lunedì 16 dicembre 2019

Participio presente di quel verbo lì.

Per fare i letterati di alto livello, diciamo Per Toutatis pensando a Quel Matematico Fiorentino e al suo piede sotto alla macchina. Meno male che è finita così, quando le Altissime Sfere ci mettono la mano, forse anche due, di mani. Però che spavento. Quei momenti che non è vero che durano un momento, a giudicare da quanto fanno invecchiare. Abbracciamo fortissimo Luana e i nostri Fiorentini preferiti. Fortissimo.
Siccome che la settimana è finita, torniamo alla storia della Ragazza Venuta Alta e i lavori dell'ascensore. Lo facciamo a puntate, per forza, perché i pensieri si affastellano.
È finita bene sul versante gestionale, perché la famiglia, che è brillantissima, ha trovato una soluzione in un mini appartamento attrezzato per disabili, appartenente ad un'associazione, spendendo quindi molto poco e con degli spazi congrui. E poi i lavori, invece che una settimana, sono durati tre giorni e due notti.
Per il resto, è finita male, tra l'indifferenza e la maleducazione.
La famiglia, proprio perché è brillantissima, si è mossa molto bene e, dopo le prime telefonate, nei contatti con l'amministratore si è fatta rappresentare da un avvocato del Tribunale del Malato.
Ne è seguito un carteggio, che vi riassumo. L'avvocato ha fatto presente che l'informazione è stata mancante, nel senso che è stata ufficiale solo dopo che la Madre Isterica lo ha saputo casualmente. Per cui, vista la particolare situazione che richiede evidentemente una particolare tutela, i lavori andavano posticipati per permettere l'organizzazione, poiché non urgenti..
L'amministratore non si è assolutamente scusato, ha detto che lui non sapeva nulla della situazione, che è stato fatto tutto come dovuto, anzi: organizzato benissimo, per limitare il disagio dei condomini anziani, che il lavoro non si poteva posticipare per una serie di penali economiche.
L'impossibilità di spostare il tutto era scontata dall'inizio, e ci si immaginava che il personaggio offrisse un qualche supporto alla famiglia, per esempio economico, esattamente come aveva suggerito Boog: oltretutto per una quota davvero minima, per la soluzione trovata dalla famiglia.
Al che l'avvocato ha fatto presente che non era vero che non fosse al corrente,  perché in assemblea se ne era ampiamente parlato; e che la situazione non era assolutamente sovrapponibile a quella di nessun altro condomino di qualunque età, per loro fortuna: per cui un'attenzione particolare era dovuta. 
Ve la sto facendo semplice, ma l'avvocato non ci è andato giù leggero.
Alla fine di tutto, l'amministratore ha detto che non aveva nessun obbligo, se non quelli dovuti alla normale cortesia (che per altro non ha mai mostrato: non si è scusato, non ha fatto alcun gesto educato); e che se si desiderava procedere in altre sedi, lui avrebbe risposto. 
E il dramma è che, purtroppo, è tutto vero: la legge sulla disabilità impone degli obblighi in molti ambiti (scuola, lavoro, sanità, esercizi pubblici), che poi magari non vengono rispettati, ma almeno esistono delle normative a cui attaccarsi. 
In questo caso no, vuoto giuridico totale: non c'è nessuna norma che dice che la disabilità vada tutelata in ogni ambito della vita quotidiana. Non c'è e basta.
Il sistema è mancante e lo è la cultura, in un circolo vizioso. Siamo nella situazione del defícere, il mancare: è quindi corretto dire che il participio presente di tale verbo latino, quello che finisce con -ente, si applica perfettamente a tutti gli aspetti della situazione. 
L'avvocato, furente per i modi utilizzati, ha però consigliato il non procedere in termini legali: perché, appunto, obblighi legali non ce n'erano, e quindi non c'erano colpe; e il danno morale, per il comportamento attuato, sarebbe stato talmente difficile da dimostrare che poteva portare ad un ulteriore grosso problema per la famiglia. Ed è stata un'opinione legale ponderata, ci ha pensato parecchio.
E quindi diventa difficile superare l'idea che la disabilità, non quella speciale che fa vincere le olimpiadi, ma quella che è malattia, non porti con sé un continuo sopruso. Se qualcuno vuole andare dalle Madri Isteriche a spiegare che tutto ciò rinforza il carattere ed è parte di un grande disegno è libero di farlo: consigliamo, però, di portare con sé un estintore, per auto spegnersi, metti mai che sulla strada incappi in un lancia fiamme.
Fine prima puntata.
Buona Giornata.
Angela

4 commenti:

Luana ha detto...

Un abbraccio ai genitori della Ragazza Venuta Alta.
Sperando che non ci sia una prossima volta e se dovesse esserci che l'esperienza porti un po' di umanità all'amministratore.
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Forza Fabio!!

Paola ha detto...

Spero che il condominio della Ragazza Venuta Alta sia smisurato... perche' se solo si tratta di un agglomerato di qualche decina di famiglia.... ahime' che pena....
sapere di avere vicina (magari porta con porta eh) una famiglia con certe problematiche (e limitiamoci a definirle problematiche) be' dovrebbe come minimo renderci un pochetto migliori invece niene da fare tutti a guardare al proprio pezzettino e a voltarsi dall'altra parte.
Non dovrebbero esserci le leggi a tutelare e garantire certe situazioni, dovrebbe venir fuori spontaneamente dal cuore di ognuno di noi...
Va be' sono un inguaribile romanticotttimmista che rimane sempre e sempre rimmarà basita davanti a certe cose
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FAMIGLIE SPECIALI CHE LA FORZA SIA CON VOI
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FORZAFABULLO
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Nonna Roby ha detto...

Manca il buon senso, la sensibilità, manca soprattutto l’amore!
Che vita dura e infelice per le famiglie con persone disabili! XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
sperando che le situazioni migliorino.
Un abbraccio, ciao

BOOG ha detto...

Molto probabilmente ,la proprietaria dell'appartamento, avrebbe dovuto far mettere a verbale nell'assemblea condominiale che il suo inquilino ha una figlia disabile. L'assemblea condominiale, avrebbe dato mandato all'amministratore, di trovare un accordo con la famiglia. invece si sono girati tutti dall'altra parte. LEGGI comprese.

FORZA FABULLO!!!

FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
FORZA MAMME ISTERICHE!!!
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