giovedì 24 gennaio 2019

Comunicare.

Esattamente, la bagna cauda senz’aglio non è bagna cauda. È qualcos'altro. Come la pasta frolla senza burro: mica male, per la carità, ma non è pasta frolla.
E la bagna cauda andrebbe mangiata in compagnia, contandosela, con i fornellini che sobbollono, e tutte le verdure da puciare: prima di tutto i peperoni e il còi, che sarebbe il cavolo verza.
Ieri sera Paulo Aimo Giovanotto ha avuto invece il suo piatto di peperoni grigliati con la salsa sopra, in versione appunto corretta senz’aglio, ed è stato tutto trullo.
Il quale Paulo Aimo Giovanotto è diventato matto per uscire di casa stamattina sotto la luce della luna perché c’è pochissima neve, ma tutta bella cristallizzata e poetica: la quale poesia ha però bloccato la rotaia del cancello che non si apriva più. Per cui, dopo tanto trafficare ce l’ha fatta, ma per ora non chiudiamo, confidando nel disgelo delle prossime ore (o della prossima primavera!!!), altrimenti rimaniamo bloccati qui con Fabullino.

Donna Paola da La Spezia, l’altro ieri, ha perfettamente centrato il punto: vien voglia di non leggere, di non sapere, di non pensarci più. Giuro che il mio intento non era provocatorio, era solo raccontare. E vi giuro anche che è sempre tutto vero.
Però davvero gli Amici di Fabullo, come sempre, hanno letto tra le righe e anche oltre: sono sempre talmente quelle le cose, perché non cambiano, che diventano dolorose da sapere.
Non lamentazioni che neanche Giobbe, ma fatti concreti riferiti.
E poi c’è il passo successivo: la vita sociale del mondo degli Isterici è complessa primo per la mancanza di tempo, di risorse fisiche, e per l’impossibilità di pianificare qualunque impegno. Ma è anche complessa  per la difficoltà nel comunicare. Quando si incontrano persone ci si racconta come va, e il Club degli Isterici racconta sempre quelle lì, che voi sapete. Ovvio che uno sano di mente fugge. È che viene a mancare il codice di comunicazione che è alla base della vita sociale e dei rapporti umani: le cose da raccontare sono quelle, sempre tristi, sempre un veleno epidemico che si diffonde e rende difficile anche la giornata di chi ascolta. E non è una rimostranza: ancora, semplicemente, un dato di fatto. Il vivere sempre e solo di tristi paradossi limita lo stare con gli altri, primo per evidenti esigenze pratiche e quotidiane; ma, secondo, perché veramente si vive su diversi piani che si intersecano con troppa fatica. Ammettiamo: nessuno può pensare che la comunicazione vera sia fatta di condivisione di aforismi su feisbúc. È fatta anche di esperienze comuni su cui confrontarsi. Se tali esperienze non ci sono, diventa durissima.
E poi c'è il passo successivo, arrivano Quelli Che Sanno: e Infatti noi organizziamo brillanti occasioni sociali in cui le famiglie dei disabili stanno tra loro, così condividono, solo che dopo poco non le vediamo più, non apprezzano mai gli sforzi, alla merenda di ieri sono venute due persone, d’altra parte si capisce, la grande sofferenza porta alla depressione, e quindi al circolo vizioso del non voler contatti.
Vero, verissimo. Banalmente, nella quotidianità di tutti si sa che, se non si è di ottimo umore, si sta volentieri tranquilli per i fatti propri; figuriamoci nella tetraggine costante.
Ma proviamo a dirla tutta: Quelli Che Sanno sono gli stessi che studiano e pubblicano e disquisiscono sulla mitica piramide dei bisogni: quella per cui alla base ci sono i bisogni primari, mangiare dormire scaldarsi vestirsi lavarsi curarsi; poi ci sono i gradini più alti, in cui le esigenze diventano più “spirituali” e legati alle singole attitudini personali. Concetto ovvio: se non mangio, non posso pensare di essere contento leggendo Proust. Per altro, questa faccenda della piramide è proprio alla base degli studi di Quelli Che Sanno, non una roba che si inventano le Madri Isteriche.
Ecco, tutto lì: magari gli Ingrati non sono andati alla merenda (al musical, alla gita) perché, prima di tutto, gli impegni sono faticosi da rispettare in termini di tempi e orari: perché dopo ore per prepararsi succede sempre qualcosa, e quindi si tende a rispettare gli impegni obbligatori, ad esempio le visite. E poi se gli Ingrati non dormono, e devono finire la lavatrice per vestirsi, per forza non pensano ai gradini superiori della mitica piramide.
Eccoci qua, al punto che Donna Paola ha sottolineato benissimo. Vien voglia di non sapere certe situazioni, per forza, perché tutti devono portare al termine le giornate e non si può fare se si ha sempre, senza tregua, idea della fragilità e della non giustizia. Non si può, si inceppa tutto, non ha senso. È chiaro che la comunicazione si blocca.
Però l’ingranaggio si è rotto quando si è arrivati a Quelli Che Sanno: che sono lì, in teoria, perché sanno. E se non colgono il perché delle defezioni alla merenda, si dimostra che la comunicazione non c’è nemmeno tra chi è lì per fare quello, con quel ruolo, all’interno di una giornata lavorativa, con la possibilità di andare poi a casa e staccare (per carità, poi magari avere grane personali, come tutti, ma non quelle situazioni lì senza tregua).
Ma Signora mia, ovvio che si organizza la merenda perché costa meno che pensare alla base della piramide, per cui non ci sono risorse.
Perfetto, allora, siamo sempre lì, cogliamo il punto. E ammettiamolo.
Che gli Amici di Fabullo mi perdonino anche oggi. E che siano benedetti perché loro il punto lo colgono sempre davvero.
Vorrei anche dire che il nostro vicinato avrebbe un’opinione sulle mie abilità canore, ma quella è meglio non dirla per davvero. Per eleganza.
Buona Giornata.
Angela

