Uno impossibile.

Diciamo che ieri non ho avuto il tempo di fare la centrifuga famosa con il conseguente appendimento di bambino per le orecchie.

Perché basti dire che siamo andati da Dami e Fabullo ha stufato e pianto tutto il tempo e l’ha fatta lunghissima: ad un certo punto Damiano l’ha coricato e gli ha tolto gli occhialetti, per farlo stare più comodo. E lì sono partite urla altissime, che sembrava stessero arrivando i pompieri. Perché adesso che ho gli occhialetti nuovi ho deciso che li voglio anche adesso. Magari anche per andare a dormire, o già.

Vediamo quanto dura, perché ieri eravamo nella piena fase di come sono bello, me lo dicono tutti.

Poi siamo andati in rieducazione visiva dove ha sempre offerto la collaborazione di una rapa.

A proposito di rape o non rape, dimenticavo: la tosse è completamente passata, spettacolo. Non abbiamo preso i sedativi nemmeno una volta. Non sappiamo come sarà l’inverno, ma per stavolta, intanto, è andata.

Il lavoro visivo, dicevo. La collaborazione. Non ha fatto un tubo, e non era stanco per la fisio, perché anche lì non ha fatto un tubo. L’ortottista mi diceva giustamente che i problemi di mobilità visiva sono assolutamente risolti, ma avrebbe senso lavorare in questa direzione per allenare il controllo di capo e collo e tronco, esattamente come pensavano i terapisti. Però lui deve collaborare, altrimenti non se ne fa nulla. Si fa che lo appendo, e torniamo da capo.

Oggi giornata corta a scuola perché è venerdì e logopedia nel primo pomeriggio e poi riposo. Per tutti, per fortuna. Che poi va tutto benissimo, per carità. Però ogni tanto penso seriamente alla latitanza come grande possibilità, soprattutto quando i terapisti mi dicono che quando vuole il somaro fa mille cose.

Buona giornata.

Angela