martedì 25 giugno 2019

Lavorone.

Oggi ripartiamo con la fisioterapia, eravamo in pausa da venerdì, che era stato il lungo pomeriggio con i tecnici.
Abbiamo prima individuato un nuovo standing, perché quello che Fabu ha attualmente è all'ultimo buco e di più non si alza. Quindi: individuata la tipologia, ma vorremmo provarne un modello diverso, che adesso i tecnici procurano facendoselo prestare direttamente dal produttore, il quale l'ha promesso per fine luglio. Speriamo, perché ci piacerebbe averlo il prima possibile a scuola, e sarà ancora necessaria tutta la procedura di prescrizione, autorizzazione e fornitura. Non ringrazieremo mai abbastanza l'aver inciampato, nella nostra storia, in questa azienda ortopedica: prima di tutto per le competenze nel valutare i bambini e per il tempo che dedicano a questa parte del lavoro con i terapisti, spostandosi loro senza fare viaggiare le famiglie. E poi perché l'azienda è un grande gruppo che fa anche da fornitore, quindi hanno accesso davvero ad un  grande magazzino di ausili: sostanzialmente, la scelta si muove davvero su tutto ciò che offre il mercato, e non capita che tutti i bambini seguiti da un servizio di rieducazione neuromotoria, che si affida ad uno specifico tecnico, abbiano tutti lo stesso girello, perché è quello che, in quello specifico momento, il tecnico si procura facilmente per un accordo commerciale.
Insomma, sia benedetto il momento dell'inciampo in questa azienda. Anche perché, date tutte le bravure del mondo, poi gli impicci ci sono comunque, vedi il produttore lento. O eventuali intoppi nelle fasi burocratiche legate all'asl. Figuriamoci quando, di base, non c'è nemmeno la bravura.
Poi abbiamo visto la carrozzina, mancava la definizione dello schienale.
Per la normativa il su misura è quello fatto su calco in termoplastico: per cui si fa tutto quello che si vuole, ma una volta fatto l'eventuale modifica futura è complessa. Nel senso che l'ausilio deve per forza andare in officina per essere scaldato e rimodellato.
Per cui lo si sceglie quando non ci sono alternative.
Per Fabu e la sua schienetta è stato scelto un sistema che non è su misura dal punto di vista della codifica, ma lo è. Nel senso che questo schienale, di produzione australiana, è fatto da più strati. Quello a contatto con il corpo è morbido e confortevole: perché ricordiamoci che chi sta seduto lì può non avere nessuna possibilità di fare il minimo spostamento, e pensiamo a quanto sia faticoso per noi stare seduti a lungo: noi che possiamo accavallare le gambe, scivolare avanti e indietro, metterci bene e metterci male.
Invece lo strato posteriore è fatto di tanti piccoli pezzi che possono essere messi e tolti e spostati per riempire qualunque buco e accogliere qualunque schiena. Ovviamente, un lavorone.
Però è proprio evidente che se la definizione di un ausilio deve rientrare nei 45 minuti teoricamente previsti dai normali protocolli dei vari servizi di rieducazione, con annessi eventuali ritardi telefonate caffè, addio.
Insomma, Dio salvi le tecnologie, i tecnici competenti, i terapisti che hanno in testa dove arrivare, e, come sempre, la onlus che supporta tutto.
Buona giornata.
Angela

2 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
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Nonna Roby ha detto...

Incrocio per i nuovi ausili, perché siano subito adatti a Fabullo
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e non creino problemi!
Cerchiamo tutti di difenderci dall’ondata di caldo africano… doveva arrivare, però mi sembra che sia un po’ esagerato!
Un abbraccio