mercoledì 13 gennaio 2021

E sì, magici per forza.

 Notizia del giorno: siete magici. Come ieri, certo. Anche oggi.

Perché ieri la giornata si è raddrizzata, un po' per davvero e un po' solo nella mia testa, ma non è mica poco: essere lucidi è fondamentale per risolvere i problemi. 

Prima di tutto mi hanno contattata dall'ufficio vaccini, finalmente. Mi ero dimenticata di dirvi che era un ulteriore fonte di stress ieri: non ero preoccupata per l'eventuale litigata che avrei dovuto fare, nel senso che la nostra posizione è inoppugnabile. Nessuno si oppone ai vaccini per Fabullo, ma la richiesta è solo quella di spostarli a quando il nostro reparto non sarà più un covid hospital, al momento inaccessibile anche dall'epilettologa. E il Regina Margherita non si occupa di pazienti con il neurostimolatore vagale, gli altri due ospedali della stessa azienda sanitaria, dove il neurostimolatore è stato impiantato, preferiscono evitare di ricoverare Fabio se non in condizioni di grandissima emergenza perché, banalmente, non hanno gli aghi per uno così piccolo. Parallelamente, c'è tutta la documentazione sanitaria che dimostra che, nei decenni, ogni piccolo momento di difficoltà, che può essere banalmente 38 di febbre, in Fabullo può creare la necessità di un ricovero ospedaliero.

Quindi ero preoccupata non per quello che c'era da dimostrare, ma per la fatica che sarebbe stata necessaria in termini di tempo da spendere: mail dettagliata, materiale allegato, scelta di tutti i destinatari della mail, stessa mail mandata come posta certificata alla direzione sanitaria. Tutto fattibile,  ma significava più di un'ora di lavoro, che voleva dire togliere sostanzialmente un'ora di sonno all'economia della giornata. 

E invece no: mi hanno chiamato mentre uscivo da scuola, mi hanno detto che la raccomandata che hanno spedito era un atto dovuto, che è ovvio che è una situazione particolare da prendere in considerazione, e quindi ci risentiamo quando il reparto di Fabullo sarà aperto. 

Ti sei messa a ballare al parcheggio, mia cara, dice LA PAOLA, mentre prepara generi di prima necessità da recapitarmi in qualche reparto di internamento psichiatrico.

No, dico io, ma ho cantato Bon Jovi a squarciagola battendo il ritmo sul volante mentre andavo al supermercato attraversando Caluso.

E ho veramente sospirato di sollievo per una grana che si era magicamente volatilizzata.

Non ho risolto ancora invece il grande pasticcio della rendicontazione anticipata del progetto per la Onlus, anche perché le progettiste non mi hanno ancora mandato la rimodulazione: perché un minimo è dovuta questa rimodulazione.  Se chiediamo 29.000 e ce ne danno diecimila non può essere proprio uguale. 

Però ho anche pensato che io questo mondo veramente lo detesto: intendo il mondo della progettualità fine a se stessa, che fa più gli interessi delle fondazioni erogatrici e dei servizi di gestione dei progetti stessi, che dei beneficiari. Ma bisogna ballarci dentro, e trovare delle soluzioni perché i beneficiari veramente siano tali. Ovviamente delle soluzioni che sono legali, ci mancherebbe. Sostanzialmente, scriveremo chilometri di cose per far vedere ad esempio che quando un terapista va a scuola a condividere come fare utilizzare un girello al bambino, servizio che la Onlus offre regolarmente, vuole dire che sarà un momento di formazione all'interno del progetto. Esattamente ciò che si fa sempre a cui si dà un nome specifico. 

Si chiama definizione dell'aria fritta: dove ciò che si fa non è assolutamente aria fritta (nel nostro caso), ma lo è la modalità di presentazione. Perché per presentare tutta quella situazione producendo scartoffie, ci si perdono talmente tante energie che probabilmente si potrebbero pensare altre cose utili ai bambini.

E via di seguito. 

Vuol dire trasformare l'aria fritta in qualcosa di concreto, e non lasciarla permanere come aria fritta, come impongono le modalità operative. 

Ciò non toglie che dovremo trovare dei fondi comunque, perché la rendicontazione è una cosa che va fatta con i sacri crismi, fatture e dimostrazioni di pagamento delle fatture stesse.  E in questo momento non ho chiarissimo come fare, qualcosa succederà. E poi, appunto, le cose che invece non facciamo di routine e che diventano davvero solo fine a se stesse, vanno ridimensionate: e se non si possono ridimensionare rinunciamo al progetto. Sarà un lavoro immane. Ma sono più lucida. 

E per forza voi siete magici, non c'è altra spiegazione, perché io vi racconto una cosa e tutto si raddrizza, almeno un po'. 

E quindi vi abbraccio.

Buona Giornata.

Angela

3 commenti:

Luana ha detto...

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Magari si fosse così magici. Magari si avesse la bacchetta magica.
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Forza Fabio, il primo pensieri saresti tu.
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Nonna Roby ha detto...

Non è magia, e che mandiamo pensieri positivi per tutto!!! Forza famiglia forza fabio, forza famiglie isteriche!!
Forza amici del blog! Un abbraccio

BOOG ha detto...

Forza Fabullo!!!
Galassie di pensieri positivi!!!!
Forza Famiglia Aimo!!!
Forza famiglie Isteriche!!!