martedì 28 novembre 2017

Chissà cos'è meglio.

Riflessioni di ieri con una Mamma della Onlus, molto ma molto ma molto triste. Bambina di quarta elementare, bella brillante, ma in carrozzina: detta meglio, non cammina. Quindi bambina conosciuta in quella scuola, non è il primo anno.
Avete presente la storia del campanile di Giotto? Solo che lì c’era una ragazza diciottenne che si difende meglio dagli urti, e, soprattutto, il campanile era solo una parte della gita.
Stavolta è stato comunicato alla mamma che la gita, in realtà stabilita già a settembre, come di prassi perché viene approvata dai vari Consigli, sarà in un parco delle nostre Alpi: cioè in montagna. Perché i nostri bambini potranno conoscere l’ambiente geografico della nostra regione.
La mamma è stata un pochino perplessa, e ha chiesto il senso della scelta in una classe dove c'è una bimba disabile: e lì la maestra ha annaspato, come un pesciolino fuor d’acqua, come se si fosse accorta ora del problema. E poi, si parte: non si deve preoccupare, abbiamo pensato a tutto; la gita sarà concentrata nel centro visite del parco, che è accessibile, dove verranno svolte una serie di attività a gruppi; i bambini, a turno, andranno a fare una breve escursione, ma la sua bambina non la lasciamo mica sola, cosa crede, lei rimarrà con il gruppo che, a rotazione, sarà al centro visite.
Portate pazienza, dice la Mamma paziente, ma alla fine rimane lì tutto il giorno; tra l'altro la struttura è accessibile proprio solo nel senso che ci si entra e non ha barriere architettoniche al suo interno; ma tutt’intorno non è percorribile da una sedia a rotelle: un bellissimo posto, ma tutto su e giù. Si spera sarà una bella giornata di primavera, i bambini correranno fuori, e mia figlia che farà? Ma Signora, lei si preoccupa sempre troppo, porteremo dei giochi da tavolo e ci saranno sempre dei bambini che rimangono con lei.
A questo punto la Mamma, ovviamente, a questo punto, catalogabile come Mamma Isterica, ha fatto la domanda ovvia, quella che uno non osa fare: ma per i bambini piemontesi non esisteva proprio nessun’altra gita sulla faccia della terra?
Risposte: è importante che conoscano l’ambiente montano, ci sono bambini che non l’hanno mai visto.
Insomma: non possiamo privare le povere gioie di questa esperienza; e dicendo Povere Gioie, abbiamo già colto l’essenza: la madre che non accetta il problema della figlia, viva le dita che indicano la luna.
Si potrebbe dire che questi bambini non sono mai andati in montagna perché le famiglie non possono portarceli o perché fanno altre scelte: ma veramente tutti non hanno mai visto solo la montagna? Lo stesso discorso non può valere per il Museo Egizio, le aziende agricole modello sulle Langhe, il lungo lago a Stresa con il battello accessibile, insomma, era proprio l’unica meta piemontese a sfondo didattico, l’unica l’unica l’unica?   
Io, che sono matta e dico le bugie, in certi casi ho sempre un dubbio: se sia meglio assodare che, in questi casi, la scuola inclusiva sia distratta o proprio non “educata” (nel senso di preparata, non nel senso che dice le parolacce, quelle sono un’esclusiva delle Madri Isteriche)? Cioè: è meglio che se ne siano dimenticati, se ne siano ricordati, forse, quando era troppo tardi, ed    erano state chieste tutte le autorizzazioni galattiche? È una roba brutta e grave, ma, come dire, lascia una speranza: può essere, forse, chissà, che mò se lo segnino, come diceva il buon Troisi, e per il prossimo anno ci sia, appunto, una speranza, chi lo sa.
Forse sarebbe più grave, invece, la convinzione di aver fatto bene: sarebbe delineata, ancora una volta, l’abissale, terribile, incolmabile distanza tra la disabilità e Quelli Che Sanno. Insomma, l’aggravante della premeditazione.
Direi che entrambe le opzioni sono pietose, ma tant'è.
Adesso succede che la terapista andrà a scuola in questi giorni, per fare il punto sulle varie attività, e intanto affronterà il problema: farà, dette meglio, proprio le domande di cui sopra, ascolterà le risposte, e poi preparerà un verbale che verrà successivamente spedito a tutti i membri dell’equipe della diagnosi funzionale. Per altro, ci andranno due terapiste, perché una è bugiarda, due è più difficile, capite a me. Il verbale renderà tutti furenti, perché sarà indiscutibile, ma certe cose non si devono scrivere. Però, almeno, si toglie un po’ di tensione dalla Mamma, forse.
Tutto ciò non servirà ad un tubo: la gita rimarrà quella, ma, in questo modo aumentano le possibilità che la Scuola Inclusiva l’anno prossimo faccia scelte diverse.
Per il resto, la speranza è che il giorno della gita piova, che le escursioni non si possano fare: così i bambini saranno costretti a stare tutto il giorno dentro il Centro Visite, tutti insieme. E ne saranno felici, perché è una bella casa di montagna, saranno appunto tutti insieme, faranno le loro robe didattiche e ci metteranno la loro fantasia per passare una bella giornata. Insomma, le Povere Gioie saranno contentissime lo stesso, con la loro amica sulle ruote: perché, grazie a Dio, ci sono i bambini.
Buona giornata.
Angela                    

3 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
FORZA BAMBINI!!!
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mammadoni ha detto...

Incroci per una gita più che piovosa!!!!!
Un inno alle Mamme Isteriche
Forza Fabullo
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Nonna Roby ha detto...

Ah! La scuola inclusiva... ma fino ad un certo punto... Mi associo a Mammadoni, speriamo che piova, quindi si respira aria buona un po' umida!
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX per l'appetito di Fabullo. XXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX e per tutto.
Bacini e bacetti