lunedì 17 settembre 2018

Altalena.

Fine settimana tra alti e bassi: nel senso che abbiamo avuto pasti meravigliosi e pasti meno meravigliosi. Ieri, ad esempio, a pranzo è andata storta perché è arrivata una crisi al momento sbagliato, e ieri sera a cena non è stato chiaro il perché. Invece sabato sera è stata una cena spettacolare. Diciamo però che quando va storta non va così storta come andava storta quindici giorni fa.
Diciamo anche, per essere sinceri, che non riusciamo ancora a essere troppo tranquilli, soprattutto in virtù del fatto che ci siamo sentiti poco supportati dagli specialisti in questa storia: per cui i giorni come ieri fanno alzare la guardia immediatamente. Per cui, ad esempio, si affrontano con più difficoltà le giornate impegnative, tipo oggi, in cui dobbiamo andare a fare una valutazione logopedica nel tardo pomeriggio: per cui torniamo da scuola per pranzo, ma prima un po’ di riposo perché altrimenti avrà troppo sonno per mangiare; poi nuovamente un pochino di riposo, metti su e metti giù e poi si parte. Poi si torna dopo le sette, in un momento critico della tangenziale, e quindi speriamo non si stanchi troppo per la cena. Insomma, uno si fa tante paturnie, magari troppe, ma è quello che capita quando mancano i parametri di base che concedono un minimo di tranquillità: per intenderci, quando i bisogni sono mangiare e dormire, e non scegliere tra l’avocado e le noci all’interno di una dieta  salutare, o tra il teatro e la presentazione letteraria per il proprio equilibrio culturale.
E guardate che non sono argomenti da poco: perché l’analisi dei bisogni è il famoso principio da cui partono tutti i tavoli per la definizione di modalità assistenziali. E, per assurdo, questi bisogni vengono sempre saltati a piè pari, perché tanto sono talmente scontati che alla fine non ci pensa nessuno: in realtà non è vero, non vengono presi in considerazione perché la loro soluzione è la più costosa di tutte le iniziative brillanti che ci si può inventare (guardare gli aquiloni, ascoltare musica da camera, un giro in mongolfiera), perché sono bisogni quotidiani e continui. Il dramma vero è non ammetterlo: è il Terzo Settore che si sente felice per la visita al museo con un educatore (però il disabile grave deve portarsi anche la propria badante): insomma ai famosi Tavoli si cerca sempre qualcosa da mettere sotto perché traballano, senza ammettere che le risorse sono pietose.
Non stavamo parlando di questo, lo so, ma non ho resistito. Vantaggi dell’essere una Madre Isterica.
Tornando indietro, va anche detto però che, nonostante sia stato un fine settimana impegnativo, fatto anche di viaggi di trasporto ausili, l’essere meno in panico di qualche settimana fa ci ha concesso non troppe ore di sonno, ma più profonde, senza  tachicardia e riposini a occhi aperti pronti a scattare.
Signora, il suo disagio è evidente, in poche righe ha mostrato un’altalena di sensazioni tipica dello scarso equilibrio della personalità, dicono Quelli Che Sanno analizzando. Davvero? Dico io. L’altalena sarà tipica di quello, o specchio fedele delle giornate?
Su Signora, non la facciamo lunga, ammettiamo che in quel disequlibrio lei non vede le soluzioni concrete: si prenda un aiuto, in fondo avete già l’assegno di accompagnamento.
Uhhhh, è vero, effettivamente me ne ero dimenticata di questa immensa risorsa. Beati Quelli Che Sanno e le loro soluzioni sempre  pronte all’uso e perfettamente calate nella realtà.
Buona giornata.
Angela

2 commenti:

BOOG ha detto...

FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
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Nonna Roby ha detto...

Uuh! Gli alti e bassi…! Ci vorrebbero sempre solo gli alti! Ma qui si incrocia sempre XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
e intensamente XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Pensieri positivi. Bacini e bacetti <3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3