venerdì 3 novembre 2017

Tanto gentile pare.

Ieri Fabullino assai mogio, molto stanchino a scuola. E boh, stiamo a vedere: se cova qualcosa, se è stato un caso; ieri mattina ha avuto due belle crisi e quando siamo usciti era assai cotto: ho dato la colpa alle crisi e ho pensato che, un po’ per volta si sarebbe ripreso. Invece, mica tanto. O le crisi lo hanno stancato talmente tanto che sarebbe stato da mettere a riposare, oppure chi lo sa e, appunto, stiamo a vedere.
La dottoressa ci ha detto che proseguiamo ancora un pochino con questo dosaggio, senza toccare niente, e poi facciamo un tracciato.
Adesso ve ne conto un’altra di quelle storie paradossali ma tanto noiose, sapete, quelle ossessive, sempre quelle, che uno si stufa     a sentirle: però ve lo dico prima. Perché pare quasi che, se le cose raccontate sono sempre quelle, è perché si è noiosi, e non perché sono l’evidenza di un problema costante.
È una storia raccontata ieri da una mamma di un bambino di 8 anni, non gravissimo ma con delle belle difficoltà; non uno che si può portare  a fare calcio, per intenderci, e che la mattina non si veste da solo, sempre per intenderci, e con un ritardo cognitivo non terribile, che gli permette di esprimersi, ma, certamente, non sa le tabelline.
Nel comune in cui vive, che è molto grande, i servizi sociali hanno organizzato un ciclo gratuito di incontri di gioco per bambini speciali: per offrire nuovi spunti e opportunità, per offrire un’oretta di libertà alle mamme, per favorire la socializzazione, eccetera eccetera.
Solo che la faccenda     si rivela, come dire, poco congrua: i gruppi sono eterogenei, molto numerosi, gli educatori sono pochi e non particolarmente all’altezza della valutazione delle difficoltà motorie e cognitive, per cui le attività proposte sono poco opportune, c’è una grandissima confusione, per cui i bambini sono ancora più agitati e, comunque, colgono poco eventuali stimoli. Per di più: il posto è accessibile, nel senso che ha una rampa, ma praticamente privo di posteggio, per cui faticoso da raggiungere, una di quelle fatiche che si fanno proprio solo se ne vale la pena.
E quindi, di volta di volta, i bambini sono meno: le mamme raccontano di avere altri impegni, che il bambino è raffreddato, eccetera eccetera, e non ci vanno. Insomma un flop.
Apriti o cielo.
Alcune mamme, tra cui quella che me lo raccontava ieri, sono state contattate dalla responsabile dei servizi sociali che le ha aspramente rampognate: che le famiglie sono delle ingrate, che quando viene loro offerto qualcosa di gratuito poi tanto non ci vanno e si lamentano sempre di non avere nulla e vanno a spendere soldi altrove.
Quando la mamma ha provato a dire che non era proprio una situazione congrua per i bambini, le è stato risposto che gli operatori sono tutti specializzati e non tocca a lei valutare quale sia la validità delle proposte, che deve lasciare che ciascuno faccia il proprio lavoro, e che lei faccia la mamma e basta, che potrebbe approfittare del momento per andare ad esempio a fare la spesa o riposarsi un attimo, e che comunque gli operatori sono bravissimi e, soprattutto, estremamente gentili con i bambini e li coccolano tanto. E comunque è una roba gratis e quindi ad un certo punto che cosa si può pretendere
La mamma ovviamente ha avuto una prima fase di sensi di colpa e di grossa amarezza nei confronti del proprio bambino, sentendosi la cattiva che, per troppa stanchezza, gli nega  delle possibilità, la Mamma Inadeguata: anche perché, mi diceva, è faticosissimo portarlo in questo posto: non posteggio e quindi devo camminare tanto, la famosa ora di libertà non lo è, perché ora che lo lascio e torno a riprenderlo, vista la difficoltà logistica, si rivela poco più di mezz'ora scarsa.
Però poi la prima fase, grazie a Dio, è passata e ieri era arrabbiata come una biscia: perché, comunque, la verità è che è un servizio offerto di scarsissima validità.
Siamo sempre lì: non è che le cose offerte ai disabili, magari gratuitamente, debbano per forza essere, come dire, degli avanzi di ciò che si può fare. Ci vogliono grandi competenze e capacità per organizzare il lavoro sotto ogni aspetto, professionale e ambientale
E soprattutto la famosa faccenda che gli operatori sono così gentili con i bambini è veramente disgustosa: non ovviamente disgustoso che siano gentili, ma disgustoso che venga considerata una caratteristica sufficiente ad organizzare  La Qualunque.
Ed è ciò che emerge purtroppo in svariate situazioni: organizzo una situazione ludica, raggruppando delle figure professionali legalmente atte, ma con nessuna competenza    specifica, che però che sono tanto gentili, ma che non hanno idea di che cosa sia necessario fare; sostanzialmente, però, costano poco.
Oppure metto a lavorare con i pazienti neurologici un terapista con una specializzazione sui traumi sportivi, che però, poi, non ha trovato un altro impiego: e considera l’attuale occupazione solo un tappabuchi, per cui non vale la pena sviluppare nuove competenze, in attesa di un’occasione meno faticosa e più remunerativa, tutti dobbiamo tirare a campare, ma comunque è un ragazzo così gentile, ci sa proprio fare.
Oppure il classico alibi della scuola inclusiva, che offre come insegnanti di sostegno quelli che non hanno trovato collocazione all'interno delle graduatorie, e che non hanno come criterio di selezione un'effettiva specializzazione, ma sono tanto gentili.
A me sembra veramente evidente poter dire per una figura professionale volta a lavorare con il pubblico, e soprattutto con un pubblico speciale, la gentilezza sia sostanzialmente una caratteristica insita nella professione stessa. Questo vale per l'impiegata dell'INPS, delle Poste, per il medico, per il fruttivendolo, per l'insegnante, per il fisioterapista, per l'educatore.
Ma mi sembra altrettanto evidente che da ciascuno di loro  sia necessario pretendere delle caratteristiche professionali specifiche del contesto: l'insegnante dovrebbe essere un ottimo insegnante e non è richiesto che conosca tutte le varietà di mele sul mercato; il fisioterapista devi conoscere la neurofisiologia meglio dei numeri da 1 a 10, e non è richiesto che si ricordi tutte le storie di Tacito a memoria; eccetera eccetera eccetera.
Non so a voi ma a me sembra abbastanza scontato; e invece che facciamo? guardiamo il dito e non la luna, per cui invece di considerare che un progetto non è stato condotto nel modo più congruo, sgridiamo la mamma che non vi partecipa; e tutto ciò è ancora più grave, considerato che nasce da uno dei responsabili del progetto stesso, che dovrebbe avere competenze ancora maggiori.
Per cui, alle mamme ossessive bugiarde e tutto quanto, non viene semplicemente chiesto  di non esporre opinioni negative, ma viene addirittura suggerito, per non dire imposto, perché è una parola che non si può dire, di sostenere determinate situazioni nei confronti del resto del mondo; in parole molto molto povere: non è sufficiente stare zitti e non esprimersi, ma sarebbe molto meglio stendere i tappeti rossi, mettere le stelline di approvazione,insomma.
È veramente difficile definire se tutto ciò sia più triste o più ridicolo; sicuramente la mamma in questione,e come lei tutte le altre coinvolte nella faccenda, era stanchissima: ancora più stanca di quello che la giornata le impone normalmente
E appunto, tutto ciò fa parte delle cose che non si possono raccontare.
Però vi avevo avvisato dall’inizio.
Buona giornata.
Angela

