sabato 11 aprile 2015

Quelle cose da sapere.



Io non so se esista una formula per il calcolo del peso specifico dei pensieri: figurarsi, ci metto sempre ancora il mio tempo a fare sette per otto.
So solo che dalle giornate come ieri si esce un tantino stanchi: senza aver fatto nulla di particolare che non sia pensare. Di nuovo giornata di pensieri per le crisi: a scuola sono bravissimi ad osservare,  anche perché in questo momento ci serve più che mai, e hanno tirato le somme, che coincidono con le nostre e con quelle delle logopediste.
Fabullo abbassa la testa e sbatte gli occhi: qualche volta è un’assenza vera, che dura qualche secondo, da cui poi però esce stanco, con il bisogno di riposare. Altre volte sbatte gli occhi e intanto, se lo chiamiamo, sorride per rassicurarci e dirci Che bello che siete qui con me; oppure,  ci prende la mano e se la porta alla testa con l’espressione del Aiuto, mi dà fastidio, salvatemi.
Datemi uno spigolo acuminato.
E quelle non sono ovviamente delle assenze; e dopo non è stanco e continua a fare ciò che stava facendo.
Quindi martedì dobbiamo dire che va meglio? Perché sembra che ci sia stato un cambiamento? Ma è una roba che va meglio? Mi sa di no. Per cui gulp. Anche il fatto che è sempre assai noioso: ma lo è come sempre o di più, perché è infastidito e chissà che cosa sta sopportando?
E quindi che si fa in questi casi? La cosa certa è che, non so il resto del mondo, ma io non sono all’altezza di simili sfide. Le lascio volentieri a quelli molto zèn, che vedono o trovano il senso delle cose, vedono percorsi evolutivi dell’esistenza in ogni sfida quotidiana. Bisogna dire che basta pensare, martedì vediamo, i dottori sono bravi e che facciano loro? A parte che il basta pensare si potrebbe fare se non fosse necessario occuparsi di Fabullino ogni minuto, e quindi vederlo che ci prende la mano e se la porta alla testa; detto anche questo, non è proprio sempre andata che quando ci siamo affidati ciecamente ai medici, con la guardia bassa,  è filata proprio liscia: anche se qui ci piacciono.
Allora, io non lo so che si fa. Oltre a tornare a casa, pranzo, nanna, partenza per la logopedista, con cui invece è andata benissimo (e allora? Vuol dire che va peggio al mattino? Lo spigolo acuminato di cui sopra), ritorno e tutta questa serie di cose.
Ciò che mi viene in mente è scivolare tra le cose fino a sera. Concentrati per fare ciò che c’è da fare; limitazione dei contatti umani che fanno faticare, tipo quelli che spiegano come si conduce la vita; ricerca di dettagli in cui cogliere l’attimo, tipo le chitarre degli ACDC in macchina (che non si addicono alle signore con i capelli a scodella, ma amen); o mettere Fabullo in giardino ad osservare la tinteggiatura della facciata, l’arrivo dell’idraulico con tanto di furgone, l’innaffiatura del rosmarino che non è ancora cresciuto in due giorni, recupero dei panni stesi. Ecco quello che mi viene in mente.
È che, probabilmente, sono di vedute limitate.
Avevo anche pensato di chiamare l'A-Team, che risolve sempre tutto, e qui LA PAOLA si consola perchè almeno l'infermità mentale è salva anche stamattina.
Stamattina in onlus per qualche lavoretto e Fabullino sta con Paulo Aimo Papà; al pomeriggio cambio della guardia che Paulo Aimo è impegnato in commissioni post trasloco per finire di sistemare entro Natale prossimo.
Buona giornata.
Angela

2 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
XXXXXXXXXSUPER INCROCI MEGAGALATTICI E PENSIERI POSITIVI SEMPREXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Nonna Roby ha detto...

Incrociamo e poi ancora incrociamo con pensieri positivi e un grande abbraccio. Vi saremo vicini martedì quando verrete al controllo.

P.S. Il rosmarino non può crescere in due giorni; il mio ha impiegato un anno...