Vita da vacanza.

Ieri la febbre baravantàna di Paulo Aimo Vacanziero si è rivolta alla stanzetta studio, che, dopo essere stata imbiancata, ieri è stata rivoltata da cima a fondo: in un modo che ancora non ho capito perché non ho avuto il coraggio di entrarci. Adesso è già uscito per commissioni, alla quasi alba come i grilli, perché fa un bel freschetto e perché Fabullo dorme: da un lato si vive al minuto secondo, dall’altro abbiamo una pianificazione che neanche quelli della Bocconi.

Le crisi di Fabullo, per fortuna, non sono arrivate in momenti fondamentali: così ha fatto dei buoni pasti ed è stato piuttosto contento. Benediciamo sempre la possibilità di abitare in pieno centro, che detta così fa abbastanza ridere, in un posto di 800 abitanti: però è vero. E funziona che, quando Fabullo è in forma, e le temperature in questi giorni funzionano meglio, l’ombra arriva prima e si sta bene, gli facciamo il bagno nell’autan (quello che uccide anche le più remote tribù zanzaroidi dell’estremo oriente, perché ormai le robe naturali fanno ridere anche i polli, che noia), lo mettiamo fuori, e apriamo il cancello. Così qualcuno viene sempre a trovarlo e a chiacchierare, senza però doverci pianificare delle cose che poi, intanto, non riusciamo a mantenere. E quindi è contento, nell’attesa di riuscire a riprendere un giro migliore, cercando però di non essere troppo ma troppo tetri tutte le volte che si può.

La Michi ieri non è andata a cavallo, per una storia di ferri e maniscalchi ed è tutta presa dalla lettura. Teoricamente anche dal finire i compiti, ma sicuramente prima dai suoi libri, tutta una roba fantasy. Con i suoi soldini si è comprata non so quante robe, tra cui tutta la faccenda di Games of thrones in inglese,  dei mattoni che fanno venire l’ansia solo a pensarli e sono già morti in centodue a metà del primo volume.

Buona giornata.

Angela