Indubbiamente prima o poi ci stuferemo, perché non siamo saggi, né stoici, né illuminati: ma per il momento è così bello sentire la pioggia che cade, e non dover chiudere le tende per l’afa. Poi, appunto, a breve la meneremo che il bucato è lungo da gestire, che il deumificatore è noioso, che non sappiamo come vestire Fabullo, canottiera sì o no.
Tenendo conto che, comunque, ogni singolo giorno ci occupiamo di tutto ciò che gira attorno a noi a prescindere, se poi ci lamentiamo perché siamo in difficoltà, pazienza. E ci godiamo la pioggia. Certo che è così perché qui va tutto liscio, vediamo solo gli aspetti positivi del rinfrescare. Non la pensano uguale quelli che stanno molto diversamente da noi, tra frane e allagamenti.
Ovviamente sto facendo tutto un lungo giro per arrivare al
punto, perché, badate, giuro, il punto c’è.
Il punto è quello che diceva ieri Donna Paola, ampliato ad ogni
ambito.
Che tutti, cioè, dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro
potere ogni giorno, e tutti possiamo fare qualcosa, fosse anche “solo” alzarsi
la mattina per compiere il proprio lavoro.
Che, chiaramente, non è sempre e solo essere dei cardiochirurghi,
piuttosto che degli insegnanti, o dei pompieri: situazioni di vita in cui è scontato
avere una funzione sociale.
Tutti ce l’abbiamo, tutti: perché ogni azione è sociale per definizione, perché muove
qualcosa per il futuro, non la facciamo solo per noi. È lì il punto.
Che va bene trarre piacere personale dallo studio del sanscrito,
o dall’ascolto di Bach, pure di Bon Jovi; piuttosto che dal rileggere del centenario
che salta dalla finestra (perché avevo appena finito nuovamente Mann, avevo
bisogno di quello svedese lì): però nella misura in cui ci rigenera, per poi,
appunto, fare del nostro meglio nell’essere interconnessi con gli altri.
Non avere questo pensiero, non pensare che le nostre azioni
non devono essere finalizzate solo a ciò che riguarda noi, porta a vari
livelli, dal basso in alto, a ciò che diceva Donna Paola: se sòno magnàti tutto.
Di base, il principio che tutto muove, in quella direzione lì che non dovrebbe
essere, è lo stesso: l’egoismo, l’opportunismo, il non sa chi sono io, il solo
io sono importante.
La non conoscenza della generosità, nel senso più ampio del
termine. Il non esercizio, della generosità.
Poiché stamattina mi sono svegliata Seneca, tiriamo le fila:
quella mangerìa lì porta al fatto che l’ambulatorio per la disabilità non è
accessibile, in grande, perché chi doveva avere quella funzione ha fatto altro;
in piccolo, a tante cose: per esempio il fatto che la tachipirina non sia mutuabile
nemmeno per Fabullo, che ne prende attualmente dosi da cavallo, e che abbiamo
rinunciato alla soluzione liquida, che si potrebbe preparare più facilmente,
con delle dosi sicuramente più precise e quindi più utili, perché è troppo
cara.
Ecco: tutti dobbiamo sapere che viviamo con gli altri, che
abbiamo sempre delle possibilità. Come diceva Donna Paola, anche nel piccolo.
Bòn, la pianto di fare la saggia saputa. Però non divento come Quelli Che Sanno, prometto: banalmente, non c'ho tempo di sapere come loro.
Buona Giornata.
Angela

2 commenti:
Perle di saggezza questa mattina Angela! Tutti abbiamo una funzione al mondo e va portata avanti al.meglio. un abbraccio grande e che sia oggi una buona giornata
Nonna Roby 💓🤗🤗
Forza forza forza forza Fabullo
Forza Forza Forza Angela
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxx
BOOG
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