martedì 20 ottobre 2020

E sì.

 E niente, qui si fa tesa, tesissima, inutile girarci attorno. Tesa nelle scuole, tesa ovunque. Lo si tocca con mano nei discorsi, nell'agitazione.

Io che sono sociologa provetta, uso il metro della tangenziale. A posto siamo, mia cara, ci manchi tu a pubblicare su feisbuc qualche considerazione brillante, dice LA PAOLA. O per la carità, dico io. 

Però io al metro tangenziale ci credo sul serio: nel senso che, quando le persone sono per qualche motivo agitate di loro, in tangenziale danno il meglio di sé, anche se di per sé il traffico non sarebbe così difficoltoso. Ieri era appunto così: traffico ovviamente intenso, cantieri storici che sono lì più o meno dall'eternità, ma il tutto una sciocchezza per quel tratto di strada. Nel senso che non c'erano code come nel periodo pre covid, indubbiamente non si è tornati alla stessa quantità di auto lì intorno: sostanzialmente, chi era di fretta poteva tranquillamente mettersi in corsia di sorpasso e rimanere ai 130 per tutto il tempo che lo riteneva opportuno. 

Invece era la follia totale: tutti aggressivi da morire, con il rischio di scontrarsi ai caselli per che partivano che neanche al Gran Premio, con gli sguardi in cagnesco durante i sorpassi. Tutte le tensioni scaricate lì, roba da farsi il segno della croce, è stato un incubo. 

Tensioni tra i genitori nelle scuole. Tensioni tra i genitori dei bambini della Onlus, per fortuna tranquilli per quanto riguarda la Onlus stessa, in cui si è talebani nella sicurezza, ma ieri mattina abbiamo passato due ore a sviscerare le quarantene caso per caso perché la confusione delle risposte date è assoluta: il pediatra dice una cosa, la scuola un'altra, gli assistenti un'altra ancora.

Bambini disabili a cui viene fatto il tampone, nemmeno necessario, perché poi a guardare bene il contatto stretto non c'era stato perché erano già a casa per i fatti loro, e per farlo gli hanno fatto fare la coda in macchina all'hotspot di più di tre ore, perché hanno diritto alla corsia preferenziale ma poi nessuno li fa passare e non è bello arrampicarsi in macchina sopra alle altre; un bambino si è agitato talmente tanto che poi ha avuto una crisi epilettica da manicomio. Nei pochi hot spot, le code sono già chilometriche all'alba, quando poi aprono alle nove. Ma poi come si fa a fare il tampone ad un disabile seduto in macchina.

Da Paulo Aimo Operativo sono pronti per riaprire il reparto. 

Insomma, non possiamo dire di essere nelle condizioni della primavera scorsa, per fortuna, ma è tutto faticoso assai.

Buona Giornata.

Angela

3 commenti:

Nonna Roby ha detto...

Cerchiamo di pensare positivo, ma quanto e difficile. Non vediamo più persone allegre sorridenti tutti ingrugniti. Speriamo di non ammalarci!
Un abbraccio e incroci
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Luana ha detto...

Eh sì, è proprio così.
Persone spie non sempre estranei ma anche amici che controllano l'operato degli altri senza nemmeno conoscere la situazione.
Si è creata una situazione in cui è meglio evitare la gente, chiunque essa sia, ma non solo per prevenire il covid ma per prevenire discussioni inutili che non fanno altro che alimentare lo scontento generale.
E siamo solo all'inizio.
Forza amici di Fabio! Uniti per lanciare incroci e pensieri positivi.
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BOOG ha detto...

Forza ragazzi!!!
Forza Fabullo!!!
Forza Michela!!!
Forza Famiglie Isteriche!!!

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