Il non pensare.

A Punta Ala funzionava così:  che in spiaggia Fabullo era piccolo e girellava silenzioso. Finchè non si sentiva qualche urlo: mamma o quel bimbo guarda dov’è si è messo!!! Ed era sempre lui.

Perché, appunto, piccolo e silenzioso, individuava qualcuno che costruiva fortezze o scavava buche; e poi, inosservato non si capisce come, andava a sedersi sopra o dentro al capolavoro. E poi partivano discussioni eterne per farlo spostare, sceneggiate e storie varie, fino alla prossima volta: muso lungo e offeso fino a che mamma non si distrae quei sette secondi che bastano per rifarlo.

Dove si fosse inventato quel gioco non lo sa nessuno, ma sicuramente era diventato famoso.

E poi i giri in pineta con la bici: una volta papà ha osato caricare il seggiolino con la spesa invece  che con Fabullo, il quale ha cominciato a fare su una caragna che mezzo campeggio si è riunito di fronte alla nostra veranda per godersi la scena.

Insomma, Punta Ala è proprio un bel posto.

Ieri non è che siamo stati proprio molto produttivi, oppure lo siamo stati senza accorgercene tanto: nel senso che sono riuscita solo a fare un cambio valigia: una più piccola per la colonia, per tenerne una un po’ più grossa per noi, in modo da vuotare quella grossissima già riempita, che però in macchina è ingestibile. Lo so che non è che si capisca molto, concordo, è così anche per me.

La Michi stamattina aveva in programma una gita a Ivrea con le amiche più grandi per imparare a muoversi con gli autobus: così sveglia alle sette, ma abbiamo rimandato perché piove. E ovvio che io, invece che parlare con il Pier Francesco, mi ero fidata del cielo serale turchese e dipinto e avevo steso fuori e fatto un’altra lavatrice. D’altra parte di questi tempi c’è un sacco di spazio in casa, lo stendibiancheria è il benvenuto.

Bamblino. E’ che continuo a leggere le pagine della cronaca, e vorrei dire che non riesco a smettere di pensare, ma non è vero. Perché non riesco nemmeno a pensare. Presi tra le domande le non risposte l’orrore e la pena.

Buona giornata.

Angela