mercoledì 6 febbraio 2019

Certo che si sta sempre a parlare di zecche.

Puntuale come le zanzare, oggi vi conto una storia di quelle da far che non leggere dall’inizio.
Niente di troppo grave, se vogliamo. O invece grave, perché è la spia che si accende su problemi più ampi. E la famiglia che ha vissuto la storiella ne ha passate di molto peggio, figurarsi: ma è il senso delle gocce, che cadono una dopo l’altra in vasi pieni.
Allora bambino di terza elementare, con un problema motorio alle gambette ma completamente autonomo; qualche problema visivo per cui serve qualche accorgimento per lo svolgimento della didattica, che vuol dire fare le righe sul foglio per scrivere, o giù di lì. Insomma, un bambino che a scuola lavora bene. Residente in una regione del Nord ad alto grado di civiltà.
In questo periodo ha una serie di problemini di salute contingenti,  non drammatici, per cui può svolgere il programma scolastico, ma non può recarsi talvolta a scuola.
Per cui la Mamma Isterica ha fatto domanda per usufruire dell’istruzione domiciliare.
Esistono vari tipi di istruzione domiciliare: quella dei bambini con gravi patologie che non possono mai recarsi a scuola, per cui viene tutto strutturato a casa anche con mezzi informatici, fin dall’inizio dell’anno.
Poi esiste un’altra normativa per la Scuola Domiciliare per i bambini certificati, che normalmente frequentano la scuola ma che, occasionalmente, possono, per qualche problema intercorrente, non recarcisi fisicamente. Ovviamente, però, non hanno la febbre da cavallo, insomma, possono seguire le lezioni. È una procedura che si attiva per almeno un mese all’anno, anche se i trenta giorni non sono di seguito: la scuola lo sa e si organizza anche di giorno in giorno con l’insegnante di sostegno del bambino.
Ovviamente, non verrà garantito lo stesso numero di ore: va anche considerato il tempo logistico di spostamento, e anche il fatto che poi il bambino sarebbe sottoposto ad una fatica impropria per la sua età, perché mancherebbero tutti i momenti didattici che si fanno con gli altri. Diciamo che si utilizzano, giustamente, queste ore perché il bambino non rimanga troppo indietro soprattutto con gli argomenti strutturati appositamente per lui.
Quindi, la Mamma Isterica presenta domanda di attivare il servizio, con le apposite scartoffie che prevedono una specifica prescrizione medica.
Attenzione: Fabullo ha usufruito di questa modalità più volte e ci aveva sempre pensato la scuola a proporcela. In questo caso, invece la scuola se ne è stata bella zitta, ma sicuramente per distrazione, non sperando che la possibilità rimanesse sconosciuta.
Solo che la Mamma Isterica in questione è della razza peggiore, di quelle brillanti che sanno i congiuntivi. La normativa la conosce e fa domanda. La scuola tiene duro, mah mih moh, non si capisce bene quale sia il problema, prende la mamma per stanchezza, ma quella è noiosa assai, fa finta di non capire, sta lì come caduta dal pero, ma la domanda non la ritira.
E poiché la normativa esiste, alla fine la procedura viene attivata: visto il problema contingente che si propone di giorno in giorno, se il bambino non può uscire di casa, la Mamma avvisa e la sua insegnante di sostegno si recherà da lui concordando i tempi.
Poi tutto va bene qualche giorno, finché il problema arriva, la Mamma chiama tempestivamente e arriva la risposta: Non abbiamo nessuno da mandare perché tutto il personale è impegnato.
Bingo. Che vuol dire due cose: noi abbiamo sì accolto la richiesta, l’abbiamo protocollata, e abbiamo attivato la procedura perché la Mamma Isterica è stata noiosa come la solita zecca e ha proprio preteso una roba dovuta senza stancarsi: detto questo, non avevano nessuna intenzione poi di farlo sul serio, si scherzava.
Seconda cosa, vera: non abbiamo nessuno da mandare. Ah sì, e l’insegnante del bambino? Che è lì, fisicamente in quella scuola solo perché questo bambino è iscritto? E lo sa anche lei qual è la situazione, quell’insegnante è una risorsa, lo sa che gli investimenti per la scuola sono inesistenti.
Certo che lo si sa, ed è il simbolo di una società che va a rotoli perché non investe sul futuro.
Resta il fatto che l’esistenza di quella risorsa è giustificata dall’esistenza di quello specifico bambino in quella scuola. Se lì non fosse iscritto, quella risorsa non ci sarebbe e per le supplenze vi arrangereste in un altro modo. Inoltre, questo discorso, ammesso così candidamente, autorizza a pensare che abitualmente, quando il bambino è a scuola, e quindi non se ne accorge nessuno, la risorsa venga usata per altro.
E ma l’insegnante di sostegno è una risorsa per la classe, per legge: sì, ma in funzione di quell’alunno, perché prepara la classe (alunni e corpo docente) ad occuparsi del bambino quando il sostegno non c’è. Questo dice la legge. Non che il sostegno sia un tappabuchi.
Insomma, il primo giorno è andato, ma il secondo l’insegnante ha dovuto andare a casa, tutto per la Madre Zecca che ha deciso di sapere i congiuntivi. Brutta razza di Madri, quelle lì.
Che tristezza. Tristezza, appunto, che la Scuola non abbia risorse. E, per di più, che nemmeno lo ammetta.
Buona giornata.
Angela

4 commenti:

Luana ha detto...

Sempre peggio.... i soldi mancano da tutte le parti ma è veramente triste che vengano a mancare per i più deboli.
Forza mamme isteriche della razza peggiore!!
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Forza Fabio!!!

mammadoni ha detto...

Grande Mamma Isterica che non ha mollato. Ma che rabbia x tutto... che rabbia!!!!!!
Forza genitori isterici!!!
Forza Fabullo
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Nonna Roby ha detto...

Forza mamme isteriche, voi che sapete i congiuntivi, non mollate, combattete, combattete! Che tristezza però leggere queste situazioni! Poi ai TG si sentono le notizie inerenti al Festival di Sanremo: questo proprio per distogliere l’attenzione del pubblico dalle cose importanti, quelle che contano o dovrebbero contare!
Paese civile? Non sembra assolutamente (poveri noi).
Un abbraccio

BOOG ha detto...

FORZA MAMME ISTERICHE!!!
FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
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