martedì 6 febbraio 2018

Quello che non.

Grazie per la vostra vicinanza oltre che a Fabullo, anche alla  Onlus a cui apparteniamo: se desiderate rinnovare l’associazione, basta fare un versamento di 40 euro, con la causale Rinnovo 2018 e il vostro nome, senza nuovamente ricompilare il modulo. In soldoni sonanti, la quota associativa equivale ad un’ora di terapia gratuita per un bambino.
Noi siamo sempre tutti orgogliosi, ma anche stupiti di essere arrivati fin qui, e che la onlus possa offrire tutto ciò che offre.
Parallelamente, però, non abbiamo paura di dire che ci sono anche cose che non facciamo, o che non facciamo ancora, o che non facciamo ancora bene, e che c’è magari qualcuno di più bravo di noi: l’unico modo per far bene le cose, per essere veramente di aiuto, per centrare il punto, è essere onesti.
L’atteggiamento del “Signora, non dica in giro che non facciamo” è proprio quello che porta alla paralisi: va tutto bene e il problema non esiste. Se il problema non esiste, non è necessario lavorarci sopra, e tutto procede come sempre.
Le Madri Isteriche chinano il capo. Facciamo i soliti esempi, proprio quelli delle Madri Isteriche.
Non dica che non offriamo la fisioterapia gratuita: solo che una seduta alla settimana, due quando proprio si è fortunati, in cui i 45 minuti offerti comprendono il salutarsi, il raccordare le cose, il valutare tutori ortesi ausili, quanto lasciano di lavoro effettivo? Forse dieci minuti? Forse? E speriamo che siano dieci minuti efficaci, e non fatti tanto per fare.
Signora, guardi che non è la quantità ma la qualità (e qui le Madri Isteriche stanno cercando uno spigolo acuminato per abbatterci il cranio): resta il fatto che alcuni lavori richiedono un tempo, la qualità rientra anche lì.
Signora, guardi che tanto gli studi hanno dimostrato che gli intensivi non servono a niente, si arriva sempre e comunque agli interventi: è però interessante notare come gli studi su tale argomento vengano fatti nei paesi in cui gli intensivi non si fanno, perché gli altri ne danno talmente per scontata la necessità che non è logico farli. Di più: sono quasi sempre fatti da istituti che promuovono come cavallo di battaglia la chirurgia.
Io non credo alla manipolazione dei dati, è che la cultura riabilitativa è quella.
Per arrivare al punto, bisognerebbe ammettere che gli intensivi non si possono fare perché non si trovano le risorse economiche: ma in uno stato di diritto, grazie a Dio, dire questo equivale alla necessità di trovarle. Obiettivamente è più semplice mandare avanti una scuola di pensiero che neghi l’evidenza scientifica.
Ed è vero che gli interventi si farebbero comunque: ma non sempre, e con i bambini più grandi, e si possono evitare o limitare di moltissimo gli interventi sull’osso, dolorosi e poco efficaci.
Signora, non dica che i tutori non vengono offerti gratis: come no, solo che ci mettiamo sei mesi dall’inizio della procedura alla fine, e il bambino non è più quello lì. E non è vero che le tecniche sono tutte uguali, ogni tanto vediamo tutori in cui non si distingue il destro dal sinistro, giuro.
Signora non dica che la scuola non è inclusiva:  certo, solo che poi programmiamo la gita al campanile di Giotto. Sì, ma mica lasciamo il disabile da solo, facciamo i gruppi, si va a turno.
Ecco, forse il concetto di scuola inclusiva prevederebbe l’onestà: ci siamo dimenticati di pensare a tutto? Perché quello è un problema a cui dare un nome.
Oppure pensiamo che vada bene così? Che è la versione venduta solitamente alle famiglie, con il discorso del “facciamo i gruppi, nessuno resta solo, si va a turni”: perché quello è un altro problema a cui dare il nome. E la verità è che la scuola inclusiva prevede che quella classe faccia proprio un’altra gita: si può fare e non muore nessuno.
E lo stesso vale per Signora non dica che il bagno non è accessibile: dipende, se parliamo solo di metri quadri o di un contesto, che comprende anche qualcuno che spinga la carrozzina.
Eccetera eccetera eccetera. Potremmo andare avanti fino al prossimo anno a fare esempi.
Ma è tutto per dire che in onlus questo non capita: quello che non si è in grado di fare lo si dice e basta: perché ammettere il limite è il primo passo per superarlo.
La perfezione è già di Quelli Che Sanno.
Buona giornata.
Angela

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivono col sangue.
Barbara

Luana ha detto...

Quanto scrivi andrebbe pubblicizzato e reso noto ad un pubblico più ampio possibile, perché chi non ha a che fare con la disabilità non si rende minimamente conto di come funzionino le cose.
Forza Aimo e forza a tutte le famiglie che almeno trovano aiuto e conforto nella ONLUS!
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BOOG ha detto...

FORZA FORZA FORZA RAGAZZI!!!
FORZA FABULLO!!!
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mammadoni ha detto...

Mitica Onlus dove non si perdono venti minuti a cercare qualcosa che non c'è
dove l'ora di fisioterapia è effettivamente un'ora
dove si respira attenzione e umanità
evviva per le ortesi, altro importantissimo e prezioso tassello
e per la musicoterapia
e per tutto quello che potrà venire ancora fuori
forza a tutti i terapisti
ai bimbi guerrieri
agli adulti che non mollano
alle mamme Isteriche e non

Forza Fabullo
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Nonna Roby ha detto...

Qualcuno legge i post di Angela, ne sono convinta, qualcuno di Quelli Che Sanno e quindi ben vengano questi commenti. Sperando che servano a chi legge, ovvio.
Un abbraccio con incroci per tutto XXXXXXXXXXXX
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Ciao a tutti!