6 commenti:

Luana ha detto...

La mia stima e la mia ammirazione per te, Angela, si eleva ogni giorno di più. Sei riuscita ad esprimere il concetto della comunicazione in maniera chiarissima.
E leggendo sempre tutto quello che fai, Fabio non poteva che capitare in mani migliori. Si dice che siano i figli a scegliere i propri genitori e non si può certo dire che Fabio non abbia centrato in pieno quelli giusti.
Forza Aimo!!!!!!!! Forza FABIO!!!!!
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mammadoni ha detto...

Angela arriva dritta dritta al cuore, chiara, dolorosamente profonda. Tutto tristemente vero!
Siete un portento famiglia Aimo
Forza Fabullo forza forza
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Paola ha detto...

Sottoscrivo e firmo quanto detto da Luana a mammadoni... non serve aggiungere altro.... ahime'...
Ed io non solo continuero' a leggerti ma sto anche divulgando il verbo... portando spesso i tuoi esempii nelle chiacchiere del caffe' o quando qualcuno entrada me per lamentarsi della "str..biiip" del giorno... ed esce con la mascella spalancata...
E poi....
AUGURI IN RITARDO AL DON!!!!! auguri auguri auguri augurissimi
E per la bagna cauda... oh mamma quanto e buona.... rigorosamente con aglio tanto aglio eh... diciamo che puo' diventare una prova d'amore dopo i 30 anni di matrimonio... la sera vi va da Pautasso e la mattina seguente se si accetta il bacino del buongiorno del rispettivo coniuge si e' sicuri che e' amore vero!!!!!
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FORZAAIMOOOOOOOO
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FORZAFAMIGLIESPECIALIIIII
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FORZAFABULLOOOOO
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Anonimo ha detto...

Quando gli occhi sono aperti, il risultato è la vista.
Quando la mente è aperta, il risultato è la sapienza.
Quando è aperto lo spirito, il risultato è l'Amore.
(Proverbio Cinese)

BOOG ha detto...

FORZA FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
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Nonna Roby ha detto...

Auguri & auguri a Zio Alberto, fratello di Paolo, che compie anche lui 25 anni!!! Abbiamo brindato con il Dolcetto, gustando polenta e merluzzo!!! Niente bagna caoda con aglio o senza.
Festeggiamenti familiari, niente danze o cotillons ma in serenità, questo sì.
Un abbraccio e incroci per il nostro Fabullo XXXXXXXXXXXX
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Un pensiero sempre per le famiglie “coraggiose”!