Degli stracci.

Chissà come deciderà di scrivere il blog questa mattina, con quale carattere: e vabbè, saranno esigenze artistiche. Sembra sempre uguale, poi si schiaccia il tasto Pubblica, e sempre uguale non è. Poi io lo so che LA PAOLA mi spiegherebbe tutto bene, ma so anche che lascerebbe perdere sapendo che la spiegazione di una roba tecnologica alla sottoscritta è una guerra persa in partenza.

Alla fine la giornata l’abbiamo trascorsa in ospedale. Ieri mattina ho alzato Fabullo ed era proprio mogio, con gli occhi cerchiati, che non riusciva a tenere  aperti. E, in effetti, lo sapevamo, il bilancio del fine settimana non era stato proprio brillante. Così ho avvisato la scuola e chiamato la pediatra: la quale era bloccata in studio fino alle sette di sera, e sarebbe appunto arrivata lì. Allora ho cercato un accompagnatore che tenesse il furgone in quarantottesima doppia fila, perché era anche giorno di mercato, e ci siamo andati noi: la dottoressa ci ha fatto entrare subito bloccando tutto quanto e, in effetti, anche lei l’ha trovato peggio rispetto a venerdì mattina. Anche se, a quel punto, ero già riuscita a dargli una buona colazione, e io lo vedevo già meglio di due ore prima. Solo che, appunto, anche nel fine settimana avevamo fatto praticamente solo colazione e basta.

Gli ha fatto un tampone per quella gola rossa, ed era negativo. La pressione e la saturazione normali. Ci servono degli esami per capire se ha un’infezione oppure no, e anche per valutare a che punto siamo con l’idratazione. E a quel punto si tiene la vena e si fa un po’ di liquidi. Proviamo ad andare solo ad Ivrea e poi decidiamo. Così lei ha avvisato l’ospedale del nostro arrivo, tornati a casa, aspettato Paulo Aimo Papà, preparato comunque una borsa e partiti.

Sono stati  meravigliosi come sempre: solo che è stata durissima. Perché le vene non ne volevano più sapere: il prelievo da delirio, per prendere un pò di sangue l’abbiamo ridotto ad un colabrodo. E non c’è stato verso di tenere una vena per la flebo: un po’ aveva assunto pochissimi liquidi negli ultimi giorni e un po’ le vene sono fibrosissime dallo scorso anno. Dopo un’ora di torture abbiamo deciso di aspettare l’arrivo degli esami e valutare quanto eravamo in emergenza.

E Fabullo si è schiantato, non ne poteva più, l’abbiamo messo in un lettino e ha dormito. Poi sono appunto arrivati i risultati: nessun segno di infezione, né di virosi, non ha la tareffaggine, insomma, non è per quello che non mangia. Come immaginavamo. D’altra parte, i valori degli elettroliti non erano male, non è ancora così disidratato, potevamo permetterci di provare a non ribucarlo. Per lo meno, si poteva rimandare. Così siamo ritornati a casa d’accordo tutti quanti, nostra pediatra  compresa. Deciso anche, sempre tutti quanti con l’aggiunta della Maestra, che stamattina, se non è ancora più disastroso, lo mandiamo a scuola, per giocarci almeno l’aspetto psicologico: visto che non è malato e che, probabilmente, sono “solo” le crisi. Per cui, se è molto stanco, lo metteranno a nanna, magari prima di pranzo; sono pronti a vedere tante crisi:  se veramente sono violente, cosa che non sta capitando, vedremo. Grandissime le Maestre.

E io intanto sento l’epilettologa. E rimando commissioni e robe varie perché siamo degli stracci.

Però è arrivato il cuculo.  E stanno fiorendo delle robe strane, che ho piantato io e non mi ricordo, vediamo cosa viene fuori.

Buona giornata.

Angela