Buon Anno!

Buon Anno a Voi, che ci state sempre vicini!

Siamo rientrati sabato pomeriggio, non partiamo facendo le piaghe e consideriamo gli aspetti positivi: la prima notte ho dormito 12 ore di seguito, che sono di più di quelle sparse dormite in ospedale in due settimane. Dobbiamo andare molto con calma, altro che carro armato che ci è passato sopra: diciamo che c'è una mandria di bufali che balla il tiptap, osso per osso. Però, appunto, a casa, ricerca del bicchiere mezzo pieno: se le feste per noi sono disequilibranti, abbiamo risolto il problema. A casa si può entrare in bagno senza che l’infermiera o il medico chiamino proprio in quell’istante lì; senza che suonino saturimetri e cannule. Soprattutto, prima di tutto, più importante di tutto, se siamo a casa vuol dire che del saturimetro e delle cannule e dell’ossigeno non ne abbiamo più bisogno: per cui la storia dell’entrare in bagno, per quanto verissima, è una boiata delle mie: la verità è che, grazie a Dio, Fabu respira da solo, e non siamo più nell’ansia dei valori che scendono.

Che poi, è stata “solo” una polmonite, con tutta la sua fase infiammatoria: ovvio che serviva l’ossigeno, le polmoniti sono così. Però è stata durissima.

Durissima dall’inizio, dalla notte in cui la febbre è salita a più di 40, lui piangeva tanto e non voleva neanche essere toccato e la saturazione cominciava a scendere. E noi non sapevamo cosa fare. Erano le quattro e mezza, fuori sembrava la Siberia, come facciamo a farlo viaggiare che sta così male e dobbiamo metterlo in carrozzina, andare a Ivrea o a Torino, ma forse desatura, forse ci serve l’ambulanza? Chiamiamo la guardia medica, così viene, lo visita, e valutiamo.

Problema risolto alla base: la guardia medica non è venuta, ci ha detto che prima bisogna far scendere la febbre e poi si valuta, dategli un anti infiammatorio tipo Oki. Mammasantissima.

Allora abbiamo sentito Torino, che sono stati un pochino più sul pezzo: cortisone, vediamo se la febbre scende quel pochino che riuscite a trasportarlo meglio e venite giù, se desatura di brutto chiamate l’ambulanza direttamente (che ci avevamo già pensato, ma volevamo essere sicuri di finire in un reparto in cui lo conoscono).

Per cui in due ore, piano piano, senza affaticarlo, siamo riusciti ad uscire di casa. 

Abbiamo fatto in tempo ad arrivare in ospedale: ha avuto tre crisi respiratorie in mezz'ora che non finivano mai, con l’ossigeno che sembrava non bastare.

Sono stati bravissimi. E meravigliosi con noi, hanno fatto l’impossibile per rendere tutta la faccenda il meno penosa possibile: dopo l’emergenza assoluta iniziale, sono comunque stati tanti i momenti acuti, di per sé tipici della malattia, ma con Fabullo doppiamente difficili per l’immobilità.

Insomma, siamo stanchi come dei somari.

E ci sta.

Per cui ora affrontiamo la convalescenza: al momento ha un po’ di tosse alta, è molto stufo e affaticato, ovviamente non mangia un tubo, il che non accelera la ripresa.

Paulo Aimo Operativo è tornato al lavoro. Proviamo ad affrontare le cose un momento per volta, perché ricette migliori non me ne vengono proprio in mente. Il thè e il torrone aiutano assai.

Grazie perché ci siete stati così vicini!!!!!

Buona giornata.

Angela