Il tutto apparentemente organizzato.

Ieri ci siamo impegnati nel riposo, che non è mica una brutta occupazione: boiate a parte, miriamo al riposo di Fabullino. Tre crisi lunghe la mattina appena alzato e poi, però, non è mica andata male. In compenso ne è arrivata un’altra ieri sera, mentre chiacchierava con i vicini: e lì addio, ci siamo impanati la cena.

Mammasanta. Che nervoso e che rabbia. Peggio, che tristezza.

Probabilmente abbiamo sbagliato noi, dovevamo metterlo a dormire e poi riprovare con la cena più tardi, chissà quando, domani, o dopo mezz’ora. Vabbè. Beati quelli che prendono sempre le decisioni giuste in ogni momento, beati i saggi.

Oggi, invece, andiamo in fisio. Mentre Paulo Aimo Pittore procede lui all’imbiancatura del bagno piccolo: tanto Fabu va in fisio, quindi, appunto, chi non lo accompagna mette in cantiere dei lavori. Neanche i manager della Bocconi pianificano il tutto così: che vuol dire, sostanzialmente, pianificare cose che si possono lasciar perdere in ogni istante.

Per altro, io che sì che sono saggia sul serio, sono proprio obbligata ad uscire con Fabu mentre si dà il bianco, non è mica premeditato, nèh?

Intanto, in questi giorni, in cui appunto siamo in due con Fabullo, procediamo con i progetti per la Onlus, che richiedono tanto tempo: prima ancora che per realizzare, proprio per pensare, per guardarsi in giro e capire che direzione provare a prendere, principalmente per chiedere fondi.

Primo obbiettivo: supporto economico per le terapie. Secondo obbiettivo: visite oculistiche gratuite mirate ai pazienti neuromotori. Per cui, appunto, attento esame di tutti i bandi in cui far rientrare questo tipo di richieste.  Il che, per me che sono abbastanza zucca, è uno di quei compiti ingrati. Meglio zappare, oserei anche dire lavare i vetri o le fughe delle piastrelle, fatevi due conti. Ma è perché sono, appunto, zucca.

Buona giornata.

Angela.