Gli spianati.

Mammasanta, fine settimana in cui siamo stati spianati, direi che possa essere la definizione migliore: nel senso che stare coricati per tutto il tempo possibile è stata la cosa più gradita da fare. E vi dirò che è stata la classica situazione in cui, comunque, il tempo in cui stare coricati non bastava mai. In cui non arrivava mai l’ora, le nove di sera, per andare a dormire e basta.

Fabullo ci ha preoccupato assai, farlo mangiare è stata un’impresa titanica, con risultati non troppo brillanti. Ieri le crisi erano mille, duemila, centomila. Però potrebbe anche essere che ieri fosse un filo tareffo anche lui, visto l’ambiente: anche perché anche noi eravamo senza febbre e senza tosse, come dire, senza sintomi riconoscibili dall’esterno, solo passati sotto al tram.

Contiamo sulla scuola per discriminare, per vedere, come primissima cosa, se essendo di buon umore le cose vadano meglio. Non abbiamo potuto stare fuori perché ha diluviato tutto il tempo, con coerenza, addirittura i lampi, ieri sera. Qui dietro, sotto il Gran Paradiso, ha anche nevicato un po’.

Però  sono passati i vicini per colazione, a vedere in che stato fossimo. Pianificazione giardini, della potatura dell’ulivo, semina di una serie di robe che ho comprato al discount che dovevo aspettare aprile, assoluto accordo sul fatto che sia buono e giusto parlare con Sibilla e aspettarsi risposte: è solo questione di tempo, deve prendere un pochino di confidenza e pensare.

Michela era perplessa ma ha taciuto: che un branco di adulti disserti amabilmente sulle opinioni di una rana la lascia sempre un pochino così.

Buona giornata.

Angela