare lunedì lo devo pagare?
Perché obbiettivamente, per il sistema, abbiamo sbagliato
noi, siamo in torto.
La signora mi dice che dobbiamo cercare di rifare la
prenotazione, solo che l’hanno inserita da Ivrea tramite l’assistenza
infermieristica domiciliare. Chiamiamo loro e chiediamo se possono inserire di
nuovo la pratica, retrodatata, con l’esenzione: che non è regolare, ma è
evidente che Fabu mercoledì mattina aveva diritto ad essere esente.
Allora rimaniamo d’accordo: io esco, telefono, così lei
manda avanti la fila, e poi torno e le dico.
E qui comincia il delirio ancora più delirio: mi metto in un
corridoio tranquillo con le sedie e chiamo l’infermieristica domiciliare. Mi risponde
un infermiere, spiego tutto e mi dice che l’inserimento l’hanno fatto fare loro
ma che devo andare al cup di Ivrea a parlare. Io gli spiego che non posso
andare a Ivrea, che è un problema muovermi e chiedo il piacere al servizio di
rifare la pratica. E lui si è scompensato: perché lui è solo un infermiere,
come mi permettevo io di fare certe richieste, che la sua professionalità è un’altra.
E mi ha sbattuto il telefono in faccia. A questo punto io stavo in mezzo al
corridoio, con le lacrime agli occhi, la gente che non sapeva più dove guardare
e un’infermiera che conosco che aveva silenziosamente seguito la scena che mi
ha detto: fa provare me. Però non è riuscita a chiamare, non rispondevano mai.
In quel momento, io sempre piangente dal nervoso e dalla
tristezza e con il naso colante e che mi vergognavo come un cane, è arrivata la
signora gentile dell’ufficio esenzioni che portava scartoffie a quell’infermiera.
A che punto siamo? Mi chiede. E io ho spiegato che non sapevo veramente più
cosa fare.
Allora siamo tornate in ufficio da lei e ci si è messa con
il collega: loro non potevamo modificare quella richiesta perché non avevano
quell’accesso. Allora sono risaliti alla persona del cup che aveva fatto il
lavoro e l’hanno chiamata, le hanno spiegato tutto e le hanno chiesto di rifare
tutto e togliere il ticket.
E da Ivrea ci hanno provato, ma non ci sono riusciti: perché
il sistema non l’ha concesso, perché, a tutti gli effetti, mercoledì mattina
Fabullo non era esente. Io volevo dire che ce ne eravamo già accorti che il
sistema non ci vuole, ne avevamo già avuto una vaga percezione.
Per cui niente, a quel punto erano passate due ore, io
dovevo veramente andare, ho ringraziato gli impiegati gentili che volevano
piangere anche loro e basta, pagheremo questi 34 euro per stavolta.
Non importa: perché con 34 euro non avremmo mica fatto
niente altro. Niente pizze con gli amici perché noi la pizza la facciamo in
casa, non perché faccia parte del nostro piano di risparmio, ma perché la mia
pizza è più buona. Non avremmo comprato libri: perché tanto ce li regalano gli
amici e perché c’è la biblioteca, non perché faccia già parte del nostro piano
di risparmio. Non avremmo comprato vestiti, perché tanto li ricicliamo e
abbiamo sempre delle bellissime cose e proprio quelle che vogliamo noi. Non saremmo
andati a cena fuori, perché tanto non ci andiamo, a casa si sta benissimo.
Forse avremmo comprato i gastroprotettori, perché ci serve
una scatola da venti euro ogni dieci giorni e questi che funzionano non sono
mutuabili.
E, ancora una volta, mi sono stupita di quanto fossi stanca
per queste due ore: è incredibile, mi sembrava di aver spostato sassi, volevo
solo pettinarmi, giuro, perché mi sembrava di uscire dalla miniera. Talmente stanca
che oggi mi sono alzata alle cinque, perché ero troppo stanca per dormire.
Insomma, l’idea di non trovare mai un posto, di essere
sempre, dico sempre, in errore.
Buona giornata.
Angela
8 commenti:
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Ecco ! ho detto tutto ! Ogniuno di Voi ci legga quel che vuole.!!
Angela un abbraccione!
Forza Fabullo!
Forza forza forza!
Incroci incroci incroci!
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Uuuuusssignuuuur ma che siamo matti....
mi sembra che ogni ulteriore parola sia superflua.
Forza Aimo, forza Angela.
Spero in un vostro fine settimana meno caotico e più riposante.
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ho letto e riletto piu' volte il post perche' sembra fantascienza...
non so davvero che scrivere... piu' che rabbia mi sento soffocare dal senso di impotenza
Vi voglio bene e vi abbraccio
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FORZA FABULLO!!!
FORZA FAGMIGLIA AIMO!!!
SIETE PIU' FORTI DELLA BUROCRAZIA!!!
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Non ci sono parole!!! Ma noi vi vogliamo bene e vi siamo sempre vicini, se questo vi può consolare. Un abbraccio grandissimo e buon fine settimana.
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Fortunato il paese che non ha bisogno di burocrazia.,,
Maledetta burocrazia! Angela, io ho poco tempo ma ogni giorno dò una letta veloce al blog di Fabullo. Qualche volta scrivo due righe per far capire che sono sempre l'Amico di Fabullo che segue la sua storia e quella della sua famiglia attraverso le tue parole, con affetto. Mi piacerebbe aiutarvi per come posso, so che conoscete il valore dei soldi in funzione del bene che possono fare alla salute di Fabullo. Per cui ogni tanto mi piacerebbe inviarti un piccolo contributo. Non serve spiegarlo ma se vuoi una spiegazione allora ti scrivo che lo faccio perchè la burocrazia, la malasanità e tutto quello che assurdamente e colpevolmente tragico non funziona mi fa arrabbiare tantissimo (vorrei scrivere altro ma mi trattengo)ed allora trovo questo modo per starvi vicino concretamente, se me lo vuoi permettere. Mi servirebbe il tuo IBAN e il tuo indirizzo. Il mio indirizzo di posta è: salvatore.leonardo62@libero.it.
Salvatore A
Don Paulo non avrebbe sbagliato il suo rigore ieri sera!!!
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