lunedì 23 ottobre 2017

Bastasse essere gentili.

Passato l’allarme, a questo punto, dopo tutto l’intero fine settimana, possiamo dire che le 24 ore di crisi strane sono finite: nessuno ci ha capito nulla ma è finita, che altro dobbiamo dire. Siamo stati lì a guardarlo star male e basta: per carità, tutti d’accordo che in ospedale si sarebbe potuto fare poco, e che Fabullino è stato più contento di stare a casa sua.
Traduciamo questo pensiero nel linguaggio da madre isterica, dicendo le cose che non vanno dette, ma che sono quelle: è stato più contento di stare male a casa sua e non in ospedale, così è anche andato a scuola dagli amici.
Sabato ci siamo organizzati a puntino con le ore di riposo e, viste le temperature miti, siamo andati tutti quanti a Ivrea per le 4 a recuperare la Michi Tedesca: Fabullo si è divertito, figuriamoci, alla fermata dei pullman, tutto da guardare, le altre famiglie, i cani, mezzi di tutte le dimensioni. E poi sono arrivati i ragazzi, un pullmone interessantissimo, scarico dei bagagli dai lati, che avventura.
La Michi ovviamente felice e ci ha spiegato che ha messo a frutto la sua pluriennale esperienza di vacanze tedesche diventando un riferimento culturale: ha spiegato come funzionano i bagni degli autogrill tedeschi, che si igienizzano da soli e tenete lo scontrino perché viene per due terzi restituito al bar; ha spiegato a tutti che le famiglie chiedevano di riportare le bottiglie di plastica vuote dei pranzi al sacco che fornivano perché sono attentissimi al riciclo, e perché il compattatore del supermercato restituisce 25 centesimi sulla spesa per ogni bottiglia (non so se da voi le cose siano più avanti, ma qui in zona l’unico supermercato che ha questo servizio di centesimi ne dà 1); ha spiegato come si può mangiare nelle panetterie; ha illustrato i diversi tipi di salsiccia. Insomma: ha fatto un figurone.
Fabullo è stato ovviamente felicissimo di riaverla a casa, anche se in questi giorni si era proprio comportato bene.
Venerdì siamo anche andati a fisioterapia, dove abbiamo incontrato le altre mamme e i loro racconti, sempre prevalentemente scolastici per la tendenza di moda autunnale; e si cerca anche di tirare le fila, visto che abbiamo girato la boa del primo mese.
C’era la mamma di una piccina con una malattia rara che è appena passata dal nido alla materna (pardon: scuola dell'infanzia): ritardo motorio che si sta colmando, al momento la bambina cammina per mano e tra un pochino andrà da sola; ritardo cognitivo più evidente, anche se anche quello sta andando molto meglio e la malattia, in sé, prevede mille sfaccettature, che non è detto siano troppo gravi: per cui è fondamentale lavorarci e l’asilo (pardon: scuola dell'infanzia) ha ovviamente un grande ruolo didattico e non solo ludico.
Fortuna vuole che alla bambina venga da subito assegnata una maestra di ruolo, per cui, dal secondo giorno sono stati immediatamente organizzati gli incontri per l’aspetto didattico. Sfortuna vuole che, chissà perché, la maestra non se la cavi: la tiene lì seduta con lei, le fa le carezze, colora e fa i lavoretti al posto suo. La mamma è esasperata, in un mese i terapisti sono andati alla scuola due volte a settimana, hanno sempre detto le stesse cose, risposto alle stesse domande e nulla è cambiato. Per cui, la settimana scorsa, hanno chiesto una riunione formale alla presenza del medico responsabile della diagnosi funzionale: che non aveva voglia di prendersi la patata bollente, ma i dati riportati da famiglia e terapisti erano talmente evidenti che non c'è stata possibilità di appello. La dirigente è stata diplomatica ma furente, e il risultato positivo è stato che la bambina cambierà scuola: non era possibile cambiare insegnante, all’asilo (pardon: scuola dell'infanzia) certi spostamenti sono più semplici, la bambina non presenta particolari problemi relazionali, quindi è meglio farlo subito. Andrà in una sede distaccata, per fortuna non troppo lontana, dove verrà assegnata ad una maestra conosciuta e bravissima.
Ovviamente tutto è rimasto sulla linea di: se questa madre è una scompensata, per il bene della bambina siamo così volenterosi che la accontentiamo, perché è nobile da parte nostra accontentare le richieste di famiglie con un vissuto di sofferenza,
Solo che poi la maestra ha detto: però guardate che a questa bambina io voglio tanto bene, ed è la cosa più importante.
E lì la dirigente voleva sputare fuoco come un drago e anche il medico diplomatico ha fatto presente che la specificità professionale richiede anche altri aspetti.
Traduzione: è scontato e dovuto volere tanto bene alla bambina, ma anche se la portiamo dal fruttivendolo le vogliono tanto bene e poi scelgono la frutta e la verdura migliore per farla crescere; e se la portiamo dal calzolaio le vogliono tanto bene e poi le aggiustano le scarpine per i suoi piedini; e se la portiamo al mercato a comprare la tuta le vogliono tanto bene e poi cercano di accontentare lei e famiglia sul prodotto comodo bello economico; e se la portiamo dal panettiere le vogliono tanto bene e poi le vendono del buon pane fresco che dà energia; e se la portiamo dai terapisti le vogliono tanto bene ma, o meglio: e, il loro lavoro lo fanno.
Insomma, la gentilezza è scontata, dovuta, ma non basta.
Per cui la bambina da oggi avrà una nuova scuola e una nuova maestra, i terapisti la conoscono già per altri bambini e stamattina vanno anche loro ad impostare il tutto, e venerdì lo mamma raccontava tutta felice. Storia finita bene e, purtroppo, abbastanza un’eccezione.
Nel riposo del fine settimana abbiamo anche spedito il video a Kiev e non ne vogliamo più sapere, anche questa è fatta.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA RAGAZZI!!!
FORZA FABULLO!!!
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Nonna Roby ha detto...

D’ora in poi si chiamerà Miky Giramondo la nostra Michela, che si è resa molto utile verso i compagni… bravisima, ragazzina sveglia! A quando il prossimo viaggio di istruzione in qualche altra parte d’Europa?
Incroci per tutto XXXXXXXXXXXXXXXXXX
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Un abbraccio e tanti bacetti

Anonimo ha detto...

Michela tedesca? Ok ma non troppo mi raccomando! Ricordati di noi!
Viva l'Italia delle persone operose che fanno funzionare le cose.
Viva l'Europa dei giovani come Michela.
Forza Fabullo, nostra stella universale!
Salvatore A