Oggi siamo in vacanza: non solo mezza, ma proprio vacanza. Perché
Paulo Aimo è a casa per la chiusura
aziendale, e questo corrisponde eccome ad una vacanza, senza se e senza ma.
Dividerci il lavoro con Fabu non è poco. O comunque tutto gira meglio: io, sola con Fabu,
non inizio a fare mai niente, ovviamente perché sono una piaga annichilita dall’incapacità
di reagire, Signora è questo il suo problema. Senza dubbio: solo che, per
esempio, se comincio a fare una mitica crostata da mangiare tutti insieme,
succede che ogni sei secondi devo interrompere: perché ha una crisi, perché deve
andare in bagno, perché vuole leggere un altro libro, perché vuole cambiare
canale, perché il braccio sinistro si è incastrato da qualche parte, e via di
seguito. Per cui la torta non si fa e si dà del materiale per far scrivere chi
tutto sa di psicologia. Il tutto vale per tutto: lavatrici da fare e disfare,
ordine, letti. Vestirsi di solito funziona, basta farlo prima delle sei;
pettinarsi richiede concentrazione, e non rimandarlo mai al dopo.
In due, ovviamente, tutto cambia, e così è proprio vacanza.
Abbiamo avuto un fine settimana animato: nel senso che
sabato mattina abbiamo preparato la stanza dei bambini come ci ha chiesto di
fare l’imbianchino e a mezzogiorno lo stavamo aspettando. Fabu in bagno e
abbiamo sentito un boato e poi silenzio: trovato il coraggio di entrare e si
era rotto il sistema posturale del bagno. L’abbiamo usato anni e l’abbiamo
chiuso tante volte per farlo viaggiare: alla fine questi ausili non sono fatti
per questo, ma per andare un pochino sotto la doccia e non in giro ovunque. O ci
si tiene il pannolino o ci si siede sul wc da soli.
Ma comunque: si è
proprio spaccato e, per fortuna, Fabu è andato all’indietro e si è fermato
contro il muro subito, battendo la testa con un bel tonfo ma nulla di grave,
non è caduto. Certo che era spaventatissimo, l’abbiamo coricato e si è
addormentato sull’istante. Noi ci abbiamo messo il nostro tempo per recuperare
fiato, puntellare le gambe molli e fermare le mani tremanti. Il nostro tempo
vuol dire un minuto e mezzo: perché poi, appunto, non avevamo tempo. Sarà poi
per quello che eravamo devastati? Perché siamo delle piaghe o perché anche gli spaventi implicano energie
da recuperare?
Ma comunque: bisognava pensare, perché Fabullo la pipì nel
pannolino non la fa, quello è un ausilio che richiede prescrizione e, comunque,
nessun negozio ce l’ha lì. Insomma, lo ottieni in due mesi, non in qualche ora.
Però c’è il doppione acquistato dal comune per la scuola,
appunto a scuola: di sabato 6 agosto all’ora di pranzo. E sia lodato tutto il
cielo, anche l’universo parallelo, quello dei calzini della lavatrice, perché abitiamo
qui: perché in due ore avevamo il seggiolino di scorta. Chiamato il sindaco,
che ha chiamato il vicesindaco, che è venuto da me con Lo Zio, preso il
furgone, andati a scuola, aperto, fatto tutto.
E ditemi che non è questa l’Italia che funziona: da qualche
parte, che sarà anche un dettaglio, ma esiste eccome.
Intanto Fabullo si era ripreso, era arrivato l’imbianchino,
e ha assistito a tutti i lavori trullo. Nel
frattempo, era arrivata anche L A PAOLA, sempre rifulgente e più che mai
benedetta, in quanto portatrice di una meravigliosa teglia di pizza.
E ieri abbiamo risistemato tutto e abbiamo davvero riposato,
sempre per il discorso di prima, che siamo piaghe poco inserite nel tessuto
sociale! Scherzi a parte, quando abbiamo sentito il tonfo in bagno poteva
essere un’idea fare un’analisi statistica dell’aumento dei capelli bianchi in
un minuto secondo, giuro. Poi lo so che le difficoltà sono grandi sfide eccetera eccetera: però un paio di parole non dicibili scappano.
Buona giornata.
Angela
2 commenti:
FORZA FABULLO!!!
FORZA RAGAZZI!!!
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GALASSIE DI INCROCI POSITIVIXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Tutto è bene quel che finisce bene… Ringraziamo perché Fabio non si è fatto alcun male, solo spaventato (ma voi spaventatissimi, ci credo). E poi quale efficienza in quel di Orio: sindaco, vice sindaco, ecc. tutti che si danno da fare per risolvere il problema, tutti molto collaborativi.
Un abbraccio e ganascino a Fabullo!
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