Sempre quelle righe là.

Torniamo alla faccenda delle righe piccole, sempre mai lette.

Ieri Fabullo si è svegliato tossicchiante, con la faccia influenzatina, per intenderci, ma senza febbre. Per cui alla fine l’abbiamo tenuto a casa  a fare areosol tutto il giorno, con l’obbiettivo della gita di oggi: saremmo già contenti di un giro in pullman, e poi andare a Rivoli a recuperarlo.

Per cui ho chiamato la pediatra e le ho raccontato tutta la faccenda, dal laringospasmo di sabato in poi: per cui lei è stata d’accordo su tutto quanto, piano gita approvato: ci sono in giro 350milioni di virus riuniti ma noi arriviamo a domani mattina, proviamoci. E poi penseremo al dopo.

Noi amiamo la nostra pediatra perché non ci dice mai che siamo matti. Mai e poi mai.

Come in effetti si è dimostrato a fine giornata.

Per cui abbiamo faticosamente arrancato tra farmaci vari e grande fatica, spostato l’appuntamento con il meccanico della rampa: che forse è anche stato un bene perché c’era una nebbia da manicomio, non oso immaginare cosa vedesse Boog dal balcone.

Poi ieri sera alle sei lo stavo mettendo in bagno e ho visto che aveva un mega graffione sul pisellino, praticamente un taglio, sanguinava pochissimo, ma bello largo: immagino che non vi arrabbierete se non sto a darvi dettagli troppo dettagliati. E adesso come lo medichiamo? Se si muove non si chiude mai, ma mica lo posso incerottare, ma guarda che bel discorso, certo che sei veramente ma veramente un asino.

Intanto è arrivato Paulo Aimo e io ho chiamato la dottoressa, che aveva la segreteria come quando sta visitando: allora proviamo a volare in studio, accidenti con ‘sto freddo, che razza di somaro. Siamo arrivati lì, scesi di corsa, un freddo che si gelavano le mani, i piedi e i fiati, voliamo su ed era già tutto buio: intanto la dottoressa mi richiama, Mi scusi ma stavo guidando in una nebbia che non sapevo più chi ero.

Per cui la supplico di non mettersi a piangere o a ridere, ma le racconto ‘sta storia del pisello. E lei che mi chiedeva i dettagli sul taglio: e io che le dicevo, in mezzo alla strada a Caluso sotto l’asl: Dottoressa, non posso mandarle la foto, queste cose non si fanno. E lei: lasci perdere, mi mandi la foto. Così siamo tornati a casa e abbiamo provveduto: salutando cordialmente tutti coloro che ci stavano intercettando. Concordato la medicazione. Sono andata a dormire alle otto e quaranta, giuro, e non c’entra un tubo il treno di cui parlava quel tizio là. Nel frattempo  Fabu ha preso la tachipirina perché la tosse sta aumentando, sempre senza febbre.

Bollettino di prima delle sette: Michela ha cominciato a vomitare alle cinque e cinquanta e salterà la verifica di grammatica, e sarà un problema perché a scuola la faranno lunga. Fabullo tossisce e sta arrivando il catarro: adesso cerchiamo di capire se possiamo mandarlo: santo cielo, non è mai salito su un pullman, sarebbe il più felice della galassia, e non è che ricapita domani, per lui, Orio Canavese Rivoli sarebbe il nostro sogno. Qualunque cosa accada, è meglio spostare ancora il meccanico della rampa. La situazione parti basse non l’ho ancora verificata, spero che non me ne vogliate.

Buona giornata.

Angela