mercoledì 16 gennaio 2019

Altra Parola.

Fabullo felice come una Pasqua, come due Pasque, nel rivedere gli Amici! Ed è anche stato bello brillante, non stanco quanto pensavamo, tenendo conto che era il primo giorno in cui stava seduto e fuori casa così tante ore. A scuola erano prontissimi a coricarlo tutte le volte che poteva sembrare necessario, ed invece è andata proprio liscia. Che bello, per lui, povero piccino nostro.
Solo che stamattina mi sono svegliata sociologa, e, quindi, Amici Avvisati (e mezzi salvati), vi tocca: terza puntata della Mamma Isterica che si sente fortunata. Coglieremo l’aspetto sociologico nella definizione di un’altra delle affermazioni classiche, una sorta di leit motiv, dopo il Si Senta Fortunata.
E se vogliamo dire che è una stufia questa storia, che non finisce mai, qua la mano, battete un cinque, sono perfettamente d’accordo: se siamo stufi noi, figuriamoci la Mamma Fortunata. E figuriamoci sua figlia.
Allora, ieri la Mamma Fortunata, e, a questo punto, molto Isterica riceve la telefonata della coordinatrice del Brillante Centro: quello sotto casa (letteralmente, basta attraversare), specializzato in recupero neuro cognitivo (ah, non in Parcheggi? Mah, saran punti di vista), che ha messo in croce la famiglia che si era permessa di cercare altre proposte per la figlia per cui, a dir loro, nulla c’era da fare; la coordinatrice, per essere tale, è una professionista con grandi studi sulle funzioni corticali superiori, tra cui le modalità comunicative. Interessante. Il centro,a dir dell’Asl, aveva chiesto la conclusione del progetto perché non c’è più nessuna opportunità di lavoro con questa ragazza.
La coordinatrice esordisce con Buongiorno, volevo notizie del vostro incontro con la psicologa dell’Asl che è venuta da voi.
La Mamma Isterica, ma, evidentemente, non abbastanza scema secondo la previsione dei parametri della Brillante Professionista dice: sì, ci siamo viste giovedì e ho esposto i miei dubbi sull’opportunità di frequentare un centro così lontano da casa, con tutte le relative complessità organizzative (che, per altro, chi si occupa di disabilità ad alti livelli dovrebbe poter supporre, ma è troppo elementare, Watson, come idea).
Sì, la psicologa mi ha chiamato, risponde la Brillante, forse un po’ troppo rapidamente per essere proprio soddisfatta del colloquio.
Bingo: allora com’è andato l’incontro già lo sa, sa che la Madre Isterica proprio zitta non è stata. Forse sa anche che la psicologa è magari rimasta un pochino perplessa perché la paziente, che non ha recuperato nulla, che è sempre uguale, che non ha motivazioni, che non offre partecipazione, si è invece espressa in modo, congruo, adeguato, delineando chiaramente il proprio punto di vista. Insomma, o è andata dalla persona sbagliata, o qualcosa non torna. E quindi, magari, la psicologa ha fatto presente, come già alla Mamma Fortunata che ha esposto la faccenda, che non è l’Asl a chiedere la chiusura del progetto presso il Brillante Centro sotto casa. Detto chiaramente: i soldi non ci sono, ma quei pochi che ci sono, l’asl avrebbe anche continuato a darli a quel posto lì piuttosto che ad un altro. Ovviamente, nessuno sta pensando alla qualità, andiamo oltre. (Certo che a forza di andare oltre…)
infatti la Brillante Professionista, cercando di contenersi, dice: ho spiegato alla psicologa che non siamo noi a non voler più la paziente, ma che è un percorso finito, e quindi Signora, non dica che il Brillante Centro non vi vuole più perché tutto quello che sua figlia ha fatto l’ha fatto altrove.
Che è ovviamente la verità: mi dite che non si può fare nulla, cerco altre soluzioni che portano ad innegabili risultati certificati, e mi mettete in croce: soprattutto perché le altre famiglie si chiedono se, allora, nel Brillante Centro davvero si lavora bene, visto che chi fa altro ottiene risultati che si vedono a occhio nudo, e quindi c’è tensione.
Sorvolando sull’evidente situazione che rientra sempre nella famosa legge fisica del Passaggio Di Patata Bollente, che fa uscire dalla grazia di Dio, qui arriviamo al punto, ad un’altra di quelle parole davanti a cui le Madri Isteriche chinano il capo.
Signora Non Dica.
Scrivetelo sul vocabolario della perfetta mamma, quella che vorremmo.
Non bisogna dire.
Capita sempre: non dica che è penoso che la Scuola Inclusiva non sia preparata, non dica che il progetto di continuità non è stato fatto, non dica che è penoso dividere 10 ore di assistenza su 3 operatori che cambiano tutti i minuti, non dica che il Brillante Centro è solo un posteggio, non dica che non le offriamo la fisioterapia siete voi che volete andare privatamente (perché siete Isterici, e quindi non dica che i 45 minuti offerti sono privi di significato per la loro assoluta inconsistenza), non dica che per lei l‘assistenza è impegnativa perché la storia ed il mondo sono pieni di casalinghe come lei.
Signora Non Dica. E, ovviamente, non scriva. E, soprattutto, non scriva mettendo in copia altre organizzazioni. Non faccia analisi delle varie situazioni tanto verranno smontate.
Certo che, talvolta smontare è proprio dura, come in questa storia specifica: uno che ha la peg, se toglie la peg  muore di fame, se invece sta scritto che sta benissimo viene da chiedersi perché qualche Brillante Professionista osteggiasse questo tipo di lavoro tutti i momenti. Se uno non parla, e poi parla, vien da pensare che la logopedia negata avesse un senso. Se uno non teneva su la testa e adesso ti guarda in faccia, vabbè, allora la rieducazione motoria qualcosa ha fatto.
E quindi? Signora Non Dica.
È l’assoluta mancanza di volontà di lavorare bene, l’obbiettivo è solo stare tranquilli. Perché se davvero il servizio (qualunque: sanitario, scolastico, sociale) volesse arrivare agli scopi per cui è preposto, farebbe delle analisi chiare su quelli che sono i problemi che lo impediscono, in perfetto accordo con l’utenza stessa: mancanza di fondi, personale non adeguato sotto vari aspetti, adeguato ma sottopagato per cui se ne va, eccetera.
E invece: Signora Non Dica.
Ed è un concorso di colpa: perché quando un problema emerge, sempre da parte dell’utenza, il datore di lavoro (in questo caso l’Asl nei confronti del Brillante Centro) mai e poi mai fa delle verifiche sul sevizio offerto. È più semplice tamponare la faccenda con tanta comprensione per la Madre Isterica. Facendole capire che Si Senta Fortunata. Dove tamponare vuol anche dire annichilire, classicamente alzare il telefono e spiegare a tutta l'equipe territoriale che la Signora è matta, dovesse anche scrivere a voi sappiate che non bisogna darle da mente.
Per cui quando le Mamme Isteriche tacciono ci sono varie possibilità: o sono più zen del Dalai Lama; o va tutto benissimo; o temono il peggio.
Beati voi che pensate che io stia, come sempre esagerando.
Ovviamente, spiacente, mi sa che non sarà l’ultima puntata.
Buona giornata.
Angela

