giovedì 13 settembre 2018

Il cerchio.

Chiudiamo il cerchio con la faccenda scolastica: non nel senso che nulla c’è più da dire, perché si potrebbe andare avanti di qui all’eternità se solo ci fossero le parole. Chiudiamo nel senso che parliamo dell’università, e cioè nel momento in cui potremmo creare un disabile in grado di supportarsi autonomamente.
È chiaro che quest’idea presuppone una Politica (detto in senso nobile, alla greca) che ha una visione sociale di costruzione del futuro, e non un tirare a campare quotidiano poltroneggiante.
Discorso che per il 98 per cento delle Madri Isteriche è ridicolo, è anche portatore di sano nervoso, perché devono affrontare la sopravvivenza fisica dei figli piccoli, e si leccherebbero gli alluci se il problema fosse solo l’università. Però ne parliamo lo stesso per far capire che il vero obbiettivo, che è quello di supportare una Persona perché sia autonoma e in grado di badare a se stessa, non c’è: e questo, ovviamente, fa capire che il piccolo e grave può essere solo e sempre a carico della famiglia, anche se dovesse diventare grande e grave.
Allora: facciamo finta di avere un disabile adulto e cognitivamente brillantissimo: disabile dalla nascita, per cui una sua indipendenza economica non può averla creata. Il caso appunto della nostra Amica Adulta.
Avrebbe un senso favorirlo in ogni modo negli studi: perché ne faccio una Persona che, con tutte le amarezze che deve affrontare, avrà almeno la soddisfazione di realizzarsi negli studi. E, soprattutto, facendo i gretti  e gli egoisti dal punto di vista sociale, creo una Persona che non è un costo, perché guadagna, e addirittura può diventare una risorsa anche da quel punto di vista.
Capiterà per l’1 per cento dei disabili, quelli “fortunati” (che fa fin ridere), ma possono esistere.
Se si leggono le offerte formative delle università a tale proposito, lo studio per tutti, sembra tutto dorato. Poi basta fare due domande precise.
Allora: è possibile, non scontato, ma possibile, che le strutture siano accessibili. Prendiamo per buono almeno quello: allora il disabile che è solo su ruote, con braccia possenti, che non ha bisogno di null’altro, se la può cavare. Facciamo finta che passi sotto ogni banco, che possa premere ogni pulsante di ascensore funzionante, che possa attaccare alla carrozzina uno zainetto e prenderlo: partiamo almeno credendo in questo, altrimenti non finiamo più.
Attenzione: basta prendere in considerazione una sfumatura perché il disabile sia handicappato.
La struttura è accessibile? Benissimo, bisogna arrivarci. Questo vuol dire che tutti i disabili devono abitare lì davanti e dover solo attraversare una strada senza mezzo marciapiede.
Altrimenti: devono guidare, e quindi trovare sicuramente sempre posteggio, possibilmente senza cacche di cane. Che vuol dire che hanno un’auto adattata e scordatevi che sia semplice acquistarla.
Andiamo oltre: il Disabile non usa le mani, o, al massimo, usa la carrozzina elettrica, ma certamente non guida. Qualcuno lo deve portare: grande pubblicità di servizi preposti. Le mitiche due domande: il servizio non copre quel territorio, ha degli orari incompatibili, eccetera.
Qualcuno deve sempre fare da autista: o il Badante Per Forza, o un badante vero, che ovviamente va pagato. Vabbè, ma il disabile non paga le tasse universitarie: certo, ma partiamo sempre dalle condizioni economiche delle Famiglie Isteriche.
Ma nell’offerta formativa c’è spesso un’altra splendida possibilità: possibilità di alloggi per i disabili all’interno di strutture con altri ragazzi. Wow, vado anch’io a vivere da solo, finalmente!!!
Come si fa per avere un posto? Spiacente, è tutto pieno. Ma c’è una lista d’attesa? Posso iscrivermi? No, guardi, è pieno. E viene fuori che c’è un posto solo.
E comunque: è prevista un’assistenza? No, l’offerta formativa aperta a tutti prevede l’assenza di barriere architettoniche. Magari si fa degli amici che l’aiutano.
Andiamo oltre: risolviamo il problema logistico perché mamma mi porta tutti i giorni. Devo andare in bagno in università, si può? Tutti i bagni sono accessibili perché noi rispettiamo i diritti! Ma qualcuno mi aiuta? Sì, esistono gli assistenti, ci mettiamo d’accordo sulle ore. E se mi scappa fuori orario? Insomma, avete già capito chi deve procurarsi l’assistenza.
Procediamo: disabile geniale ma che ha bisogno di aiuto per scrivere. Non c’è problema: ha a disposizione un tutor che può anche prendere appunti, per due corsi a semestre. E gli altri? In quel modo mi laureo in cento anni!
E siamo arrivati al punto: non è una politica inclusiva che miri al massimo dell’autonomia. Il disabile può andare all’università, se ce la fa a superare tutti gli ostacoli, ma per passare il tempo, può laurearsi con calma per sua soddisfazione personale, eventualmente poi i servizi sociali gli troveranno un lavoretto a progetto. L’obbiettivo non è formare un brillante professionista il più possibile economicamente autonomo: anche perché quella Persona lì ha bisogno di più soldi degli altri, per pagarsi l’assistenza, quindi una visione lungimirante dovrebbe permettergli di usare il suo cervello per accedere a posizioni con retribuzioni adeguate.
Quindi: se il cerchio si chiude così, se la visione della politica economico sociale è questa, e parliamo di disabili “fortunati”, che hanno esigenze solo “fisiche”; se è così, ma davvero crediamo alla Scuola     dell’obbligo Inclusiva anche in tutti i suoi aspetti didattici, per i disabili meno fortunati?
Ognuno è libero di credere in ciò che preferisce: io, personalmente, credo nella magia, nei pensieri, negli amici, nei miei tulipani che tornano ogni anno nonostante me mentecatta, nel genio di Pirandello Pennac Camilleri. Ma nella Scuola Inclusiva e in tutte le sue derivazioni, non ci credo proprio.
Buona giornata.
Angela

4 commenti:

Luana ha detto...

Mammamia che storie, chi non vive la disabilità non può immaginare, perché viene dato tutto per scontato.
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Forza Fabio! Sempre!

BOOG ha detto...

FORZA RAGAZZI!!!
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Nonna Roby ha detto...

Non ci sono parole per questi problemi così grandi… purtroppo mancano le soluzioni e manca soprattutto la buona volontà!!!
Un abbraccio e incroci XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
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BOOG II ha detto...

Manca la buona volontà di trovare soluzioni. Nonna Roby