May the 4th.... Ah, no: che la Befana.

 Chissà la Giulia, a che punto è del suo rientro, in questo immenso e, al momento, inestricabile pasticcio. 

Ieri Paulo Aimo Operativo ha ricevuto dalla provincia di riferimento (Vercelli, nel suo caso) un po' di scartoffie relative alle modalità di consenso informato sul vaccino, che già solo quelle richiedono un bel tempo di spiegazione a rallentare il tutto, e le modalità tecniche di diluizione nei tempi giusti. E quindi speriamo che sia imminente l'arrivo delle procedure operative: chi inoculerà le dosi nelle case di cura accreditate. Se arriverà del personale preposto dall'ASL lì: ipotesi meravigliosa, perché vorrebbe dire non togliere nessuna unità di lavoro dall'attività ordinaria della struttura, ma il personale preposto in quella entità numerica non sembra esserci. Se potranno procedere direttamente gli infermieri e medici della struttura stessa, come fanno normalmente per l'antinfluenzale (che quest'anno peraltro non è mai arrivato): grande pasticcio organizzativo, di ribaltamento di turni di lavoro, ma se non altro si procederebbe. Ipotesi più complicata ancora: tutto il personale delle strutture sanitarie, che non sono degli hub vaccinali, si sposta negli hub vaccinali, pasticcio massimo. Ovviamente poi verrebbero pensate diverse soluzioni per i degenti fissi del padiglione della casa di riposo. 

Chi lo sa. 

Noi non vediamo l'ora di capire, perché iniziare da Paulo Aimo Operativo vaccinato, almeno in prima dose che vuole dire poi fare la seconda, sarebbe già qualcosa per proteggere Fabullino. Perché le precauzioni sono tante, ma la tensione è massima.

Però Fabullo rimane uno di quelli fortunati, circondato sempre da persone attente. 

Tutto questo sproloquio saputello (Ah, ecco, meno male che è conscia, dicono Quelli Che Sanno, promettenti mari e monti per rendicontare contributi da ricevere) per raccontarvi la seguente cosa.

Tutti i fragili, per qualsiasi motivo, che non vuole dire i poverini disabili senza speranza, ma anche i potenziali noi stessi con un problema cardio respiratorio, per cui la mascherina rappresenta un aumento della resistenza e quindi non è indossabile, dovrebbero essere tutelati da chi li circonda, comprendendo in questo anche il personale preposto di qualunque tipo: emerge invece che molto spesso il personale preposto esterna la seguente affermazione: non è certo colpa mia se lui non può indossare la mascherina, io non mi sento di indossare filtri maggiori perché sono faticosi, e quindi non mi prendo responsabilità, se volete essere più sicuri evitiamo questo contatto.

Affermazione rilevate ovunque, soprattutto nei Posteggi Diurni, ma anche in alcuni ambulatori pubblici. Ovviamente tale personale preposto rimane in servizio perché non c'è n'è dell'altro.

Quindi, per favore, nessuno di noi faccia la scelta di diventare fragile e dipendente dall'assistenza altrui: perché è evidente che simili affermazioni implicano che la fragilità o la non autosufficienza sia una roba che uno si sceglie.

Che la Befana sia con noi.

Buona Giornata.

Angela