6 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO RIPRENDITI ALLA GRANDE!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!
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Luana ha detto...

Che storie! Chi non vive la disabilità non potrà mai capire.
Buon fine settimana famiglia Aimo!!
Forza Fabullo!
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Paola ha detto...

Ogni volta che scrivi su queste cose mi rattristo e inca... sempre piu' (e son certa che spesso ti limiti anche...)
Avanzi... mamma mia, proprio con chi, se aiutati con interventi mirati e professionali (fatti da professionisti preparati e competenti) potrebbe avere dei risultati che farebbero veramente la differenza.
Pensare a quante potenzialità e possibilità vengono lasciate morire... guarda non trovo neanche le parole giuste.
Ed invece si hanno solo avanzi ed umiliazioni, che vergogna VERGOGNAAAAA, mi vergogno per quelle persone che tentano anche di far passare da fessi i genitori che si lamentano o che pretendono i DIRITTI per i loro figli/famigliari.
In uno stato civile certe situazioni non si dovrebbero neppure immaginare... ed invece qui e' la realta' quotidiana ahime'
I "genitori speciali" hanno sempre piu' la mia ammirazione sconfinata... un abbraccio infinito a che combatte ogni santo giorno una guerra tremenda, silenziosa ed immensa.
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FORZAFABIOOOOOOOOOOOO
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mammadoni ha detto...

Forza Fabio
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Forza Aimo
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Buon week a tutti

Nonna Roby ha detto...

È giusto scriverle queste vicende, perché fra tanti che leggono, chi sa?, potrebbe esserci qualcuno "in alto" capace di cambiare e migliorare certe situazioni!
E Fabullo non è più tanto cotto? Speriamo non covi un'influenza...
Un abbraccio a tutti e buon fine settimana di riposo.

Anonimo ha detto...

Anche se preferirei che non fosse così, viva la mamma arrabbiata come una biscia! E tutte le "bisce" che rivendicano diritti sacrosanti e professionalità a livello almeno dignitoso! Non arrendiamoci mai, ciascuno nel proprio piccolo o grande compito, cerchi di fare bene. E se le cose non vanno per il verso giusto si lavori per migliorarle. E' l'unico modo per avere una ragionevole speranza, altrimenti saremo sempre disperati.
Forza "bisce", forza Angela e forza Fabullo!
Salvatore A