martedì 6 marzo 2018

Come farvi venire il mal di testa.

Ieri un bel pezzo di giornata con la Onlus è stata dedicata ad un pasticcio ausili: ve lo conto perché è uno dei “lavori” che normalmente impegnano le Mamme Isteriche, che sono appunto quelle che passano la giornata in casa a far niente.
Lasciamo stare i pasticci pre ausilio, che vuol dire individuare quello giusto, avere un appuntamento dal medico prescrittore che lo approva e lo prescrive (che vada bene al primo colpo: che il medico sia d’accordo, che l’azienda sanitaria non abbia messo dei paletti economici, che il medico concordi  con i codici proposti dall’azienda ortopedica), portare la prescrizione nell’ufficio apposito e aspettare che torni autorizzata, poi si parte con la fornitura vera e propria, il confezionamento e/o gli eventuali adattamenti: arriviamo già solo fin qui e sono passati mesi, l’urgenza in questo campo non è contemplata. Appena la famiglia ha l’ausilio finito cerca di avere un appuntamento, il più rapido possibile, per il collaudo con il medico prescrittore: se l’ausilio è approvato e congruente alla prescrizione la faccenda è finita. In mezzo c’è, appunto, tanto lavoro, se si vogliono fare le cose bene.
Lasciamo perdere molte ma molte parti di questo lungo percorso, tutte passibili di grandi ma grandi intoppi. Passiamo direttamente alla fine, il dopo collaudo,  che è appunto ciò che è successo ieri: una volta che il collaudo è firmato, quello  che è fatto è fatto, l’officina ortopedica viene pagata, e addio. Nel senso che, se si presentano problemi, l’officina non è particolarmente motivata a risolverli.
Ed è una roba che capita, soprattutto perché, con le difficoltà che ci sono ad avere un appuntamento in asl per i collaudi, perché i medici sono sempre meno e i tempi di attesa eterni, quando si ritira la prescrizione si fissa già il collaudo; poi se il lavoro non è finito, l’officina ortopedica dice: togliamoci comunque la burocrazia e poi andiamo avanti; e poi, invece, chissà.
In onlus, questi problemi capitano pochissimo, il frutto del lavoro di anni: i terapisti tengono le fila, per cui si arriva alla prescrizione che tutto va bene; e poi il terapista riesce ad avere l’appuntamento per il collaudo quando le cose sono davvero fatte, e i medici ormai sanno che c’è stato un lungo lavoro dietro e quindi funziona. Se il terapista accompagna la famiglia ad un collaudo ed esprime dei dubbi, il medico non firma e il lavoro prosegue.
Appunto, questi problemi capitano pochissimo, ma capitano: sostanzialmente o con bambini che possiamo vedere poco per tante ragioni; o perché tutto il lavoro precedente viene fatto in un servizio in cui non si dedicano proprio tante ore alla scelta. Ma è assolutamente comprensibile che la famiglia si affidi a quel sevizio, per ragioni diplomatiche e di risparmio fatica: perché se l’ausilio lo propone lo stesso servizio pubblico che poi lo prescrive, è chiaro che è più semplice.
Solo che, magari, gli operatori che se ne sono occupati sono anche bravissimi, ma, per vari motivi, hanno a disposizione una mezz'oretta e due incontri per definire il tutto.
Per cui, appunto, magari arrivano gli ausili che non vanno bene a cose fatte, e la famiglia disperata perché ne ha bisogno: ma il tecnico ci aveva detto che poi ci avrebbe seguiti, e invece no.
Vi è già venuto il mal di testa con questo lungo, noioso e complesso discorso? Ecco, la faccenda rende l’idea su un pezzo di quotidianità delle Madri Isteriche.
Sicuramente la scelta dell’officina ortopedica è fondamentale: innanzitutto per la competenza dei tecnici che ci lavorano; e poi per l’onestà professionale: la scelta dell’ausilio deve essere davvero personalizzata (e già solo per quello non è sufficiente un incontro di mezz’ora), e non legata a che cosa c’è in magazzino che deve essere smaltito; oppure agli specifici accordi con un distributore, e quindi l’ausilio disponibile è quello e non uno più adatto al caso singolo. Però la famiglia tutte queste cose magari non le sa; e il servizio si rivolge sempre ad una sola officina, per varie ragioni, anche solo la pigrizia di prendere contatto con più situazioni. Eccetera eccetera eccetera.
E, quando poi la faccenda non funziona, la famiglia si sente sempre snervata, umiliata, e trattata da idiota, sempre posizionata tra gli ultimi della terra. E il tutto è un processo pressoché continuo, perché si finisce con la carrozzina e si comincia con il girello.
Insomma, il lavoro onlus ieri è stato risolvere una grana post collaudo, o almeno provarci: che vuol dire ore di discussioni cercando di mantenere mooolta calma. Diciamo che i terapisti sono più “minacciosi” di una famiglia: perché poi lo raccontano in giro, a colleghi e medici, insomma, un danno commerciale.
Che fatica e che nervoso.
Fabullo,  boh; non è sicuramente andata benissimo: ci siamo salvati perché ha mangiato qualcosa a cena, dopo aver saltato pranzo, come se avesse fastidio ma comunque volesse almeno avere meno fame. Si impone di respirare molto profondo.
Buona giornata.
Angela

5 commenti:

Luana ha detto...

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e meno male che c'è la Onlus....
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Forza Fabio!!

BOOG ha detto...

FORZA ANGELA!!!
FORZA FABULLO!!!
FORZA AIMO!!!
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mammadoni ha detto...

Sì mitica Onlus, mitica Angela
Forza Aimo
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Anonimo ha detto...

Sottoscrivo con ogni goccia di sangue che ho in corpo tutto il discorso sugli ausili.
Barbara

PS auguri a super Michela in ritardo!

Nonna Roby ha detto...

Uuuh! Quanto stress e quanta pazienza! E poi si sente dire “ma alle persone disabili gli ausili vengono dati gratis”. Gratis, sì, ma si sputa sangue per averli…
Fabullo sentirà la primavera, ecco perché l’appetito è un po’ carente? Speriamo bene come sempre.
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Un abbraccio a tutti, ciao