Arietta e genetliaco.

 È stato il genetliaco di Paulo Aimo Giovanotto e ce l'abbiamo fatta. Abbiamo passato anche questa festa comandata. Probabilmente non l'abbiamo superata proprio indenni, perché tutto lascia un piccolo segno, e anche i calanchi nascono da piccole fessure. Però è andata. 

La Michi ci ha contato che Arezzo era in preda a bufere e diluvi: qui invece il cielo si è finalmente aperto e, nelle ore centrali, ci siamo concessi mezz'ora di aria aperta, a turni, perché per Fabu sarebbe stato freddo.

Per festeggiare il genetliaco, la terapia della meraviglia: il sole tiepido di gennaio, l'arietta sulla faccia, la bellezza del poter camminare avanti e indietro i 25 passi del cortile.

La poetica delle piccole cose, Signora Mia, ci mancano ancora le violette le primuline eventualmente le pargolette mani e poi abbiamo fatto l'en plein con i pensierini da seconda elementare, dicono Quelli Che Sanno, per altro mai pervenuti. 

Per farli contenti, ci aggiungo gli impacchi sugli occhi e l'uso della sola lente destra perché stare senza anche di quella non era possibile, perché mi è venuta un po' di congiuntivite, che capita pochissimo ma quando capita è un gran impiccio. Che sia perché doveva capitare o perché le lenti sono troppo vecchie, chi lo sa.

E certo che mancano le violette e le primuline, primo perché è gennaio, secondo perché in giardino vengono una volta ogni tanto, non siamo mai riusciti a starci proprio dietro. 

Allora vi racconto che Quelli Che Sanno, sul fronte della scuola, hanno fatto rientrare quella maestra che non se la stava proprio cavando nella classe della bimba disabile, in cui c'è un altro bambino non certificato per cui vengono utilizzate le risorse della bambina disabile, cercando di farla stare a casa con la scusa delle quarantene: solo che stavolta è arrivato il medico responsabile della neuropsichiatria infantile e qualche volta le contingenze cosmiche funzionano. Perché è arrivato proprio in un momento assolutamente ingestibile: per cui ha detto che la bambina che lui ha in carico lì non ci può stare, se la scuola non trova altre soluzioni, e quindi verrà probabilmente spostata portandosi dietro insegnante e assistente.

A questo punto la solita teoria manipolata, per cui l'insegnante di sostegno in realtà non è per il bambino ma per tutta la classe, in modo da utilizzarlo per tappare buchi, decadrà miseramente: perché quell'insegnante di sostegno, che non ci sarebbe stato senza la presenza di quella specifica bambina, non ci sarà in effetti più. Idem l'assistente. E Quelli Che Sanno dovranno veramente arrangiarsi.

Purtroppo dovranno arrangiarsi anche i bambini di quella classe, tutti quanti, quelli più fortunati e quelli che lo sono meno. Ditemi voi come possono arrangiarsi dei bambini di prima elementare. 

Per cui sarebbe stato meglio se avessimo continuato a parlare dell'arietta sulla faccia.

Buona Giornata.

Angela