4 commenti:

Luana ha detto...

Angela ti vedrei bene come avvocato!
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Forza mamme!
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E che bello sentire di Fabullino felice!!!

Paola ha detto...

Purtroppo son certa che tu non stia affatto esagerando, anzi
stai solo facendo capire in maniera forte e chiara, come un grande pugno nello stomaco, quello che dovete vivere ogni giorno
I tuoi scritti dovrebbero essere pubblicati, letti in pubblico, sono maledettamente e crudelmente chiari, precisi...sembra di viverli.
Lo capisco dal senso di frustazione che cresce mentre leggo... piu' cresce l'impotenza e la frustrazione piu' sei stata diretta e chiara
Mamma miaaaaaa
FORZA MAMME ISTERICHEEEEE
che la forza sia con voi (anche se penso che in certe situazioni italiane anche Obi Wan Kenobi avrebbe la mascella calata e alzerebbe bandiera bianca)
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e sempre
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FORZAFABULLOOOOOOOOOOO
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BOOG ha detto...

Concordo sul fatto che gli scritti di Donna Angela dovrebbero essere raccolti in un libro.!!!!!
FORZA FABULLO CONTENTO COME DUE PASQUE!!!
FORZA AIMO!!
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Nonna Roby ha detto...

Incrocio perché Fabio possa continuare a godere la compagnia dei compagni di scuola XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Forza Fabullo!!! XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Un abbraccio a tutti