Con le calzemaglia.

Ieri pomeriggio è stata la prima uscita per Fabullo, a parte la gita in ospedale. Gli ho messo le calzemaglia a righe e anche il passamontagna perché non respirasse l’arietta freddina. La Barbara e il Grande Capo ci hanno un po’ presi in giro: in un attacco di simpatia, ho spiegato loro che la prossima volta che attacco il saturimetro li convoco, la loro presenza sarà richiesta per star lì a fissare i numeri.

A parte il cercare di sdrammatizzare la fatica di questi giorni, perché siamo un tantino degli stracci,  Fabullino è stato contentissimo di uscire, davvero. E dalla Barbara è stato bravissimo: ha scritto Fabio Aimo con le sue letterine, senza fare storie, bello concentrato e veloce. Per la serie: sono talmente contento di togliermi un po’ da casa che oggi posso anche fare contenta questa qui.       

Ieri sera sono arrivate le scarpine per la therasuit e sono proprio ma proprio belle e ben fatte.

Che bello il sogno di Giovanni, mi è talmente piaciuto che penso che inaugurerò  un mutuo ventennale e gliela compro la bottiglia di barolo. Con annessa una forma di toma. Boiate a parte, che bello. Penso che a quel punto la pianterò di sognare le macchine per cuocere il riso. Quindi mancano dieci anni meno un giorno, ok. Giusto per fare delle speculazioni sognanti, ma mica troppo, il primo obbiettivo è essere bravi, sempre con l’idea di fondo che le cose buone e giuste le fanno le competenze e non solo gli strumenti. Poi ingrandire lo spazio, cosa possibile, solo con la sicurezza di mantenerlo. Poi delle diavolerie ce le abbiamo già belle chè in mente, figurarsi.

Oggi ancora giorno al caldo, speriamo di non essere troppo impossibili. Stamattina arriva il pediatra e incrociamo per le buone notizie.

Buona giornata.

Angela