Andiamo.

Facciamo così: elegantemente sorvoliamo su come sia andata nel fine settimana, andiamo oltre. Tanto è finito e siamo riusciti a rimanere a casa nostra fino a stamattina. Mettiamola così: che vedere cosa capita senza gastroprotettori farebbe pensare che abbia proprio un senso valutare lo stomaco.

E quindi speriamo di venirne a capo.

Dobbiamo entrare verso le dieci e mezza, per cui stiamo preparando Fabu con calma: meno male, perché dobbiamo attraversare la città, oggi è un lunedì di traffico e ci sono anche due grandi cantieri a nord della città, cioè da dove entriamo noi, che creano un tappo e spostano le macchine da qualsiasi altra parte si scelga di passare.

I bagagli sono pronti, cercando di essere organizzati al meglio: la teoria è che l’esame richiede una notte di ricovero, la pratica è che, per ragioni amministrative, per così dire, ne vogliono due, ma sanno che Fabu non è proprio semplice e quindi si vedrà, magari ci graziano prima. Oppure esce qualcos'altro e invece no. Per cui: abbiamo pronto lo stretto indispensabile per due giorni, che per noi vuol dire già una borsa di farmaci, e dobbiamo sapere che potenzialmente abbiamo un armadietto perché non conosciamo il reparto. Poi abbiamo una serie di altre borse che stanno in macchina, da cui ripescare la roba man mano che si capisce come si è organizzati. Borse che  sembrino poco appetibili perché chissà dove si posteggia e non sarebbe la prima volta, e nemmeno la seconda, che ci aprono la macchina da quelle parti. Poi: Paulo Aimo Operativo ora è cittadino, e da lì con la metro va a lavorare in frettissima, ma prima ci deve arrivare lì in macchina domani mattina, e da qualche parte la deve lasciare.

Insomma, siamo delle piaghe che si lamentano sempre; ammettiamolo: il punto è che sono nervosa perché non avrò nemmeno la mia teiera, ecco, tutto lì.

Voi lo so che ci pensate, ma vi dico lo stesso di pensarci. E vi diamo nostre notizie appena riusciamo.

Buona giornata.

Angela