lunedì 29 aprile 2019

Prima puntata. O ennesima puntata.

Facciamo che vi conto che Fabu tornerà finalmente a scuola, sperando che regga, perché un po’ di tosse ce l’ha ancora. E io vado a procurarmi degli antidolorifici perché il fine settimana è stato una roba da seppellire. Andiamo oltre che è meglio, vàh.
Così preparatevi ad un racconto a puntate, che parte dalla solita ragazza con le gambe troppo lunghe: ma sempre lei, direte voi. E se lo dite voi, immaginatevi cosa ne dicono loro, lei e la sua famiglia.
Certe cose ve le ho già dette, ma tocca ripeterle: primo, per tirare le fila sotto un altro punto di vista; secondo, per seguirne le evoluzioni di questi giorni, sperando che siano davvero evoluzioni, nel senso che non è scontato che da qualche parte si vada; terzo, perché le cose sono, purtroppo e ahimè, sempre quelle, in cui tutti si annoiano.
Tenetevi forte e partiamo con la prima puntata.
Allora: la ragazza è portatrice di una gravissima disabilità motoria da circa 10 anni. La Madre Isterica lavora in un settore che prevede un fondo di solidarietà interna supportato dagli stessi lavoratori, come già vi dicevo: non sono soldi pubblici, non vanno trovati, sono lì, detratti ogni mese delle buste paga dei lavoratori stessi, che, ovviamente, sperano di non usarli mai e poi mai. La Madre Isterica in oggetto li versa da più di 30 anni.
Il fondo è gestito dall’Inps stessa, che emette un bando, di durata biennale o triennale, per il supporto assistenziale di queste persone e dei loro familiari.
La ragazza rientra a pienissimo titolo nei parametri richiesti dal bando da sempre.
Allora: per garantire che i fondi vadano utilizzati per lo scopo prefissato, la parte operativa del bando viene affidata dall’Inps ad organismi territoriali convenzionati. Nel caso di questa famiglia, l’organismo preposto è il  consorzio territoriale assistenziale, di quelli creati dai comuni, quelli eccome pagati con i soldi pubblici. Questo organismo, nel bando, è definito Ambito. L’Ambito, prepariamoci con le belle parole maiuscole.
La prossima è il PAI: che vuol dire Piano assistenziale individuale. Vuol dire che la persona che si occupa del singolo paziente aderente al bando, il mitico Case Manager, deve stilare un programma personalizzato, concordato e approvato dalla famiglia.
Attenzione: il mitico Ambito fa questo lavoro in maniera professionale, nel senso che il progetto prevede dei costi gestionali che all’Ambito vengono eccome riconosciuti.
La famiglia ogni mese riceve una quota, che deve accettare entrando sulla piattaforma dell’Inps; o non accettare, spiegandone i motivi.
E questo è appunto il dettaglio che si è appena chiarito con la sorpresa appena emersa, ci arriviamo nelle puntate, portate pazienza. Sono noiosa, ma bisogna capire bene bene.
È un meccanismo giusto, in teoria, perché permette di controllare tutti gli aspetti della faccenda.
Solo che la teoria, se si chiama teoria, ci sarà anche un motivo.
Allora: l'obiettivo primario del bando è il supporto economico al pagamento dello stipendio della  badante.
In tutti questi anni, l’Ambito ha sempre detto che, nel caso di questa ragazza, non si poteva procedere: perché la famiglia risiede nel territorio geografico di pertinenza dell’Ambito, MA è domiciliata di pochissimo al di fuori di questo territorio: perché ha dovuto spostarsi velocemente in un appartamento che fosse accessibile e anche economicamente sostenibile; proviamo a immaginare cosa significhi un uragano del genere nella vita. Quindi l’Ambito non può stilare un PAI per pagare la badante lì invece che qui, perché, giustificazione data, non può formalmente controllare il buon esito della gestione dei fondi.
Domanda che dura da anni, da parte della famiglia: ma possibile? Noi possiamo presentare le buste paga, i bonifici, tutto quanto.
E se volete fare delle verifiche sulla presenza effettiva della persona che lavora, non si può fare rete con un altro organismo territoriale? Si parla sempre di reti, di collaborazione, di intrecci, sono le parole chiave di tutta la progettualità, di tutti i bandi. Oltretutto, si esce dal territorio di competenza per pochi metri, non è che l’Ambito vicino di casa sia uno sconosciuto.
No. Punto. E a capo.
Quindi: tutti i mesi la famiglia rinuncia andando sulla piattaforma, specificando che si tratta di scelta personale. Solo in questo bando, che sta per scadere ora dopo due anni, ha volontariamente rinunciato a 9000 euro, che sono lì a disposizione e finiranno in niente.
Attenzione ai meravigliosi colpi di scena. E domani proseguiamo.
Buona giornata.
Angela

4 commenti:

Luana ha detto...

Che tristezza...
Consoliamoci con il rientro a scuola di Fabullino.
Forza Angela! Le costole rotte sono una rogna!
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Paola ha detto...

Cara Angela ormai solo tu riesci a farmi rimanere senza parole... e come ben sai a me le parole non mancano quasi mai.... Che tristezza infinita, mamma mia
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FORZAFABULLOSCOLARO
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FORZA FAMIFGLIE SPECIALI
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Nonna Roby ha detto...

Che vita complicata! E povere famiglie! Speriamo che Fabullo stia benino e sia contento di tornare a scuola dagli amichetti. Incroci per tutto, compresa la schiena di Angela (una rogna in effetti, come dice Luana) e le famiglie speciali. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Un abbraccio grande e bacetti.

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
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SPERIAMO CHE IL BUON SENSO PREVALGA! ALLA FINE!!!!!!!!