Cosa dire non lo so.

Facciamo che dirlo: che ieri è andata di nuovo mica tanto bene. Di nuovo crisi.

Non sapevo bene cosa fare, non credo di aver letto bene il manuale per queste situazioni: chiedo scusa signor prof, si vede che non ho studiato, mea culpa.

Per cui non sapevo bene se era meglio dire parolacce, farsi cadere le braccia, non pensare o pensare, lasciare perdere tutto o chillosà. Così ho detto al mondo quello che il mondo si aspetta: cioè che speriamo che sia un caso, visto che stava andando meglio. Che poi sarà anche la cosa giusta da pensare, immagino. E, comunque, di meglio non mi viene in mente.

Però c'è una bella notizia: che il neuro ortopedico mi ha confermato che parlerà con la fisiatra perchè Fabullo faccia la botulina in ambulatorio. Adesso devono parlarsi sul serio, e poi ci devono dare appuntamento, insomma, non facciamola proprio semplice, non vorrei annoiarmi: però è un'ottima notizia.

Ma che bravissimo l’Andrea che passa il test al Poli!!!!! Mammamia, che cervello!!!!! La faccenda delle scarpe, ebbè, sarà poi un dettaglio. Magari esiste proprio una sindrome, magari è stagionale, come le allergie. Mi consola un pochino sapere che i figli storditi esistono ovunque, ecco, lo so che non è il modo giusto per affrontare la cosa. Chissà se si può comprare una scarpa sola: a parte tutto, dovrebbe essere una roba normale, perché mi sa che sono cose che nel mondo capitano. Per cui: Buongiorno, mi fa vedere delle scarpe da calcio? Ma certo signora, quante gliene servono? Una mi basta, grazie, se ce l’ha uguale a questa, altrimenti quello che c’è. Ma certo, la metto in un sacchetto? No, fa che mettersela nel piede, così ne ha due.

Per altro: ieri alla scuola di Montalenghe è andata benissimo, crisi a parte. Solo che ieri mattina abbiamo traslocato più  o meno il mondo da una scuola all’altra, e ho dimenticato il pc a casa. Così sono volata a prenderlo. E alle tre abbiamo traslocato nuovamente il mondo, perché oggi si va o Orio. E il pc è rimasto a scuola. Così stamattina dobbiamo uscire prima per passare a recuperarlo, in modo da arrivare a scuola e Fabu lo possa usare. Ogni tanto è tutto un pochino troppo difficile per le mie risorse intellettive, per cui l’Andrea lo capisco fino in fondo nel suo rapporto con le scarpe, lo stimo, fratello.

E poi stamattina volo all’inps a cercare di capire quella faccenda. E se, quando sono all’inps, mi dicono che loro non sanno e devo chiedere all’inps, giuro che urlo, giuro. Le rapide della Dora sono lì vicino, ma mi sentiranno lo stesso, giuro.

Buona giornata.

Angela