Le giornate un pochino complesse.

Mammasanta che giornatina ieri, di quelle che oggi era da dormire fino a domani per recuperare. E invece le ore di sonno sono state poche perché ero troppo stanca per dormire e perché stamattina si trotta e si galoppa perché andiamo bei belli dalle parti di quel ramo del lago di Como: recuperiamo i famosi tutori. L’obbiettivo è fare tutto in giornata: arriviamo, fanno la prova, fanno le modifiche che sicuramente saranno da fare lavorando ancora quello che è necessario, al pomeriggio ce li restituiscono finiti e veniamo a casa.

Se, invece, Fabullo ha mille crisi ed è ingestibile per la stanchezza, facciamo la prova e torniamo a casa. E poi torneremo; oppure, se le modifiche da fare sono poche e si ritiene che vadano a buon fine, ce li spediscono. Insomma, vediamo: stanno cercando di favorirci in ogni modo, siamo proprio noi che siamo complicati. Contiamo sul fatto che vada dritta.

E ieri: è arrivata l’infermiera, carina e simpatica, lo sono sempre. Solo che già non è proprio un lavoro semplice prendere le vene a Fabu; e, per di più, ha avuto una crisi motoria nel mentre. E poi è andata, l’infermiera è stata bravissima e ce l’ha fatta, penso che non vedesse l’ora di mettersi in macchina e respirare.

Poi abbiamo aspettato un’oretta abbondante per la colazione, perché era troppo disturbato. Poi siamo partiti per la fisio, che è stata la mitico letio brevis, di un’ora invece che due: perché il resto del tempo lo abbiamo passato in macchina in coda ferma, per un incidente. Lì piantati. Per fortuna Fabu è stato bravo, c’erano mille camion e bisarche e furgoncini da guardare. Per di più in onlus avevo programmato dei lavori da fare nel mentre, e invece è andato tutto quanto su per il camino.

Poi siamo tornati a casa e c’era una comunicazione della fondazione CRT che mi comunicava un’irregolarità nella rendicontazione, che era complessa quanto il più complesso dei teoremi matematici: una tabella del piano economico non era compilata in maniera corretta. Per cui ieri sera alle undici l’ho messa a posto perché mi veniva il nervoso ad aspettare, ho spostato le cifre nella colonna indicata e speriamo vada bene. Dimostrazione che sono troppo rapa in certi lavori. Dimostrazione anche che le associazioni che ricevono  tanto dalle fondazioni spendono una bella quantità di roba in personale specializzato a fare queste grane qui: che viene considerato un investimento, per carità, ma potrebbero anche essere fondi destinati ai fini statutari. Invece diventa un sistema che, almeno in parte, alimenta se stesso: con elementi che erogano e elementi che lavorano perché un altro elemento riceva, assorbendo poi parte dell’erogazione in esame.

Per cui la tabella dovrebbe essere a posto: era anche il primo anno che è stata utilizzata questo tipo di rendicontazione, per cui era difficilino. Poi hanno contestato due fatture di materiale sensoriale inglese, perché per loro non sono fatture: solo che gli inglesi quello rilasciano,  e quando avevo chiesto altra documentazione mi avevano risposto che loro prevedevano quella; in cui c’è il numero d’ordine, tutto gli acquisti dettagliati, è evidenziato che abbiamo pagato e che il materiale è stato spedito. E, ovviamente, ho anche allegato tutti i passaggi bancari. E adesso proverò a spiegarlo: d’altra parte, comprando in Inghilterra, abbiamo speso meno della metà, quella documentazione è corretta anche ai fini contabili anche se ha un aspetto diverso da quella italiana, ma che cosa accidenti devo mandare loro? Però questo lavoro lo rimando al fine settimana, perché serve tempo e concentrazione.

Mammamia che stato di cottura.

Alziamo Fabu così, forse, tra un’ora e mezza riusciamo a partire.

Buona giornata.

Angela