mercoledì 7 marzo 2018

Ordiniamone un tir.

Spiacente, ma procediamo con il mal di testa: oh già, se condividere è tanto di moda, vale per tutti gli aspetti della faccenda. Per cui oggi c'è la seconda puntata, che però, per fortuna di chi si annoia a sentire sempre quelle, finisce subito: nel senso che si racconta in fretta, in due parole, mentre poi la faccenda procede silente nelle famiglie, giorno dopo giorno, non finisce mai, perché appunto, le cose sono sempre quelle, noiose da morire.
Quindi: siamo arrivati al fatto che, per una serie di contingenze cosmiche, l’ausilio non va bene, il collaudo è firmato, e buonanotte al secchio.
Per cui, capita, che la famiglia sia in difficoltà nella gestione del bambino su quell’ausilio e lo dica: magari allo stesso servizio che ha approvato il tutto. La prima fase è: ci vuole pazienza, serve adattamento e pratica nell’utilizzo. Dopo un po' di mesi, l’adattamento non arriva, il balzo evoluzionistico darwiniano neanche, e si passa sempre alla fase dopo. Costantemente questa: Signora, ma lei non si era accorta subito, prima che fosse troppo tardi, che non andava bene?
Quello che la famiglia non ha fatto: sempre Quello Che Non.
A questo punto la famiglia cerca lo spigolo acuminato: perché l’altra alternativa presuppone atti di violenza, di quelli che finiscono sui giornali. A cui poi segue una brillante analisi dei fatti e di tutta la retrospettiva psico-sociale, che si conclude con qualche responsabile, uno di Quelli Che Sanno, che afferma compunto e partecipe: ci spiace che il disagio abbia condotto a questo, noi eravamo a disposizione per un confronto.
Lasciando perdere questi estremi, che solitamente non emergono ma vengono assorbiti da qualche ulcera gastrica, il pensiero delle Madri Isteriche, qualche volta esternato e qualche volta no, è il seguente: ma Mammasantissima, io mi affido a dei professionisti e sapranno ben loro cosa fare oppure no? Com'è che quando dico qualcosa mi viene amabilmente spiegato che devo solo preoccuparmi di fare la mamma (e non la Mamma Isterica), e poi alla fine viene fuori che non comunico?
Per cui le Mamme Isteriche sono furenti, ma il problema di fondo è che si sentono sempre delle perfette idiote, e non è  un bel sentimento con cui convivere costantemente.
Per cui ci si tiene l’ausilio che non va bene in attesa di cambiarlo, dimostrando che c’è un motivo valido: per esempio il bambino che è cresciuto, e si ricomincia tutto da capo.
Ma non si ha sempre questa fortuna: perché magari si parla di un adulto, che non cresce più,  non è tenero, né carino, in fondo puzza anche un pochino.
E lì bisogna quindi aspettare i termini di legge per cambiare ausilio, con la famiglia che arranca per anni.
Oppure ci si aggiungono le varie ed eventuali: recentemente è sorto il problema di una nuova carrozzina che però, per come è fatta, non si ancora ai ganci di fissazione del pulmino che
porta questo adulto al centro diurno. Per cui la famiglia deve scegliere tra: uhhhh, ma signora, teniamo la carrozzina vecchia ma guardi come sta seduto male, diventa un problema fare delle attività, ma perché avete fatto quella nuova così; oppure rinunciare al parcheggio e tenerlo sempre a casa seduto bene. La famiglia sceglie il parcheggio (cattiva, non si dicono queste cose. Ah no? Pazienza).
In realtà esiste un’altra possibilità: è abbastanza normale che per ogni carrozzina ci sia un ancoraggio apposito, e un pulmino per tutti non può prevedere tutto. Però esistono degli adattatori, che sono delle banali cinghiette che si chiudono, omologate, che quindi si attaccano a qualunque elemento della carrozzina e vengono poi agganciati; hanno un costo, che però è un centesimo di quello che viene speso per una carrozzina che poi non viene usata, e vengono forniti dalle aziende che adattano automezzi speciali.
Per cui la responsabile del servizio diurno, che si occupa di tutta la faccenda, immediatamente risponde: ma le  sembra che io possa essere al corrente di cose simili?   
Ma, francamente, risponderei di sì: in quanto responsabile di un progetto che si occupa anche del trasporto dei disabili. E poi mi verrebbe anche da dire che a questo mondo non si può sapere tutto, ma esiste sempre la possibilità di alzare il telefono e di informarsi, previo desiderio di provare a risolvere i problemi.
E lì sorge un dubbio: ma ogni tanto, sporadicamente, capiterà anche a Quelli Che Sanno di sentirsi degli idioti, invece che offendersi e basta? O deve sempre essere prerogativa delle famiglie che non fanno Quello Che Non?
È che ci vuole una fornitura decennale di Moment per il mal di testa.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA FORZA FORZA!!!
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Anonimo ha detto...

Forse questo articolo potrebbe dare qualche indicazione utile...c'è anche una tabella con i principi attivi di farmaci che alterano odorato/gusto. Certo i medici che seguono Fabio avranno già valutato ogni possibilità ma non si sa mai...

http://www.farmacovigilanza.org/corsi/080531-01.asp

Spero di non essere stata inopportuna.

Un caro saluto
Barbara

Nonna Roby ha detto...

Molto interessante, (anche se io non sono una addetta a queste cose, quindi inesperta,) quanto ha suggerito di leggere l’amica Barbara!! Mamma e papà di Fabio avranno senz’altro apprezzato: quante cose non sappiamo!
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Un abbraccio