lunedì 12 dicembre 2016

Non le avevo lette.



Oh sì. Oggi lo diciamo per ieri e l’altro ieri, che le crisi sono andate meglio.
Venerdì a scuola ne ha avute un paio belle toste, che però l’hanno disturbato poco: nel senso che, una volta finite, ha mangiato, fatto le sue cose, non ha perso la concentrazione, insomma, andata liscia. E poi sabato e domenica è andata piuttosto bene: ieri, per esempio, abbiamo visto solo delle crisi nel sonno; ha addirittura saltato anche quella mistica della mattina.
Fà che duri, fà che duri.
In compenso abbiamo avuto un sabato di discreto panico perché Fabullo si è svegliato con il laringospasmo, l’avevamo già sentito nella notte, quel respiro lì con quel timbro lì.
E di lì in poi, tutto può succedere in brevissimo tempo: può chiudersi che serve il bentelan, può essere una forma virale che si trasforma in qualcos’altro come quest’estate in vacanza, con la febbre e la bronchite, chi lo sa. Ovviamente di sabato, quando non c’è la pediatra. Che facciamo , andiamo in ospedale, stiamo a casa che così non prende freddo, che per di più c’era uno strato di ghiaccio mica male, diamo il bentelan, aspettiamo?
Insomma, siamo partiti a manetta con le cose più locali, areosol e il mitico puf, tachipirina per disinfiammare, eccetera eccetera, il bentelan aspettiamo, stiamo pronti. E poi l’altro dispiacere: che domani c’è la gita, quella a Rivoli, con il pulmino, quella che non può esserci una volta l’alluvione e un’altra volta un altro accidenti, ma santo cielo. E  poi sembra andata: nel senso che il timbro di voce è cambiato, la febbre non è arrivata, adesso sta dando qualche colpo di tosse. Tra poco lo alziamo e capiamo: se abbiamo dei dubbi proviamo a tenerlo a casa perché possa giocarsela domani in giro con gli amici; e altrimenti va a scuola tranquillo.
Così, siccome eravamo lì con le orecchie molto basse e la faccia tetra, e il sangue freddo di quelli che devono rimanere lucidi per capire ma con il nervoso a mille, i vicini ci hanno guardato ed è cominciato il giro con le pentole: che è quello che si fa, quando non si può far altro che niente oltre a tutto il possibile, noi vi portiamo da mangiare.
E poi, con il passare delle ore, abbiamo capito che non era da ospedale. Poi che non era da bentelan; e poi, stamattina, vediamo se è da scuola. Poi: siccome che venerdì si è bloccato un arrotolatore che fissa la carrozzina in macchina, se Fabu va a scuola io volo sul Monferrato all’officina specializzata, approfittando di uno dei giorni in cui sta a scuola abbastanza ore da permettere il giro. Altrimenti si rimanda.
Che poi io non mi ricordo mica di aver compilato il modulo per la vita spericolata, doveva essere scritto nelle righe piccole da qualche altra parte.
Buona giornata.
Angela

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Fà che duri!!!
FORZA FABULLO!!!
FORZA FAMIGLIA AIMO!!!
CHE LA GITA DI DOMANI SIA SPETTACOLARE PER FABULLO!!!
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Luana ha detto...

Continua il mio silenzio stampa.....
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Nonna Roby ha detto...

Uuuh! Quanti incroci perché Fabullo stia bene e possa godersi la gita con i compagni XXXXXXXXXXXXXX
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Un abbraccio incrociato… si può fare?
Ciao!!!